In una storia ben fatta, tutto torna. Ogni indizio disseminato lungo la strada, prima o poi, rientra in gioco.
E quella di #The Walking Dead è una grande storia.
Il cavallo perso dall’uomo alla fattoria. Il crocifisso di Carol, rubato dal Salvatore che la sta inseguendo. Il fischio di Dwight poco prima che spari a Daryl.
E, naturalmente, il malore di Maggie: la causa scatenante del viaggio verso Hilltop, e dell’inevitabile scontro con i Salvatori. Con Negan in persona.
Tutto torna.
Sappiamo da tempo che Negan ha un grande potere. Controlla le comunità vicine, e vuole controllare anche Alexandria. Con la quale, fra l’altro, ha un grosso conto in sospeso.
“Abbiamo impiccato quello che ha sparato il primo colpo per darvi un esempio”
dice il Salvatore all’uomo che ha catturato e pestato a sangue.
Rick e i suoi hanno fatto ben più che sparare il primo colpo. Hanno massacrato gli uomini di Negan. Parecchi uomini di Negan… Ma lui ne ha molti di più.
Finalmente abbiamo visto quanto è più grande il mondo, e avremmo voluto non saperlo mai.
I Salvatori sono il gruppo più numeroso incontrato finora. A decine, circondano Rick e gli altri dopo averli spinti nelle braccia di Negan.
Durante un lungo, esasperante girovagare, con tutte le strade sbarrate e ogni stratagemma intuito, hanno dimostrato di essere organizzati, furbi, determinati.
I nemici più determinati incontrati finora, perché a guidarli è il cattivo più determinato di sempre: quello che vuole dominare il mondo.
Se il Governatore si “accontentava” di Woodbury, e al massimo estendeva le sue mire alla prigione, Negan punta molto più in alto. Tutti, nel nuovo mondo, lavorano per lui.
E noi non possiamo non chiederci cosa sarebbe successo se, una volta scoperte le menzogne di Eugene, si fosse deciso di dirigersi verso un’altra città, anziché Washington.
Ma tutto torna. E la strada verso Negan, così come il cambiamento di Carol, non sono il risultato di pochi eventi. Sono il punto d’arrivo di un percorso lungo e complesso.
Per questo sono così importanti. Per questo Negan è così potente, e Carol così determinata a non uccidere più, tanto da essere pronta a morire.
Morgan non glielo permetterà, e i misteriosi cavalieri che li aiutano anticipano ufficialmente lo spoiler dal fumetto (leggete solo se volete saperne di più) già ipotizzato qui.
La storia di Carol e del Salvatore che cerca vendetta per i suoi amici è parallela a quella di Rick e di Negan che vuole vendetta per l’affronto che gli è stato fatto.
Due percorsi paralleli guidati da personaggi, Rick e Carol, che ora hanno idee opposte sul modo di sopravvivere.
Se è vero che per restare vivi bisogna uccidere, e nessuno lo mette in discussione, è anche vero che si può scegliere di provare a non farlo, cercando una nuova strada. Una strada solitaria costellata di pericoli.
Carol lo impara a proprie spese quando è costretta a uccidere i Salvatori che le sbarrano la strada.
Rick lo impara quando Negan massacra un membro della sua famiglia sotto il suo sguardo impotente, in una lunga sequenza da brividi ripresa passo passo dal fumetto.
Ogni giorno, in The Walking Dead, è l’ultimo giorno sulla Terra di qualcuno. Ogni giorno qualcuno muore.
Uccidi o verrai ucciso, mentre aspetti di scoprire chi - il montaggio finale c’inganna, ma ci sono delle indicazioni nei dialoghi e nei movimenti utili per restringere il campo - è la vittima di oggi.
Certo: potrebbe averci presi in giro. Potrebbero aver giocato con ombre, inclinazioni, montaggio, suoni.
Non sarebbe la prima volta.
Questo finale di stagione si chiude con un grosso cliffhanger.
Uno che pesa come Lucille, la micidiale mazza da baseball di Negan, con il rumore dei suoi colpi che massacrano qualcuno. Colpi così pesanti da prendere il posto della sigla di coda.
Fino alla prossima stagione.
Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!