Oscar 2018, 10 nomination che ci hanno stupito

Autore: Elisa Giudici ,

Tra mancanze che si sono fatte subito notare e presenze che sono passate inosservate per qualche ora, appassionati ed addetti ai lavori hanno passato la notte successiva all’annuncio ufficiale ad analizzare le nomination agli Oscar 2018 (che potete ripassare nel post dedicato).

Cosa si nasconde tra le statistiche, la storia delle precedenti edizioni e i freddi numeri che incoronano La forma dell’acqua come frontrunner, con ben 13 nomination? Se volete scoprire qualcosa in più sul film di Del Toro, potete già leggere la recensione da Venezia 70 del Leone d'Oro o il nostro speciale dedicato al dietro le quinte del film.

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Il logo dell'edizione 90 degli Oscar
Gli Oscar arrivano a quota 90: ecco i primi verdetti dalle nomination

A chi ha la pazienza di scartabellare un po’ in Rete, questa tornata di nomination di per sé molto più equilibrata del passato può riservare ancora molte sorprese. Abbiamo svolto qualche indagine per voi: ecco dieci risvolti davvero inaspettati che le nomination della 90esima edizione degli Academy Awards ci ha già regalato. Per rimanere sorpresi da vincitori e vinti, dovremo invece attendere la notte del 4 marzo 2018.

1 - OST e nomination "sbagliate"

In alcune categorie tecniche il novero dei nominati è così ristretto che capita di entrare in corsa comunque, ma non con il lavoro migliore dell'annata. Per esempio l’eterno John Williams è arrivato a quota 51 nomination (è l’artista vivente a detenere il record assoluto!) per Gli Ultimi Jedi. Il suo lavoro più complesso e acclamato dell’anno è però quello per le musiche di The Post, mentre per Star Wars si è “limitato” ad andare con il pilota automatico.

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Un discorso simile si può fare per Carter Burwell, nominato per Tre Manifesti a Ebbing, Missouri quando la OST di Wonderstruck, il nuovo film di Todd Haynes (che abbiamo incontrato a Locarno), è stata in assoluto una delle più chiacchierate e meglio recensite del 2017.

2 - Film stranieri, film europei

Non è stato un anno particolarmente brillante per il cinema festivaliero, dato che sia Cannes sia Venezia hanno presentato un programma ufficiale abbastanza deludente. Eppure la cinquina finale del miglior film in Lingua straniera è un tripudio di cinema europeo lanciato proprio dall'Unione (cinematografica) europea.

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Sono ben tre su cinque le pellicole europee,e tutte passate per i festival del Vecchio continente: Loveless (Russia) e The Square (palma d'oro dalla Svezia) da Cannes, Corpo e Anima (Ungheria) da Berlino. Per una volta il politically correct geografico che vuole sempre qualche film incluso a rappresentanza dei continenti dalle cinematografie meno note ha lasciato spazio alla qualità.

Completano la cinquina lo struggente film cileno Una donna fantastica (tra i migliori in assoluto del 2017) e L'insulto, il film libanese visto a Venezia 70 (che vi avevamo già segnalato).

3 - Tori e piccoli boss

Una categoria in genere molto prevedibile è quella dei film d'animazione: in pochi hanno i mezzi economici necessari per farsi promozione e rastrellare voti, per cui un posto per film come Coco (che ha alle spalle un gigante come Disney a sostenerlo) è sempre riservato. Se Loving Vincent era la produzione indie che tutti si aspettavano di veder nominata, sorprende e in negativo la presenza nella cinquina finale di Baby Boss. Il lungometraggio con protagonista un neonato tutt'altro che ingenuo è un prodotto d'animazione godibile, ma che non ha certo emozionato la critica per la sua qualità (come vi avevamo raccontato nella recensione). 

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Un'altra nomination poco basata su meriti artistici però è stata a sorpresa evitata: il tormentone Cattivissimo Me 3 e gli onnipresenti Minions guarderanno la cerimonia da casa di Gru, mentre in platea ci saranno i realizzatori di Il toro Ferdinando, che ha raccolto parecchio consenso tra i critici.  

4 - Pioniere degli Oscar

Sarà stata la battuta pungente di Natalie Portman ai Golden Globes 2018 (diventata la GIF più iconica della serata) a convincere l’Academy? Chissà. Quel che è certo è che la nomination per Greta Gerwig e la sua perla indie Lady Bird era tutt’altro che scontata. L'attrice e regista esordiente è infatti solo la quinta donna in 90 anni di Academy Awards a venir nominata in qualità di regista.

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Ancora più paradossale la “prima volta” nel settore della fotografia. Dopo ben 90 anni di Oscar, finalmente è arrivata una nomination per una direttrice della fotografia: l’apripista è Rachel Morrison per il suo lavoro in Mudbound.

5 - Giovanissimi da Oscar

Nella categoria di miglior attore protagonista la freschezza anagrafica è ai massimi livelli. Uno dei favoriti alla corsa, il giovanissimo attore di Chiamami col tuo nome Timothée Chalamet, ha ottenuto la sua prima nomination a 22 anni. Era dal 1939 che un attore così giovane non otteneva questo risultato. Se dovesse battere il favorissimo Gary Oldman nei panni di Winston Churchill, sarebbe il più giovane attore di sempre a vincere nella categoria. 

