Tempo di bilanci: ecco i successi e i flop al botteghino nel 2016

Autore: Elisa Giudici ,

Il 2016 sta per concludersi ed è ovviamente tempo di bilanci e classifiche. Non è stato un anno facile per la cinematografia statunitense, costretta a confrontarsi con alcuni importanti lutti tra le stelle del suo firmamento, oltre che ai problemi di sempre (strapotere di pochi studios, affollamento di titoli nelle settimane più remunerative, breve vita dei film al cinema, pirateria, scarso spazio per pellicole straniere).

In queste ore una delle più riviste più importanti del settore, Variety, ha proposto una classifica riguardante i successi e i fallimenti al botteghino statunitense che ci ha molto colpito. Il bilancio infatti va oltre il semplice dato finale dell'incasso e tiene conto, oltre che del budget iniziale, delle aspettative del pubblico e del prestigio dei nomi coinvolti nei vari titoli. Ve la vogliamo proporre: siete d'accordo con la selezione di titoli proposti da Variety? 

I FLOP 

Se c'è un cineasta autoriale che ha saputo provare nel corso della sua lunga carriera di poter toccare i cuori del pubblico e infiammare il botteghino, quello è Ang Lee. Basta pensare al suo penultimo film, Vita di Pi, che a livello globale finì per incassare l'incredibile cifra di 600 milioni di dollari. È comprensibile quindi che le aspettative per Billy Lynn’s Long Halftime Walk (ancora inedito in Italia) fossero alte, soprattutto considerando che il film unisce il 3D e la tecnologia a ultra-high frame rate, con un numero maggiore di frame per secondo di girato. 

Come è avvenuto per la trilogia de Lo Hobbit di Peter Jackson, questa innovazione tecnologica si è rivelata controproducente, tanto che in molti hanno parlato di una sorta di patina da telenovela che pregiudicava il tono drammatico del film. Nemmeno la presenza di Kristen Stewart, la vera stella di Cannes 2016, ha saputo salvare il film dall'incasso davvero misero. Costato 40 milioni di dollari, ne ha incassati appena 26.

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Certo Disney non ha di che lamentarsi in questo 2016, dato che con Rogue One e Oceania stravince la sfida dei 10 incassi maggiori del 2016 negli Stati Uniti, vantando più della metà dei titoli nelle prime 10 posizioni. Qualche progetto che non è andato per il verso giusto però si nasconde anche in casa Disney. 

Anche se è rientrato appieno del suo investimento iniziale, è difficile non parlare di delusione di fronte ai 178 milioni di dollari incassati a livello globale dal Grande Gigante Gentile, soprattutto considerando i nomi coinvolti nel progetto. Steven Spielberg alla regia di un adattamento di uno dei romanzi più amati di sempre di Roald Dahl sembrava l'incipit perfetto per la nascita di un nuovo classico per ragazzi alla E.T., invece sia la critica sia il pubblico sono rimasti abbastanza indifferenti. Sono ormai anni che il regista statunitense non centra un vero successo al botteghino...ce la farà nel 2018 con Ready Player One?

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Così muore un franchise young adult: gli incassi di Allegiant sono stati davvero disastrosi, per non parlare del massacro della critica, che non ha mai provato di apprezzare la saga tratta dai romanzi di Veronica Roth (che intanto è già impegnata su una nuova serie di romanzi). Lionsgate ha poi incamerato un clamoroso autogoal affrettandosi a dichiarare che le avventure di Tris e compagni sarebbero continuate su piccolo schermo, salvo poi scordarsi di avvisare la protagonista Shailene Woodley, che non ha gradito particolarmente questa decisione. 

Ci sono film su cui bisogna spendere considerazioni e spiegare il contesto per comprenderne il fallimento, poi ci sono disastri così clamorosi che non hanno bisogno di alcuna spiegazione: il remake di Ben-Hur (di cui potete leggere la recensione) non ha conquistato davvero nessuno, né la critica né il pubblico, non riuscendo nemmeno a ripagare i 100 milioni di dollari che è costato. Forse la portata del fallimento è così epica da non essere giustificata, alla luce di un film che ha tante pecche ma anche qualche guizzo sorprendente. 

