Dustin Hoffman, gli 80 anni del 'divo per caso' di Hollywood

Autore: Emanuele Zambon ,

"Mah, co' Dustin c'è stata ultimamente 'na mezza litigata. Lui m'ha chiamato, vorrebbe rifare pace, soltanto che a me sinceramente non me va, perché c'ha 'sto carattere antipatico, da duro, da tronfio". Dustin Hoffman visto da Manuel Fantoni, una delle maschere più riuscite di Carlo Verdone.

Non è certo un duro insopportabile, l'attore americano che compie oggi 80 anni, spesi quasi interamente in una prolifica carriera artistica culminata con la vittoria di due Premi Oscar (sempre come Miglior attore protagonista), il primo nel 1980 con Kramer contro Kramer e il secondo nove anni più tardi, grazie alla straordinaria performance esibita in Rain Man - L'uomo della pioggia, nei panni del fratello autistico di un giovane Tom Cruise.

Piccolo grande uomo

Il peso specifico di Hoffman nell'immaginario collettivo degli anni '70 e '80 - ricordato pure dal Mandrake di Gigi Proietti in Febbre da cavallo - è paragonabile a quello di Robert De Niro e Al Pacino (curiosamente, i tre mostri sacri hollywoodiani erano spesso doppiati da Ferruccio Amendola).

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Lo sguardo (apparentemente) vacuo e la statura minuta lo trasformano sul finire degli anni '60 nel perfetto everyman a stelle e strisce, sempre restio all'etichetta di divo.

Sul grande schermo conosce il successo con Il Laureato, pellicola di grande impatto che mostra gli scricchiolii del sogno americano attraverso l'inquietudine di un ricco studente che insegue il futuro a bordo della mitica Alfa Romeo Duetto. La consacrazione arriva invece con Un uomo da marciapiede accanto a Jon Voight nei panni del truffatore zoppo e malato "Sozzo". È il film che eleva definitivamente Ferruccio Amendola a star del doppiaggio dopo anni di lavori minori (per il personaggio di Hoffman si inventò una parlata atipica, tendente al dialetto napoletano).

Intenso, introverso, carismatico. Gli aggettivi si sprecano nel tratteggiare la caratura di uno degli attori più influenti del cinema mondiale, capace di transitare da un ruolo all'altro con proverbiale disinvoltura: figlio adottivo dei Cheyenne (Il piccolo grande uomo), timido professore bersagliato dai bulli (Cane di paglia) e poi falsario galeotto assieme al Papillon di Steve McQueen.

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A metà anni '70 Dustin Hoffman è già una star di fama mondiale che, dopo drammi e commedie, vira prima verso il film di denuncia - lo splendido Tutti gli uomini del Presidente - e poi verso il thriller (Il Maratoneta) e la commedia, con Tootsie. La pellicola diretta da Sydney Pollack è celebre per l'incredibile trucco a cui si sottopone Hoffman, mascherato da donna per tutto il film, stratagemma che il suo personaggio utilizza per ottenere la parte in una serie TV. L'attore verrà in seguito "imitato" da Robin Williams in Mrs. Doubtfire e da Lino Banfi e Christian de Sica in Bellifreschi. Tra i precursori di Tootsie è impossibile non citare invece A qualcuno piace caldo con il duo Tony Curtis e Jack Lemmon (c'è pure l'antesignano trash, si tratta di Pippo Franco in Zucchero, miele e peperoncino).

Dustin Hoffman è l'attempata Dorothy in Tootsie

Negli anni '80 la stella di Hoffman brilla a intermittenza. L'attore si allontana dalle scene per quasi 5 anni, non prima di aver sfiorato la parte di Rick Deckard in Blade Runner (l'attore fu coinvolto per circa due mesi nella produzione prima di abbandonare, voluto fortemente da Ridley Scott, convinto che Hoffman "potesse riportare Deckard nella dimensione terrena").

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Il decennio successivo, invece, si apre col flop Dick Tracy a cui fa seguito un trittico di successo: prima viene chiamato da Spielberg per interpretare la nemesi di Peter Pan in Hook - Capitan Uncino, poi presta il volto al ladruncolo di Eroe per caso e al colonnello Daniels di Virus Letale.

Dustin Hoffman assieme a Spielberg sul set di Hook

Gli ultimi lampi Hoffman li offre nell'ottimo Sleepers e ne La versione di Barney. Nel mezzo, pure una toccata e fuga nella saga di Ti presento i miei accanto a Ben Stiller e Robert De Niro. Mentre nel cinema dirada via via gli impegni, sul piccolo schermo è recentissima la partecipazione alla serie TV I Medici

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Con una carriera così, gli auguri all'antidivo di Hollywood sono d'obbligo.

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