Vulgar Favors, tutto sull'inchiesta da cui è tratto American Crime Story

Autore: Rina Zamarra ,

Chi era davvero #Andrew Cunanan? Perché quella maledetta mattina del 15 luglio del 1997 ha sparato a #Gianni Versace? Andrew e Gianni si conoscevano? Il movente dell’omicidio è da cercare in un rapporto pregresso tra vittima e assassino?

Sono queste le domande a cui ha cercato di rispondere Maureen Orth nel suo lungo libro inchiesta Vulgar Favors. Maureen ha intervistato centinaia di persone che conoscevano direttamente Andrew e ha provato a ricostruirne la vita, dall’infanzia fino agli ultimi istanti di vita.

Vulgar Favors di Maureen Orth

Chissà, forse Andrew ha persino letto gli articoli di Maureen, dato che la giornalista di Vanity Fair si era già occupata di lui prima dell’assassinio Versace. E chissà, forse Andrew ha persino telefonato a Maureen nei giorni immediatamente successivi al delitto. Non lo sapremo mai, perché la persona all’altro capo del filo di casa Orth ha attaccato senza proferire parola.

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Quali tesi esposte in Vulgar Favors saranno presenti in American Crime Story: The Assassination of Gianni Versace? Scoprite insieme a noi i nodi fondamentali del libro di Maureen Orth.

Andrew Cunanan e Gianni Versace si sono incontrati (forse)

Andrew aveva un talento speciale per la menzogna. Il suo quoziente intellettivo superiore alla media non lo ha reso il genio che la famiglia credeva, ma gli ha consentito di indossare i panni di tanti personaggi diversi.

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Indagando nella vita di Andrew, Maureen ha scoperto la sua straordinaria abilità di bugiardo. Si presentava come Andrew DeSilva, raccontava di avere una famiglia ricchissima e un padre generale, e inventava di sana pianta interi episodi della sua vita. Aspirava a far parte dell’élite internazionale e raccontava di viaggi in giro per il mondo che non aveva mai fatto. Raccontava anche di aver incontrato Gianni Versace a San Francisco nel 1990.

Darren Criss alias Andrew Cunanan in American Crime
Darren Criss alias Andrew Cunanan

Lo stilista si trovava in città per la prima dell’Opera Capriccio di Richard Strauss per cui aveva disegnato i costumi. C’era grande fermento nella comunità gay cittadina per l’arrivo del famoso stilista e Andrew, il più entusiasta di tutti, era riuscito a entrare nella discoteca Colossus.

Proprio in quella discoteca si trovavano anche Gianni Versace e Antonio D’Amico. Nei racconti di Andrew, Versace si era avvicinato a lui per chiedergli se non si fossero già visti a Como. Cunanan avrebbe confermato ringraziando Versace per essersi ricordato di lui. Maureen Orth non ha trovato nessuna prova di presunti viaggi di Andrew in Italia. Eppure, lui aveva raccontato di aver già conosciuto lo stilista italiano all’unico testimone dell’incontro: il suo amico Eli Gould, che si è ritrovato nella posizione di doppio testimone sia dell'incontro in discoteca che della conoscenza passata tra i due

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Si può escludere del tutto che Versace e Andrew si siano incontrati casualmente in una discoteca di San Francisco? E si può escludere che Versace sia stato gentile con uno sconosciuto scambiandolo per qualcun altro? Questo incontro può essere la prova di una conoscenza pregressa o dell'inizio di una conoscenza?

La metanfetamina

Nel difficile tentativo di dare una risposta al quesito sul movente, Maureen Orth si è imbattuta in un altro dettaglio della vita di Andrew.

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Secondo le testimonianze degli intervistati dalla giornalista, Andrew era uno spacciatore e un consumatore abituale di metanfetamina, droga molto diffusa nel mondo gay degli anni ’90. I cristalli producono un effetto euforizzante a cui segue una fase ansiogena e paranoica.

Alcuni testimoni citati dalla Orth hanno dichiarato che gli atti violenti a cui si è lasciato andare Andrew potrebbero dipendere proprio dal consumo abituale di metanfetamina. In realtà, la personalità di Andrew aveva già mostrato qualche segnale di una sotterranea vena violenta prima degli omicidi, come testimoniano alcuni episodi di rabbia persino contro la madre.

La vendetta per il contagio da HIV

Nei giorni concitati dopo l’omicidio, la polizia ha ricostruito la personalità di Andrew e formulato delle ipotesi.

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In quel periodo, la comunità gay viveva minacciata dalla paura costante del contagio da HIV. Secondo una tesi investigativa, Andrew poteva aver contratto l’HIV ed essersi vendicato della cattiva sorte uccidendo Versace (simbolo del mondo gay di quegli anni).

In realtà, Maureen Orth ha raccontato che Andrew risultò HIV negativo e di conseguenza la tesi non poteva avere alcun fondamento, soprattutto perché si sarebbe dovuto presupporre un qualche legame diretto tra la malattia e Versace.

La tesi narcisistica

La tesi più convincente potrebbe essere quella riguardante la personalità narcisistica e manipolatoria di Andrew.

Tutto si ridurrebbe dunque al desiderio di essere famoso come riferisce MaureenOrth? Nel suo minuzioso lavoro investigativo, la giornalista dà voce a tanti pensieri diversi di poliziotti, conoscenti, amici e medici. Non tralascia nessuna testimonianza nel tentativo di spiegare le ragioni degli omicidi. Non esclude neppure l'ipotesi secondo cui i moventi risiedano nei tratti che accomunano molti serial killer con le stesse caratteristiche di Andrew, tra cui la passione per il sadomasochismo.

Secondo voi quale sarà la tesi di #American Crime Story: The Assassination of Gianni Versace? Metanfetamina, desiderio di essere famoso, inclinazione naturale alla violenza? Scopritelo seguendo la serie evento in onda dal 19 gennaio 2018 su FoxCrime.

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