I mercenari 3: gli attori di un cast all star, da Stallone a Ford

Autore: Emanuele Zambon ,

Entrano a fatica nel poster del film. Più che gli attori di un action, somigliano ad una squadra di calcio (allenatore e riserve compresi): è il cast de I mercenari 3, terzo appuntamento con la saga degli Expendables portata sul grande schermo da Sylvester Stallone.

Torna l'appuntamento con le vecchie glorie del cinema d'azione anni '80, stavolta affiancate da nuove leve che sottolineano l'upgrade a cui si è sottoposto l'(anti)eroe moderno, ipertecnologico e calcolatore. I giovani "sacrificabili" del film non attaccano da tutti i lati sparando all'impazzata (in una divertente gag che denota l'autoironia di fondo della pellicola, la new entry Ronda Rousey esclama: "Non siamo mica nel 1985") come farebbe Rambo.

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Non ne possiedono i muscoli e neppure il fascino, risultando "dimenticabili" una volta terminato questo terzo capitolo della factory stalloniana che reitera schemi e coreografie dei due precedenti Expendables.

I mercenari 3 si apre con un'adrenalinica rapina ad un (maledetto) treno blindato in corsa. L'obiettivo non è un carico di preziosi o armi, bensì il detenuto Wesley Snipes, vecchio amico e collega del protagonista Barney Ross (Stallone).

Il manipolo di mercenari - che nel corso dei minuti dimostra di non prendersi mai troppo sul serio - fa successivamente tappa in Somalia, falciando nemici come in un videogame sparatutto. Ross viene colto di sorpresa dall'entrata in scena di un temibile avversario creduto morto: il Conrad Stonebanks di Mel Gibson, villain di turno dall'ottima resa.

Il vecchio Sly dovrà presto vedersela contro un intero esercito (del resto, fin dai tempi di Rambo III, ci è abituato) ma avrà dalla sua l'apporto di un pilota d'eccezione - Harrison Ford - e di un fuciliere dal c.v. piuttosto ricco: Arnold Schwarzenegger.

Universal Pictures
I mercenari di Stallone in una scena del film

Action heroes di ieri e di oggi

"Sfortunatamente per noi, facciamo parte del passato". I mercenari 3 - il cui sequel è stato recentemente ufficializzato - tira le somme dell'intera saga guardando in faccia la realtà, quella di una generazione di attori sul viale del tramonto. Attempate pedine di un cinema muscolare vecchia maniera - analogico, se vogliamo - che cercano ostinatamente di scampare alla prospettiva della pensione.

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Sly, nonostante un volto devastato dal botox, appare tirato a lucido: salta, corre, duella. L'etichetta di "nonno Rambo" non fa certo per lui. Mel Gibson si dimostra però il più vivace di tutti, bucando lo schermo ad ogni sguardo. Ad essere terribilmente invecchiati - ma ancora tremendamente efficaci - sono Schwarzenegger e Ford, confinati in ruoli di contorno.

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La vecchia truppa degli Expendables torna poi a ruggire - tutti, da Dolph "ti spiezzo in due" Lundgren all'ex lottatore Randy Couture - mentre risultano funzionali anche le new entry cosiddette "stagionate": se Wesley Snipes è un formidabile lanciatore di coltelli, Antonio Banderas fa della parlantina la sua arma migliore.

Come anticipato, sono proprio le nuove leve ad essere impalpabili: lo spazio riservato loro è comunque esiguo, c'è da dirlo. Si segnalano solo nella rocambolesca sequenza finale dell'attacco al grattacielo abbandonato. La campionessa di arti marziali miste Ronda Rousey è forse la migliore - di lì a poco girerà Fast & Furious 7 - seguita a distanza dal pugile statunitense Victor Ortiz. Quanto a Kellan Lutz, è uno stoccafisso. Meglio la sua controfigura in moto.

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