Beautiful Minds: i geni delle serie TV. Ryan Murphy

Autore: Chiara Poli ,

La sua reputazione di "ragazzaccio" della TV, fondata sulle continue provocazioni della sua prima creazione "adulta" dopo "Popular", l'indimenticabile "Nip/Tuck", si è gradualmente trasformata.

Ryan Murphy, cinquantenne e americano d.o.c. nato e cresciuto a Indianapolis, è oggi uno degli autori televisivi più rispettati.

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Dalla satira, anche feroce, della vita americana al liceo di "Popular", in cui sono presenti i germogli di tutte le tematiche che Murphy non farà mancare nelle sue opere successive, si passa alle vite private e professionali dei due chirurghi plastici di "Nip/Tuck" mescolando drama, thriller e medical drama in un racconto volutamente provocatorio, che all'epoca scandalizzò ma fece anche notare a tutti le potenzialità autoriali di Murphy.

Insieme al suo più fedele collaboratore, Brad Falchuk, e a Ian Brennan, nel 2009 - esattamente dieci anni dopo "Popular" - Murphy torna al mondo del liceo evidenziandone nuovamente la crudeltà ma anche celebrando con ironia la sua grande passione per la musica.

#Glee, vincitrice di 6 Emmy Awards e 4 Golden Globes, celebra il musical sul piccolo schermo, aggiorna la formula vincente che negli anni Ottanta Alan Parker aveva usato per "Saranno famosi" e trasforma i protagonisti in star della musica mondiale, con tanto di tour e concerti memorabili.

I "losers", gli sfigati di "Glee", diventano gli eroi del pubblico, che grazie al loro talento trova l'agognato riscatto dalle angherie dei liceali più... "Popular". E il resto è storia. Anche per la scelta d'inserire nella trama la morte di uno dei protagonisti, Corey Monteith (il quarterback Finn Hudson), con uno degli episodi più seguiti (e più strazianti) di sempre.

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Siamo ormai nel 2013 e "Glee" si avvia verso la sua conclusione, lasciandosi dietro una scia di dischi di successo, un vero e proprio fenomeno di culto e quella che è destinata a diventare la premiata ditta Murphy-Falchuk, pronta a sfornare un'altra serie geniale.

#American Horror Story, la serie antologica che in ogni stagione esplora una tematica classica del filone horror con personaggi diversi, ma spesso interpretati dagli stessi attori, è indubbiamente il simbolo della TV d'autore ai giorni nostri.

Con i suoi 2 Golden Globes e i suoi 13 Emmy (un record per una serie legata al genere storicamente più snobbato dalla critica), "American Horror Story" trasforma gli incubi dell'America in mostri irresistibili. Di quelli da cui non riesci a staccare gli occhi, nonostante ti terrorizzino.

E prima di riproporre la stessa formula che ha fatto la fortuna di "American Horror Story" ai grandi casi giudiziari della storia americana, producendo e dirigendo #American Crime Story, la premiata ditta Murphy-Falchuk si riunisce a Ian Brennan per dar vita a "Scream Queens", geniale omaggio-parodia a un filone cinematografico - quello dei serial killer che infestano i campus universitari - che non ha nulla da invidiare alle serie più celebrate.

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Murphy, che nel frattempo ha sposato il compagno David Miller ed è diventato padre, è cresciuto. I tempi sono maturi per una produzione più "adulta" ed è ora di fare i conti con il passato scomodo di un Paese che si "vende" come giusto ma ha i suoi scheletri in bella vista.

#Il caso O.J. Simpson: American Crime Story ripercorre le tappe del "processo del secolo" scorso, che vide l'assoluzione dell'ex campione di football - palesemente colpevole - dall'accusa di duplice omicidio, per evitare di far scoppiare i disordini razziali che minacciavano di mettere a ferro e fuoco la città com'era accaduto due anni prima, con il caso Rodney King.

In arrivo in prima assoluta su FoxCrime ogni mercoledì dal 6 aprile, "Il caso di O.J. Simpson" vanta un cast stellare (Cuba Gooding Jr., Sarah Paulson, John Travolta...), un'accuratissima ricostruzione storica e un inedito approfondimento psicologico su tutti i personaggi coinvolti. Regalandoci una serie che ci tiene incollati allo schermo anche se sappiamo benissimo come andrà a finire, e cosa sta per succedere.

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A dimostrazione di come Ryan Murphy, uno dei maggiori talenti dell'attuale panorama televisivo, sia eclettico e perfettamente in grado di evolversi, nelle tematiche come nella forma.

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