Jennifer Lawrence è madonna e martire in Madre!: la recensione da Venezia 74

Autore: Elisa Giudici ,

Fischi tanti, applausi anche: l'unica cosa certa è che Madre!, il nuovo film del regista Darren Aronofsky, non lascia davvero indifferenti. Stroncato senza pietà da molti, amato senza remore dai suoi pochi ma strenui sostenitori, il nuovo lavoro del cineasta de Il Cigno Nero e The Wrestler è forse il film più ambizioso e coraggioso visto in Mostra finora, quello che si spinge fino ai confini del cinema odierno e tenta di forzarli. 

Darren Aronofsky e Jennifer Lawrence si mettono alla prova in Madre!

Stavolta della trama del film non vi anticipo quasi nulla, perché anche dal trailer la scelta è chiaramente quella di tenere le carte coperte. Madre! è un'esperienza a contatto intimo con una delle coppie più chiacchierate e controverse di Hollywood, che si mette alla prova per la prima volta su grande schermo. Lei è Jennifer Lawrence, una delle attrici più famose e pagate al mondo, con per le mani un ruolo lontanissimo dalle donne forti che è solita interpretare. Lui è un cineasta che lavora per decenni alle sue sceneggiature, mentre stavolta ha completato quella del film in soli 5 giorni. 

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Forse perché il film non ha bisogno di molte parole o spiegazioni, vivendo di suggestioni in bilico tra sogno e incubo. Vi basti sapere che Jennifer Lawrence interpreta la compagna di un noto scrittore e poeta (interpretato da Javier Bardem). La sua vita trascorre al suo fianco, in una casa lontana dal mondo che lei è costantemente impegnata a sistemare dopo che un incendio l'ha gravemente danneggiata. L'arrivo inaspettato di estranei rivelerà le vere dinamiche della coppia e l'identità stessa dei tre protagonisti: il poeta, la sua musa e la casa. 

Madre! a Venezia 74: amarlo o odiarlo? 

È difficile inizialmente capire dove voglia andare a parare Aronofsky con questo film concitato per girato (tutto camera a spalla e primi piani dell'inquieta protagonista che si muove per casa) ma lento per evoluzione. Proprio quando si dubita che il regista sappia veramente dove andare a parare, il film scopre le sue carte e pigia sull'acceleratore, sia a livello narrativo sia a livello visivo. Il lavoro tecnico è enorme e si sente la fatica degli attori sul set per amalgamarsi in una serie di tableau vivant sempre più apocalittici e iconoclasti sulla società d'oggi. 

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Può piacere o non piacere il discorso che Aronofsky fa e il tono utilizzato, ma Madre! ha due punti fermi. Il primo è Jennifer Lawrence, impegnata anche fisicamente in un ruolo sofferto e lontano dalla sua comfort zone, a conferma del suo talento interpretativo davvero non comune. Il secondo è un livello di lettura forse nemmeno voluto in prima istanza dal regista, che proprio la presenza di una delle star più note e ossessivamente seguite al mondo amplia. Attraverso il volto dell'attrice, il discorso riguardante l'insaziabile avidità della natura umana diventa una riflessione sulla fama e l'ossessione del pubblico per le star. Così il film chiama in causa e quasi accusa il suo stesso spettatore, rendendo ancora più potente e disturbante l'esperienza di visione.

Difficile dire quale sia l'aggettivo che meglio riassume Madre!: potrebbe essere il film più contestato della Mostra, il più coraggioso, il più arrogante o ardito. C'è però questa continua ricerca di qualcosa in più, la ferma volontà di portare su schermo qualcosa di differente. Aronofsky si conferma, nel bene e nel male, un esploratore cinematografico, coraggioso e spregiudicato. 

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