Death Stranding, perché tutti parlano del nuovo gioco di Hideo Kojima?

Autore: Andrea Guerriero ,

Lo abbiamo visto di recente sul palco dei Game Awards 2017, protagonista di un trailer mai così lungo ed intenso nell'intera storia del gaming. 

Da allora - ma anche da molto prima -, la community di appassionati non fa che parlare di Death Stranding. Il prossimo videogioco di Hideo Kojima e della sua Kojima Productions incuriosisce, ammalia e seduce, quasi fosse portatore naturale di un fascino che solo di rado grazia le produzioni moderne in poligoni. 

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Un fascino che affonda le sue radici in innumerevoli e tutti validi motivi. E che la redazione di NoSpoiler va ad indagare assieme a voi, in uno speciale che cerca non solo di analizzare quello che è già un successo ben prima del debutto su PlayStation 4 - sarà un'esclusiva Sony -, ma anche di inquadrarlo in una specifica dimensione. 

Con la speranza che renda più dolce l'attesa che ci separa dalla release ufficiale.

Il genio di Kojima

Inutile negarlo, la fiducia riposta dai gamer in Hideo Kojima è quasi incondizionata. Naturale quando nel tuo curriculum appaiono nomi come quello della saga di Metal Gear o di Zone of the Enders.

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Il ''papà'' di Solid Snake, e più in generale della serie di spionaggio più amata di sempre, si è sempre fatto riconoscere per la sua incredibile carica creativa e per la sua indiscutibile capacità di sfruttare a dovere strumenti transmediali per dare vita ad un videogame. Ora regista ora game designer, poi scrittore sci-fi e burattinaio dei destini degli stessi personaggi nati dal suo estro, Kojima è un genio versatile e complesso, quasi tormentato.

Konami
Il main title del primo Metal Gear
Il primo Metal Gear per MSX segna il debutto di Kojima nell'universo videoludico

Un genio che, in più di 30 anni di onorata carriera, ha saputo sempre coltivare la sua sfegatata passione per i film, incanalandola in un contesto interattivo per l'epoca piuttosto coraggioso. 

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Ispirandosi a film come Terminator e La grande fuga, Hideo Kojima prese in mano il progetto Metal Gear per MSX concependo il gioco come uno stealth, con una trama coinvolgente, adulta e matura. E un gameplay inevitabilmente complesso. Era il suo primo titolo, e lo stesso entusiasmo è papabile nella lavorazione di Death Stranding, il suo primo videogame da indipendente, senza i vincoli imposti da ''mamma-matrigna'' Konami. 

Un tris di stelle: i segreti di Death Stranding

Nonostante il buon Hideo sia già se vogliamo una ''star'' nel suo settore, Death Stranding incuriosisce così tanto i fan anche per la parata di stelle hollywoodiane al suo servizio.

Protagonista della narrazione sarà infatti #Norman Reedus, attore e modello statunitense classe 1969 noto al grande pubblico soprattutto per il ruolo di #Daryl Dixon nella serie TV The Walking Dead.

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Da balestriere a misterioso avventuriero, Reedus vestirà i panni di Sam, dotato di abilità speciali per affrontare una pioggia soprannaturale, denominata ''Timefall''. Al suo fianco anche il danese Mads Mikkelsen, che ha saputo stregare Kojima in Hannibal, Doctor Strange e Rogue One: A Star Wars Story tanto da affidargli la parte del villain. 

Le due attese prove attoriali dell'accoppiata Reedus-Mikkelsen in una produzione videoludica si accompagneranno a quella del regista Guillermo del Toro. Il director messicano era già stato arruolato dal game designer giapponese per l'orrorifico Silent Hills, poi cancellato da Konami, ed è tornato come consulente creativo per dare corpo e anima a Death Stranding.

Insomma, ci troviamo di fronte a tre eccellenze nate e plasmate dal mondo dorato di Hollywood, il cui coinvolgimento non può che aumentare la nostra fame di dettagli e informazioni inedite.

Buchi neri, viaggi temporali e teorie

Come già dicevamo, Hideo Kojima è sempre riuscito a confezionare storie mai banali per i suoi videogame. E Death Stranding non farà di certo eccezione.

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Nonostante la trama del gioco rimanga ancora avvolta in una densa coltre di mistero, sono già tantissime le teorie e le speculazioni messe in piedi dai giocatori più curiosi. Per nulla scontate proprio come impone il ''genio kojimiano''.

I vari trailer dal gusto criptico ed esistenzialista, così come gli indizi disseminati via social network dallo stesso autore, puntano quasi certamente verso la formula del raggio di Schwarzschild, un termine utilizzato in fisica e astronomia per giustificare l'esistenza dei buchi neri e del cosiddetto orizzonte degli eventi.

Kojima Productions
Uno dei poster promozionali di Death Stranding

Death Stranding potrebbe allora ''masticare'' i viaggi dimensionali, i paradossi temporali e, più in generale, tematiche che giocano con la scienza e la relatività.

Tematiche anche in questo caso puntano ad alzare l'asticella qualitativa dello storytelling, ben al di sopra di quelle che la tradizione ludica mette sul piatto. E che non vediamo l'ora di sperimentare sulla nostra pelle... naturalmente impugnando il nostro fedele controller!

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