Da Stranger Things ad Atlanta: ecco le serie TV del 2016 da non perdere

Autore: Alice Grisa ,

La discontinuità può essere il tratto distintivo di un 2016 di faville e rotture, sorpreso dalla Brexit e dalla new era del trumpismo, vessato dalle insicurezze politiche e incerto nella ripresa economica.

Trasparenze, revival ‘90 e tulle hanno regnato nelle nuove ondate modaiole insieme agli ultimi echi hippie-chic delle corone di fiori e dei capelli colorati. The Circle parla dell’età della trasparenza e il 2016 si è aperto a Instagram Stories, la possibilità interattiva di postare la tua vita minuto per minuto (e di farla visualizzare e commentare).

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Un anno così difficile da inquadrare ha ricevuto il proprio contraltare in serie TV che si possono concettualmente organizzare intorno a tre grandi poli tematici: lo sci-fi e i mondi paralleli (Westworld, Stranger Things, 3%), il ritorno al passato (Stranger Things, The Crown, #22.11.63) e la musica della Golden Age o del difficile scenario contemporaneo (Vinyl, The Get Down, #Atlanta).

Poi ci sono state le famiglie (dis)funzionali, i papi fumatori e i grandi casi giudiziari: con tutti questi tasselli si potevano forse evitare le sessioni sfrenate di bingewatching?

Ecco le 15 serie da non perdere del 2016.

15- Love

Creata da Judd Apatow, Paul Rust e Lesley Arfin per Netflix, parla di una storia d’amore in mood hipster tra una rebel girl che lavora in radio ed è dipendente dagli psicofarmaci e un ragazzo timido e insicuro che lavora come insegnante su un set televisivo.

Lo stile comico e leggero racconta la storia tra i due ragazzi interpretati da Gillian Jacobs e Paul Rust, comico al suo debutto attoriale. Lei è volubile ed estrosa, lui è programmatico e vive in un condominio squallido nella periferia di Los Angeles. L’autoriflessione esistenziale e l’autoanalisi necessaria di entrambi sono il motore della storia.

14- 3%

Questo "Hunger Games del reddito" in salsa carioca è approdato su Netflix a novembre 2016. 3% appartiene all’ormai collaudato sottogenere della distopia seriale, sulla scia di saghe e franchise come Hunger Games e Divergent ma anche Westworld e Black Mirror, che parlano di futuri apocalittici vessati dai media e di cui – inquietantemente – la nostra epoca sembra essere proprio l’anticamera.

3%, prodotta da Netflix in Brasile e creata da Pedro Aguilera, racconta della dura selezione di un gruppo di ragazzi che, sottoposti a una serie di test, aspirano a entrare nel 3% dei più meritevoli che andranno a vivere nell’Offshore, ricca e patinata area artificiale e che si discosta dal resto della popolazione, che invece sopravvive tra povertà e violenza.

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La distopia è la nuova realtà? Mentre ce lo chiediamo, scopriamo questa serie.

13- OA

Serie complessa, enigmatica e stratificata tra simboli e citazioni. Creata da Brit Marling e Zal Batmanglij per Netflix, parla di esoterismo e significati nascosti e racconta la storia di Praire, una 30enne cieca che torna a casa dopo essere stata rapita e dopo aver inspiegabilmente riacquistato la vista. Nata in Russia e portatrice di una storia strana, Praire incarna un mistero che a qualcuno sembra pericoloso.

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Siamo morti più volte di quante ne fossi in grado di contare.

12- The Get Down

Creata per Netflix da Baz Luhrmann e Stephen Adly Guirgis e arrivata nel cuore dell’estate, tra frullati, ghiaccioli ed estasi post-Stranger Things, è un manifesto musicale sulla genesi dell’hip hop. L’ambientazione è la New York del 1977, nel difficile quartiere del Bronx. I passi di danza, i graffiti e le bombolette spray sperano di cambiare il mondo in un’epoca post-1968 e pre-anni ’80, prima che l’individualismo e il consumismo sfrenato spezzassero e spazzassero via gli ideali più nobili.

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Questo non è Disneyland. Questa m*** è il f*** Bronx.

Il focus della storia è su un gruppo di ragazzi che tramite la scoperta dell’hip hop cercano anche di scoprire i propri destini.

11- The Night Of

Cos’è successo quella notte? è il sottotitolo della miniserie prodotta per HBO e adattata da una serie BBC, Criminal Justice.