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Se la MGM piange, Disney di certo non ride, pur essendo riuscita a compensare i 170 milioni di dollari investiti per girare il sequel di Alice In Wonderland (di cui 20 sono finiti nelle tasche di Johnny Depp per il ruolo del Cappellaio Matto). Tra le cause legali originate dal divorzio dell'attore da Amber Heard e la critica non certo entusiasta del risultato finale, Disney non è riuscita a puntare come sperato su questo film. 

I SUCCESSI

Sicuramente ci sono film più riusciti artisticamente sbarcati al botteghino nel 2016, ma in campo commerciale davvero pochissimi hanno avuto l'impatto mediatico, culturale ed economico di Deadpool. La carta dei vietato ai minori, temutissima dagli studios per come esclude dalle sale il pubblico adolescenziale, si è rivelata in realtà il segreto di una pellicola che promette (e mantiene) di saper essere ben più violenta, diretta e sessualmente esplicita del solito cinecomics Marvel. 

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Con un budget risicatissimo (almeno per un film di supereroi) di 58 milioni di dollari, Deadpool ha portato a casa qualcosa come 782 milioni di incasso globale, trasformandosi in una delle pellicole più remunerative dell'anno: una bella ricompensa per il coraggio dimostrato da 20 Century Fox e un'ottima premessa per il già attesissimo sequel. 

Certo qui parliamo di cifre ben più consistenti (200 milioni di dollari dichiarati, ma tra reshooting e campagna promozionale imponente la cifra definitiva è di certo di molto superiore) ma stiamo pur sempre parlando di un film che ha già superato quota 600 milioni di dollari a livello globale e che è ben lontano dall'essere arrivato al termine della suo passaggio in sala. 

Il vero trionfo di Rogue One però è quello di aver raggiunto questo impressionante risultato con un film dai toni più realistici, drammatici e adulti della saga originaria, provando che Star Wars ha la maturità e popolarità necessaria per diventare un franchise espanso alla stregua dell'universo Marvel, con almeno un'uscita annuale. In attesa di vedere quanto arriverà vicino al record d'incassi di Il Risveglio della Forza! 

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Ve lo avevamo anticipato nella nostra recensione: Pets è un film animato divertente e scacciapensieri, ma di certo senza idee memorabili per diventare un classico dell'animazione, soprattutto se confrontato con il rivale animalesco di casa Disney.

Alla Illumination Entertainment però hanno di che consolarsi. Il riconoscimento critico ancora manca, ma il loro peso specifico al botteghino è mostruoso: a fronte di un budget di 57 milioni di dollari, Pets ne ha incassati più di 875, in attesa di vedere come se la caverà Sing. 

Tra film ricolmi di supereroi in calzamaglia e film d'animazione con protagonisti adorabili animaletti, al botteghino la vita può essere davvero dura per i cari, vecchi film drammatici, magari incentrati su una storia vera. Clint Eastwood non è certo il tipo che si fa intimidire da una sfida, anzi: con il suo Sully (che vi abbiamo recensito) ha sfiorato i 230 milioni di dollari di incasso, pur dovendosi scontrare con i tanti blockbuster dicembrini. 

La sfida non era semplice ma il coraggio di puntare su una storia drammatica dando una risposta forte, positiva e incentrata sulle virtù umane gli ha dato ragione. Certo la presenza di Tom Hanks ha aiutato il film ad atterrare sano e salvo tra i successi dell'anno.

Il discorso di fa più complicato per uno dei successi che più hanno sorpreso quest'anno al botteghino: Man in The Dark è stato il film horror di gran lunga più remunerativo dell'anno, superando i 150 milioni di dollari con una produzione che non arrivava a 10 per budget iniziale. 

Niente franchise celebri, nessuna stella del cinema ad attirare il pubblico: come spiegarsi quindi questo successo? Semplice: la critica e il pubblico hanno trovato in sala tutta la tensione e le punte di terrore che ogni buon film horror dovrebbe riuscire a regalare al pubblico. A volte fare bene il proprio lavoro è sufficiente. 

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