The Witch, la recensione: i padri pellegrini, la paranoia e le streghe

Autore: Elisa Giudici ,

Rischia di passare inosservata tra le scarna programmazione post ferragostana e lo strapotere di Suicide Squad una gemma tra le più amate, odiate e dibattute della scorsa stagione cinematografica. Più che una recensione, questo è un avvertimento: l'arrivo di The Witch (o più correttamente, The VVitch: A New-England Folktale) nei cinema italiani non dovrebbe essere ignorato. 

Badate bene: il film d'esordio scritto e diretto da Robert Eggers non è una pellicola imperdibile che si guadagnerà con facilità il vostro amore, anzi, ci sono buone possibilità che vi lasci confusi, straniati e pieni di domande dopo i suoi 87 minuti ricchi di suggerimenti e ambiguità, dove delle risposte ci sono sì, ma celate con cura. La visione di The Witch insomma è innanzitutto un'esperienza

RT Features
La recensione di The Witch
La locandina del film The Witch

Facciamo un passo indietro, più precisamente a 4 anni fa, quando il cineasta sconosciuto Robert Eggers comincia un lavoro certosino di documentazione sui padri pellegrini e sui primi coloni del nuovo Continente. Lo sceneggiatore e regista legge centinaia di documenti autentici dell'epoca (il film è ambientato nel 1630): diari, testimonianze giuridiche, atti di processo per stregoneria. 
Forse definire The Witch un film horror è eccessivo, anche se non manca la tensione e qualche uccisione dai toni macabri. Il punto è però il tentativo di demolire quella concezione idilliaca di padri fondatori che posano piede sulla terra feconda delle Americhe, la ripuliscono dagli indigeni e la rendono un nuovo approdo per la gloria imperitura del Signore. 

Advertisement

Bastano le prime scene di The Witch per demolire questo quadretto idilliaco: la famiglia della protagonista Thomasin viene cacciata dalla comunità locale per il rifiuto di suo padre di aderire ai dettami della Chiesa comune, in cui sono integrati dei volti dalle fattezze chiaramente native. In un mondo rigidamente religioso, William e Katherine conducono i 5 figli a vivere in una raduna lontana da tutto, alla luce di quello che è chiaramente un fondamentalismo religioso con derive paranoidi.

 

RT Features
La recensione di The Witch
Thomasin, la madre e i due terribili gemelli di The Witch

La paranoia non tarderà dunque ad arrivare, rinfocolata dalle tensioni interne ai legami familiari: i segreti che il padre nasconde alla moglie, l'attaccamento della stessa per il figlio Caleb, che invece stravede per la bella Thomasin, l'inquieta ragazza che sta diventando donna proprio quando la sventura si abbatte sulla sua famiglia. 
Thomasin stessa sembra la più buona, o meglio, la più desiderosa di essere una mite pecorella del Signore, salvo poi sentirsi respinta da una famiglia che già le attribuisce il ruolo di reietta ancor prima del suo coinvolgimento in una misteriosa, drammatica sparizione.

Advertisement

La domanda che The Witch decide volontariamente di elidere è quella riguardante il grado di realtà e allucinazione che contengono le immagini che ricostruisce con maniacale precisione. Abbiamo un cast di ottimi interpreti inglesi che parlano la lingua dell'epoca e recitano lunghe frasi estratte parola per parola dai documenti contenenti le credenze dell'epoca, vestiti con abiti fatti a mano e distribuiti tra una casa e un ovile creati seguendo le tecniche del 1630, per non parlare dell'orgoglioso rifiuto verso ogni qual tipo di effetto speciale. Eggers è così maniacale da essere quasi documentaristico e parte delle risposte che cerchiamo può essere trovata per esempio nell'insistenza con cui si parla di questo granoturco marcito a causa di una malattia, incredibilmente simile alla segale cornuta, capace di creare allucinazioni e paranoie, causa di tanti fattacci dal Medioevo alle soglie della modernità.

RT Features
The Witch, la nostra opinione sul film horror
Lo scenario desolante del New England in The Witch

Dall'altra però ci sono fin dall'inizio scene inequivocabili, in cui risiede il carattere unico del film, che sposa paranoia e credenze e al contempo vi dà corpo, immergendo la giovane rivelazione Anya Taylor-Joy in una realtà storicamente accurata eppure intrinsecamente legata a quelle New-England folktales citate dal titolo originale. Il risultato è volutamente ambiguo, o per meglio dire, finisce per costringere lo spettatore curioso a compiere lo stesso percorso di documentazione intrapreso dal realizzatore del film (un indizio: la duplice, enigmatica sparizione a fine film trova una risposta nella stessa credenza popolare che vuole le streghe cacciatrici di bambini per aumentare ed affinare le loro arti magiche, bollendoli o bruciandoli).

Un'avvertenza finale: The Witch è sicuramente un'esperienza da fare come cinefili, ma coscienti di trovarsi di fronte a un film che si prende tutto il suo tempo e che, a differenza di quanto suggerito dal trailer molto furbo, non ha come scopo principale quello di farmi balzare sulla sedia o morire di paura. Se è questo il vostro obiettivo, dirottate verso un'altra pellicola in sala. 

Advertisement

The Witch è nelle sale italiane a partire dal 18 agosto 2016.

Non perderti le nostre ultime notizie!

Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!

Sto cercando articoli simili...