Si parla di uno studente pakistano del Queens che - dopo una serata audace a un party a Manhattan - finisce a casa di una ragazza per un festino privato di sesso e droga. Al suo risveglio, Nasir scoprirà che lei è morta in un lago di sangue… e lui dovrà dimostrare a tutti la propria innocenza.

Nella serie appare anche John Turturro, un avvocato sul viale del tramonto che vuole aiutarlo a “disincastrarsi” (la parte era stata assegnata inizialmente a James Gandolfini, che però è morto prima delle riprese). Lucido, chirurgico, The Night Of è un giallo di matrice inglese dall’intreccio puro e dalla suspance hitchockiana.

10- Vinyl

La sgargiante, rutilante e sfavillante ascesa del rock e punk nella New York degli anni ’70 viene raccontata per HBO da un team stellare: Mick Jagger, Martin Scorsese (che ha diretto l’episodio pilota), Rich Cohen e Terence Winter. La storia racconta di Richie Finestra - un produttore musicale che annaspa tra i generi che stanno subendo la schiacciante ascesa del rock e del punk – e della crisi con sua moglie Devon, che vorrebbe tornare lo spirito libero e dallo stile di vita anticonformista che era un tempo.

La serie è stata cancellata dopo una sola stagione per i costi elevati che non riscontravano dati così favorevoli: questo non toglie il fatto che fosse sofisticata e ben confezionata.

9- American Crime Story: Il caso O.J. Simpson

Il debutto di #American Crime Story: Il caso O.J. Simpson la serie antologica di FX, ha determinato un colpo di fulmine quasi unanime nei confronti ricostruzione di un celebre caso crime. Si tratta di una miniserie segmentata in 10 episodi che ricostruisce un giallo mediatico che qualcuno ha definito “il caso del secolo”, ovvero l’accusa all'ex giocatore di football O.J. Simpson di aver ucciso la moglie nel 1994.

Ryan Murphy ha ripreso il caso giudiziario e l’ha messo in forma schierando un cast stellare, dal Premio Oscar #Cuba Gooding Jr. nel ruolo dello sportivo fino a #John Travolta, #David Schwimmer e #Sarah Paulson. La serie ha ricevuto un’ovazione unanime da critica e pubblico e ha conquistato diversi Emmy e Golden Globe.

- Cosa avete?
- Due vittime a Brentwood sulla Bundy Drive, omicidio brutale.
- Brentwood? non succede mai niente a Brentwood.
- Be', una delle vittime è l'ex moglie di O. J. Simpson.

8- Atlanta

L’uomo di Atlanta, #Donald Glover, è l’uomo della luna, l’uomo dell’anno, l’uomo passepartout. È ovunque, è qualunque cosa (sceneggiatore, rapper, attore), è un Re Mida del piccolo e grande schermo, è lo specialista dei voli pindarici e – oltre al ruolo in Han Solo e un futuro come Simba nel nuovo Re Leone, ha regalato l’applauditissima serie Atlanta che ha debuttato anche su FOX in Italia.

Atlanta è una dramedy che – come The Get Down e Vinyl – si focalizza non senza una certa complessità sul mondo della musica. C’è Earn, un 30enne laureato a Princeton che si ritrova con una carriera fallita, una figlia a carico e problemi in famiglia. Alla ricerca della svolta (o della chimera), decide di supportare il cugino Paper Boi, che rastrellando un discreto successo su su YouTube, a sfondare nel mondo del rap. Senza quasi accorgersene, Earn diventerà un manager rap e piomberà in situazioni comiche, drammatiche e grottesche.

La trama è il punteruolo che scava nel ghiaccio di un mondo, quello di una società autolimitata e autoghettizzata, pennellata da brandelli di frustrazioni e sporadici momenti luminosi di pseudoeroismo.

Ci si può salvare a colpi di rap?

7- This Is Us

#This Is Us è una serie NBC ideata dallo sceneggiatore di Crazy, Stupid, Love: si struttura come un reticolo di sentimenti che lega i vari componenti della famiglia Pearson. Toni leggeri e malinconici, emozioni e narrazione lieve come una piuma sostituiscono ai colpi di scena e ai cliff di altri prodotti seriali una concatenazione di legami che porta a entrare in questa famiglia come se fosse la propria, o quasi.

