Rosso Istanbul, la recensione: Ferzan Ozpetek esplora la nuova Turchia

Autore: Elisa Giudici ,

Il rosso è un colore caldo, anzi caldissimo, specie se è utilizzato da uno dei cineasti più sensuali della scena italiana per pennellare una città con cui ha un rapporto quasi carnale. A dieci anni da Il Bagno Turco, Ferzan Ozpetek torna a Instabul per raccontare la Turchia di oggi, una nazione in grado di sembrare una cosmopolita capitale europea eppure profondamente lontana dall'Occidente e in continuo tumulto, nel soffocante mistero dei suoi vicoli.
Ecco la nostra recensione di Rosso Istanbul.

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La recensione del film Rosso Instabul
Quanto si può indagare nei segreti di una famiglia senza rivelare i propri?

La trama di Rosso Istanbul

A colpire della Turchia vista con gli occhi dell'Ozpetek di oggi è il rumore assordante delle gru che cambiano incessantemente il panorama della città, trasformando le tradizionali case in riva al mare, gli yali, in edifici svuotati dalle famiglie che li abitano da generazioni, ristrutturati e venduti a ricchi villeggianti. È proprio durante un lento trasloco dallo yali di famiglia che Deniz (Nejat Isler), popolare regista riscopertosi scrittore, decide di mettersi a lavorare sulla sua autobiografia con un editor venuto da Londra, il silenzioso e malinconico Orhan (Halit Ergenc).

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Orhan in passato è stato a sua uno scrittore, divenuto celebre in Turchia per aver creato un meraviglioso volume di favole, ma da anni ormai vive in Europa e non tocca una penna se non in veste di editor. Quando giunge a Instabul finirà per scontrarsi di persona con i personaggi che ha imparato a conoscere tra le pagine di Deniz, cominciando a capire che, forse non solo nella dimensione del romanzo, le cose stanno in modo molto differente da quanto raccontato dal regista.

Rosso Instabul ruota attorno a un duplice mistero: uno riguarda l'improvvisa e allarmante scomparsa di Deniz, l'altro la passata fuga repentina di Orhan dalla Turchia.

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Non a caso le risposte mancate e i misteri irrisolti su cui Ozpetek costruisce il film riguardano proprio quelli che sembrano essere i suoi alter ego: il regista di successo furbo e egocentrico degli esordi e lo scrittore malinconico e riflessivo di oggi, dato che questo film è un adattamento parecchio fedifrago dell'omonimo romanzo del 2013

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Rosso Instabul, la recensione del nuovo film di Ferzan Ozpetek
La Turchia di oggi e la malinconia per la Istanbul di ieri che va scomparendo sono protagoniste nel film

Rosso Istanbul, il cast e l'analisi

A funzionare sono soprattutto gli interpreti, attori turchi a noi sconosciuti ma davvero celebri in patria. Quando il film sembra scivolare nell'assurdo, Halit Ergenc ipnotizza lo spettatore con il suo sguardo azzurro d'incredibile magnetismo, capace di veicolare tutta la tristezza umanamente esprimibile con il silenzio. Peccato che neppure le capacità di questo notevole attore possano salvare fino in fondo un film tanto personale quanto autoreferenziale, che non sembra proprio voler dialogare con lo spettatore.

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I misteri irrisolti possono irritare, ma non sono un problema se c'è qualcosa che il loro non detto finisce per esprimere. Qui invece la sensazione - di fronte a un montaggio claudicante e a una storia che sembra spesso girare a vuoto - è quella di chi legge sui social network un messaggio di un amico molto criptico, destinato chiaramente a un'altra persona, l'unica in grado di capire davvero cosa stia succedendo. 

Rosso Instabul è un film che a posteriori si può ricordare con una discreta soddisfazione, soprattutto grande allo sguardo preoccupato con cui Ozpetek guarda a una Turchia in grande tumulto e in crisi d'identità. Mentre si è in sala però spesso si perde il filo e la noia è sempre in agguato con una pellicola con cui Ozpetek guarda dentro sé stesso, incurante di quanti lo stiano a loro volta osservando. 

Rosso Istanbul sarà nelle sale a partire dal 2 marzo 2017.

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