Shin Godzilla, la recensione: l'avvertimento di Hideaki Anno al Giappone

Autore: Elisa Giudici ,

Sarà una settimana importante per gli amanti dell'animazione giapponese. Non capita tutti i giorni in Italia di poter vedere su grande schermo un film di Hideaki Anno, soprattutto uno che non sia legato alla sua opera più celebre, l'anime Neon Genesis Evangelion. Come vi avevamo già anticipato, dal 3 al 5 luglio 2017 sarà possibile vedere la sua ultima fatica Shin Godzilla in italiano, in un circuito di sale selezionate. 

Tra i tanti buoni motivi per cui vale davvero la pena di non perdere questo appuntamento (dallo status di idolo di Hideaki Anno al ritorno di un Godzilla lontano dalle logiche hollywoodiane) rischia di passare in secondo piano il più importante: Shin Godzilla è un ottimo lungometraggio, forse il film politico più riuscito del 2016. C'erano innumerevoli approcci con cui il regista avrebbe potuto approcciare una tale icona del cinema del Sol Levante, omaggiando la tradizione del cinema sui kaiju oppure puntando sull'intrattenimento da blockbuster statunitense, ma come sempre ha preferito spiazzare lo spettatore.

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Stardust
Gli elicotteri in formazione fronteggiano Shin Godzilla
Allegorico sì, ma anche tensivo e spettacolare come un kaiju movie!

Pur non mancando di citare e omaggiare la tradizione giapponese e la sua stessa mitologia cinematografica, è un Hideaki Anno concentratissimo e molto maturo quello che percepiamo dietro la macchina da presa del film, un uomo con una missione.

Chi lo conosce bene rimarrà stupito di constatare quanto all'ego talvolta molto ingombrante di Anno sia concesso pochissimo spazio e quanto gli stessi protagonisti umani siano un collettivo dalle identità singole sfumate: al centro della scena c'è solo Godzilla, o meglio ancora la sua inarrestabile presenza. 

Il mostro di Hideaki Anno è una creatura ingovernabile e imprevedibile per natura, fuori scala, fuori da ogni logica umana, sospesa tra una preistoria perduta e una materia aliena, più vicina agli dei che alle creature organiche della Terra. Non è dotata di vivace intelletto umano, non è sagace, non è guidata dal puro istinto animale: è qualcosa di così altro e innaturale che non può che lasciare lo spettatore e la megalopoli di Tokyo sgomenti e silenti, in attesa di scoprire cosa succederà.

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Il regista Hideaki Anno tra le macerie lasciate da Shin Godzilla
Hideaki Anno riflette sul disastro dello tsunami con un iconico Godzilla

Se la creatura animatronica e in continua evoluzione è concreta e imponente su schermo, molto differente dai grandi dinosauri a cui Godzilla tende spesso a somigliare, il suo vero peso specifico è quello allegorico che porta con sé. Non stupisce che Hideaki Anno tramuti ben presto il suo kaiju movie - comunque spettacolare e in grado di intrattenere - in un affilatissimo film politico, un j'accuse della classe dirigente giapponese.

Il Giappone alle prese di Godzilla somiglia ben presto a quello che si ritrovò a fronteggiare la mostruosità dello Tsunami: è lentissimo a reagire, contraddittorio nel suo collegialismo esasperato, privo di un autentico leader che prenda una decisione netta, dipendente persino dalle influenze politiche esterne. 

Shin Godzilla è un film in cui Hideaki Anno conferma la sua voce autoriale davvero unica e la capacità di sorprendere lo spettatore con la sua incisività. Unite questi elemento a un gigantismo produttivo a lui precedentemente precluso e avrete un film live action che ne conferma l'indubbia qualità autoriale. Per appassionati e neofiti, è il film giapponese da recuperare del 2016. 

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