La Ragazza nella Nebbia, la recensione: l'esordio thriller italiano che non t'aspetti

Autore: Elisa Giudici ,

Uno degli scrittori italiani più letti al mondo - con all'attivo oltre 1,7 milioni di copie vendute - si mette in testa di sceneggiare e dirigere da sé l'adattamento di uno dei suoi romanzi thriller più celebri e amati. Il risultato rischia davvero di essere uno degli esordi registi italiani più interessati del 2017.

Se sia un ottimo o pessimo segnale sullo stato di salute del cinema italiano si può discutere, ma è innegabile che in pochi avrebbero scommesso sulla buona riuscita de La Ragazza nella Nebbia

La Ragazza nella Nebbia: il libro

Invece la creatura cinematografica di Donato Carrisi - che in realtà nasce come sceneggiatore e diventa solo in seguito al rifiuto dei suoi copioni scrittore - è un film più che dignitoso, personale, talvolta avvincente. Soprattutto è un thriller che, nel bene e nel male, è pieno di carattere, capace di misurarsi con i modelli statunitensi senza venirne inghiottito.

La Ragazza nella Nebbia: il peccato del Diavolo è la vanità 

In un paesino tra le Alpi dimenticato dai turisti, Avechot, uno psichiatra (Jean Reno) riceve a tarda sera la visita della polizia. Viene scortato nel suo studio l'ispettore Vogel (Toni Servillo), confuso a seguito di un incidente stradale, coperto di sangue, dimentico di quanto successo nelle ultime ore. La sua presenza in quello sperduto paese di montagna non può essere una coincidenza: è stato lui poco tempo prima a occuparsi del caso della scomparsa di una ragazza locale, Anna Lou. Di chi è quel sangue sui suoi vestiti? È stato commesso un nuovo crimine nella piccola comunità montanara, dominata da una comunità religiosa ortodossa, isolata, tanto tranquilla eppure piena di segreti inconfessabili? 

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Il prof Martini parla con la moglie in La Ragazza nella nebbia
Alessio Boni è strepitoso quando meno te lo aspetti: è lui il re di La ragazza nella nebbia

Certo 127 minuti sono davvero tanti, anche considerando l'intrigo complicato che il film svela a poco a poco, saltando avanti e indietro nella linea temporale delle indagini. A impressionare nella disamina dei fatti è soprattutto la regia: se la produzione è dignitosa ma non sempre eccelsa, Carrisi dimostra di non improvvisare il mestiere. Il suo è uno stile davvero classico, che ricalca tanti tocchi e movimenti di macchina dei colleghi americani, ma questo imprime una forza nuova al film, meno sonnacchioso e provinciale del thriller medio italiano.

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Più riuscito nella parte di avvio dell'investigazione che nella risoluzione finale dei complesso intreccio (dove decisamente esagera), La Ragazza nella Nebbia rimane comunque un film italiano riuscito e un esordio che davvero si fa notare. 

La Ragazza nella Nebbia: Alessio Boni vs Toni Servillo

Se la regia è azzeccata e la messa in scena alpina tutto sommato è suggestiva il giusto, Donato Carrisi non riesce mai davvero ad azzeccare il tono della pellicola. La Ragazza nella Nebbia alterna momenti di tensione sotterranea dove la suspense tiene lo spettatore sul chi vive, a brusche virate nel grottesco, quasi involontariamente comico. 

Anche il cast sembra quasi scisso in due gruppi. Da un lato abbiamo Toni Servillo nei panni di un investigatore decisamente poco amabile. Il suo Vogel è un uomo di città che disprezza i montanari con cui ha a che fare, il cui senso di giustizia è intrecciato inestricabilmente a un giustizialismo e un'ambiguità morale che gettano pesanti ombre sul suo operato. In combutta con i media e con quella che sembra una caricatura del sensazionalismo giornalistico alla Chi l'ha Visto?, Vogel pilota soffiate, mette pressione sui sospettati, ricostruendo per il pubblico una versione del crimine via via lontana dalla realtà delle indagini. In mano a un interprete carismatico e teatrale come Toni Servillo il personaggio diventa eccessivo, tanto che a tratti ricorda più la farsa crime di Omicidio all'Italiana di Maccio Capatonda che l'austerità del thriller autoriale statunitense. 

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L'ispettore Voghel esplora un albergo abbandonato in La ragazza nella nebbia
L'ambientazione alpina dà il giusto rigore paesaggistico e umano al thriller di Carrisi

Dall'altra parte però abbiamo un Alessio Boni sorprendente, con un'interpretazione chiave della sua carriera, alla cui luce si finisce per rileggere il suo percorso. Il suo Loris Martini è capace di far convivere perfettamente il mite professore di liceo, il marito affettuoso e l'uomo che finirà per interpretare, suo malgrado, il ruolo di sospettato principale. Se il film argina le sue derive sensazionalistiche per gran parte del minutaggio è perché c'è Boni a riportare l'eccezionalità (e l'esagerazione) di Vogel in un contesto quotidiano. 

La Ragazza nella Nebbia: il cinema italiano e globale

Gli ultimi 20 minuti sono davvero un po' troppo roboanti nei loro colpi di scena. Tutto questo troppo che storpia si poteva tranquillamente tagliare: La Ragazza nella Nebbia è così ricco di colpi di scena che poteva accontentarsi del suo primo, grande finale. È davvero un peccato che Carrisi si limiti a suggerire più che analizzare la moralità ambigua che suggerisce. Certo, il suo tocco quando lo fa è troppo pesante, marcato, va decisamente ricalibrato.

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Rimangono 107 minuti da esordiente assolutamente dignitosi, che si possono esportare senza vergogna e probabilmente con un buon riscontro economico. Commento che di rado ultimamente si può spendere per un film italiano visto in sala. 

La Ragazza nella Nebbia è nelle sale a partire dal 26 ottobre 2017.

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