Demolition, la recensione: distruggere tutto per trovare l’amore

Autore: Elisa Giudici ,

Ognuno reagisce al lutto a modo suo, dice l’adagio. La scienza invece ci suggerisce che, per quanto bizzarre possano essere le nostre reazioni, seguono una serie di 5 fasi ben definite, attraverso cui chi ha perso una persona cara deve passare prima di tornare a una condizione di relativa serenità interiore: negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione.

Nel nuovo film scritto da Bryan Sipe e diretto da Jean-Marc Vallée (Dallas Buyers Club), un giovane vedovo di nome Davis registra una delle reazioni più bizzarre mai viste al cinema.

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Come suggerisce il titolo del film,  protagonista di Demolition è una sistematica distruzione. Non si tratta però di una decostruzione emotiva a base di pianti, urla e violente ondate emotive che ci si aspetterebbe da chi ha assistito alla morte della propria moglie in un incidente autostradale, dall’ingrata e vicinissima posizione del sedile del passeggero. Si tratta di una demolizione concreta, con martelli e guanti, tute da lavoro, mobili e pareti che si sbriciolano sotto i colpi dell'improvvisato demolitore interpretato da Jake Gyllenhaal.

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Jake Gyllenhaal torna al cinema con Demolition
Jake Gyllenhaal in Demolition

Uscito illeso ma vedovo dall’incidente, Davis sembra incapace di provare rabbia o tristezza. La sua unica reazione sembra essere un'estrema puntigliosità, tanto da concentrarsi sul malfunzionamento della macchinetta del caffè e delle merendine posta nell'ospedale dove ha appena ricevuto la notizia della morte della moglie Julia (Heather Lind). La costanza con cui scriverà alla ditta che costruisce i macchinari in cerca di una risposta e di un rimborso è solo una delle tante manie che svilupperà l'uomo.

La più radicata e incontrollabile è quasi una pulsione e riguarda la distruzione e la demolizione. Davis sembra incapace di osservare un oggetto e di smorzare un istinto fortissimo che lo porta a volerlo smontare e ridurre in pezzi, alla ricerca di una qualche comprensione sul suo funzionamento. Ben presto però sarà chiaro che l'incognita che Davis cerca di distruggere e smontare per trovare una risposta è il suo matrimonio: più che provare dolore, l'uomo prova smarrimento di fronte alla nuova consapevolezza di non aver mai capito davvero la moglie. Davis non è nemmeno sicuro di averla amata (e quindi persa per sempre) o di aver costruito un matrimonio con un'estranea, di cui rimane come ricordo una casa enorme e bellissima, sempre più vittima delle sue manie di distruzione. 

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A salvare l'uomo dalla spirale (letteralmente) distruttiva in cui è entrato ci penserà un'addetta al servizio clienti della ditta di macchinette, interpretata da Naomi Watts. Svolgerà invece il ruolo d'improvvisata spalla nella demolizione il figlio di lei, Chris (Judah Lewis), un ragazzino alle soglie di un'adolescenza che si preannuncia già particolarmente complicata e bizzarra. Questo provvisorio nucleo familiare, parecchio sui generis anche senza l'inclusione di Davis, finirà per trovare risposta ai reciproci dubbi che scavano dentro le anime dei 3 protagonisti.

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Demolition, la recensione del film
La locandina di Demolition

Demolition è facilmente inquadrabile come il piccolo film autoriale che ogni anno proietta il talentuoso Jake Gyllenhaal verso una nomination che l'Academy puntualmente gli nega. Prima ci sono stati Southpaw, Prisoners di Denis Villeneuve (il regista di Arrival e di Blade Runner 2), Brothers, Lo Sciacallo. Ogni anno insomma arriva al cinema un film con assoluto protagonista non una grande star, bensì un grande attore, capace di caricarsi sulle spalle un film intero e tutte le sue debolezze, puntando su una performance sempre di alto livello, nonostante la grande varietà di personaggi affrontata dall'attore in queste pellicole autoriali. 

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Anche in questo caso però un film che dovrebbe essere a suo completo servizio finisce per essere salvato dalla sua presenza, nonostante il ricco cast di contorno (e in particolare Naomi Watts) non siano certo da meno. A pesare sul risultato finale, godibile ma mai più che discreto, è sia l'estrema bizzarria artistoide della trama, sia la difficoltà di abbracciare davvero il lato umano dei propri personaggi.

Insomma, Demolition non riesce mai davvero a brillare perché la sua storia è così particolare da risultare talvolta persino alienante. Con un cast differente avrebbe potuto essere davvero un film pessimo, ma per fortuna anche stavolta ci ha pensato Jake Gyllenhaal, il vero, grande attore snobbato negli ultimi anni dall'Academy (ruolo ingrato che condivide con Tom Hardy). 

Demolition è nelle sale italiane dal 15 settembre 2016. 

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