Rambo: Sylvester Stallone 'non prenderà assolutamente parte' al remake indiano

Autore: Emanuele Zambon ,

Il berretto verde più famoso del cinema cambierà volto per sempre: Sylvester Stallone ha stroncato sul nascere le voci che lo volevano nel remake indiano di Rambo, progetto bollywoodiano affidato a Tiger Shroff.

Sly, attraverso il suo portavoce, ha dichiarato a Deadline che "non avverrà alcun coinvolgimento nel nuovo Rambo di Shroff, in nessun modo". Stallone ha fatto sapere di non essere contrario al progetto, ma ha ribadito la volontà di non farne parte, "augurando il meglio alla produzione".

No a Rambo, sì a Rocky

Dopo aver detto addio alla saga de I Mercenari, l'attore americano ha salutato (almeno per ora) un'altra icona action. Rimarrà invece legatissimo al sequel di Creed - Nato per combattere. Sly è totalmente coinvolto nel progetto, dal momento che è al lavoro sulla sceneggiatura di Creed 2, pellicola che potrebbe vedere Adonis Creed (Michael B. Jordan) salire sul ring per affrontare il figlio di Ivan "ti spiezzo in due" Drago, il pugile sovietico col volto di Dolph Lundgren che in Rocky IV uccideva durante un incontro il celebre Apollo Creed, amico di Balboa e padre di Adonis.

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Oltre a curare il plot, Stallone apparirà quasi sicuramente in Creed 2 nella nuova veste - già sdoganata nel film diretto da Ryan Coogler - di allenatore e team manager del giovane Creed.

Warner Bros.
Michael B. Jordan e Sylvester Stallone in Creed - Nato per combattere

First Blood

Proprio come il suo alter ego con i guantoni, anche Stallone deve arrendersi al tempo. Giunto alla veneranda età di 71 anni, rischierebbe di apparire ridicolo in un ruolo che richiede una preparazione fisica fuori del comune. 

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Resterà però inattaccabile - non ce ne voglia il remake indiano - lo status di pellicola cult del primo Rambo (datato 1982), war drama sui reduci del Vietnam tratto dal romanzo First Blood di David Morrell. E pensare che Sly non fu certo la prima scelta della produzione per il ruolo del decorato di guerra accusato di vagabondaggio: la produzione pensò a Terence Hill (!!!), che però rifiutò perché riteneva il personaggio troppo dark per gli standard a cui aveva abituato il pubblico fino allora.

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Chi, invece, rischiò di portare per primo sul grande schermo l'antieroe a stelle e strisce fu Tomas Milian, che a metà anni '70 lesse il romanzo di Morrell e ne rimase impressionato. Tentò invano di realizzare il film ma riuscì solo a far chiamare "Rambo" il suo personaggio nel poliziottesco Il giustiziere sfida la città, per la regia di Umberto Lenzi.

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