6- The Crown

L’ascesa di Elisabetta II al trono comincia dal giorno del suo matrimonio e la trascina in un vortice di due mondi rimescolati in modo quieto e ordinato: quello di Elisabetta-persona e quello di Elisabetta-regina, congelata dietro una maschera istituzionale e impossibilitata a staccare i brandelli di sé dall’altro sé, quello pubblico e rifinito. The Crown è pulita e profonda e non ha dubbi sull’eterna lotta tra etica e natura: è l’etica a dover prevalere, mentre la natura continua a fluttuare chissà dove.

5- Better Call Saul

James (il flashback di Saul Goodman di Breaking Bad) vive in un "Blue Monday" perenne. Ironia e malinconia sono così rimescolate in lui e nella sua attività di avvocato che vive di conflitti e correnti alternate con il fratello maggiore, oscillando tra legalità e scorrettezza, tra ordine e caos, tra ambizioni e frustrazioni.

Non poteva esserci spin-off migliore di Better Call Saul per un masterpiece come Breaking Bad: i toni di azione e dramma sono stati smorzati a favore di una “dramedy blu”, delicata e crepuscolare, che non può fare a meno di far innamorare immediatamente del complesso protagonista.

Slippin' Jimmy? Che diavolo di nome è?

4- 22.11.63

Il romanzo fantastorico #22.11.63 di #Stephen King è diventato un gioiello di Hulu con #James Franco nel ruolo dell’iconico professore #Jake Epping (alle prese con pappagalli, bidelli, bionde e… Kennedy). Emozionante, delicato ed elettrizzante, 11.22.63 è stato uno dei successi chiave del 2016.

È partito tutto dalla buca del coniglio, ma James Franco non è la versione hipster di Alice nel paese delle meraviglie. O, forse, un po’ lo è ma, a differenza di Alice, non viene travolto dal mondo straordinario: preferisce travolgerlo. Letterato e letterario, James Franco è l’“eroe suo malgrado”, che si uccide di hamburger ipercalorici e prova a salvare Kennedy.

3- Westworld

Serie applaudita, osannata e guardata compulsivamente, la serie HBO ha organizzato nicchie di telespettatori attratti dai riferimenti visionari e dall’intreccio complesso e strutturato. La storia parla di un parco a tema West popolato da androidi e per qualcuno ha rispolverato le antiche glorie di Lost.

2- The Young Pope

Lenny Belardo è il primo Papa americano. Magnetico, dipendente da Cherry Coke e fumo, giovane, reazionario, introspettivo, il suo obiettivo è trovare i genitori che lo abbandonarono quando era piccolo. Silvio Orlando è il suo contraltare in levare, lavorato sui toni smorzati, sui silenzi e gli spazi comunicativi irrisolti.

La serie di Paolo Sorrentino, acclamato Premio Oscar per La grande bellezza, è stata osannata e chiacchierata, discussa e soprattutto... vista, vista, vista. Non poteva rientrare in questa classifica un prodotto così al di fuori degli standard, impossibile da inquadrare in genere e in una corrente e completamente sfuggente a qualunque regola di genere o stile.

E di cos'altro ci siamo dimenticati? Ci siamo dimenticati di masturbarci, di usare contraccettivi. E di abortire, di celebrare i matrimoni tra gay, di lasciare che i sacerdoti si amino tra loro e che si sposino, magari. Ci siamo dimenticati che la morte è una nostra scelta, quando detestiamo vivere. 

1- Stranger Things

Per qualcuno è la serie dell’anno: rilasciata in estate sulla piattaforma Netflix, è un nostalgico sci-fi dal sapore fiabesco e una breccia nel cuore di chi ha vissuto gli anni ’80. Siamo in un paesino dell’Indiana, Hawkins, dove un ragazzino scompare senza lasciare traccia e, allo stesso tempo, appare una misteriosa bambina di nome Undici.

Qual è il mistero da scoprire?

La madre del piccolo scomparso non ha intenzione di arrendersi e comincia ad avvertire segnali soprannaturali che l’aiutano a capire dove si trova. In un reticolo di citazioni, nostalgia e sogno sono la chiave di volta della serie, che insieme riescono a costruire un mondo struggente, incantato e immaginifico.

Tra 30 anni proveremo nostalgia per gli smartphone come oggi la proviamo per i walkie-talkie?

Quali tra queste serie avete visto? Quali sono nel vostro cuore?

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