A controbilanciare il 59enne Gary Oldman e il 63enne Denzel Washington - giunto alla sua ottava nomination - c'è anche Daniel Kaluuya. Il giovane protagonista afroamericano di Scappa - Get Out infatti ha 28 anni. 

6 - Oscar senza età

Dall’altra parte dello spettro c’è Christopher Plummer, un volto classico della vecchia Hollywood (lo ricordate in Tutti insieme appassionatamente?) che ha già spento 88 candeline. La sua sostituzione di Kevin Spacey in Tutti i soldi del mondo e l’ottima performance dell'attore canadese, che non ha sofferto la concitazione del reshooting al photofinish - gli sono valse una nomination come miglior attore non protagonista.

Plummer era già l'attore più anziano ad aver ottenuto una nomination (accadde nel 2011 con Beginners). Con questa nomination nel 2018 rafforza e consolida il suo primato anagrafico, a discapito di snobbati di spicco come Tom Hanks e Jake Gyllenhaal.

7 - Il duo nascosto

Nelle categorie attoriali la vera sorpresa è stata quella piazzata da Il filo nascosto, il cui cast alla vigilia non veniva certo dato tra i favoriti, data la fortissima concorrenza che ha mietuto attori molto amati. Invece il film è riuscito a piazzare 2 dei suoi 3 attori principali nelle categorie recitative, centrando 2 nomination pesantissime.

Se l’addio di Daniel Day-Lewis alla recitazione può averlo aiutato a spuntare un posto nella combattutissima categoria di Miglior attore, sorprende e non poco come la relativamente poco nota Lesley Manville abbia ottenuto una nomination, battendo anche Holly Hunter per la sua chiacchierata interpretazione in The Big Sick. Attenzione però: la sorpresa deriva dalla conoscenza delle logiche clientelari che governano l’Academy, non per via dell'interpretazione in sé, che anzi è tra le migliori dell’annata.

9 - Miglior nomination mancata

Ogni anno tra i tanti Oscar Snub - gli snobbati e dimenticati dall'Academy - c'è una sorta di competizione interna. Chi è ad aver destato il maggior clamore, ad aver indignato di più il pubblico con la mancata nomination? Nonostante esclusioni importanti come Luca Guadagnino e Denis Villeneuve alla regia e Tom Hanks e Jake Gyllenhaal tra gli attori protagonisti, la mancata nomination citata con più rammarico dalla stampa è un'altra.

Non vi spoileriamo nulla a riguardo dato che Chiamami col tuo nome sbarcherà a breve nelle sale italiane, ma Michael Stuhlbarg (che interpreta il padre del protagonista) ha davvero colpito nel segno in un passaggio memorabile del film italiano in corsa nella categoria regina.

Alla luce della sua strepitosa performance, è in corso una sorta di rivalutazione della sua intera carriera, dove non mancano le perle nascoste e le performance trascurate. Chissà che questo mormorio indignato non lo aiuti a trovare altri ruoli interessanti con cui rimanere sotto i riflettori.

9 - Supereroi da Oscar

L'Academy quest'anno ha saputo evitare grandi scivoloni o abbagli e anzi: si è dimostrata più aperta del solito, spingendosi talvolta in territori estranei al cinema autoriale. Se, nonostante la campagna portata avanti da Warner Bros., Wonder Woman non è riuscita ad ottenere alcuna candidatura (una decisione dei votanti condivisa da chi scrive), nella categoria dedicata alle sceneggiature non originali è arrivato il segnale che si attendeva da anni. 

Logan - il film acclamato dalla critica per il ritratto duro e malinconico di un Wolverine anziano e stanco - ha ottenuto una nomination tra le più sorprendenti dell'intera tornata. È il primo film di supereroi a ottenere una nomination così importante nella storia dell'Academy, traguardo raggiunto grazie a una lunga campagna presso i votanti. Che sia l'inizio di un cambiamento storico agli Oscar, da sempre un po' ostili ai film di genere?

10 - Il film nascosto

Altro che manifesti e mostri acquatici: Il nuovo film di Paul Thomas Anderson è il vincitore morale delle Oscar Noms. Nei giorni scorsi le riviste di settore lo lanciavano in pompa magna con molte copertine dedicate, segnale che ha messo molti sull’avviso. Possibile che un maggioranza silenziosa fosse pronta a votare il film senza tempo e senza conflitto politico di Anderson in un’annata in cui quasi tutte le pellicole forti hanno qualche rimostranza da muovere all’inquilino della Casa Bianca?

Anche considerando questo fattore, le 6 nomination di Il filo nascosto sono per certi versi sbalorditive: miglior film e miglior regia (dove la competizione era davvero feroce), due attori in nomination, miglior colonna sonora firmata da Jonny Greenwood dei Radiohead e ovviamente migliori costumi di Mark Bridges (dove ci sono notevoli chance di vittoria). Che Anderson si preparati a fare una sorpresa a tutti anche il 4 marzo 2018?

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