Il filo nascosto, la recensione: un grande, diabolico film sull'amore

Autore: Elisa Giudici ,

Anche per un attore dalla carriera e dalle capacità notevoli come Daniel Day-Lewis non è così scontato poter contare su un film sostanzialmente perfetto come Il filo nascosto per poter dire addio al grande schermo. Per sua fortuna, il rinnovato sodalizio formatosi con il regista statunitense di Vizio di forma e Il petroliere si è rinsaldato per la prima trasferta fuori dai confini statunitensi di Anderson, con risultati che sfiorano l'eccezionale. Il filo nascosto è uno dei grandi film del 2017, che nonostante un buon numero di candidature agli Oscar 2018 appare comunque sottovalutato rispetto al suo incredibile potenziale. La sua unica colpa? Essere così complesso e stratificato da non esprimere appieno la sua potenza in una singola visione.

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Daniel Day-Lewis in Il filo nascosto
Daniel Day-Lewis in Il filo nascosto, che ha dichiarato essere la sua ultima interpretazione al cinema

Il filo nascosto: anelito alla perfezione 

Si dice che esistano due tipi di amore: quello di quanti amano e quello di quanti si lasciano amare. Il filo nascosto sembra esplorare la difficilissima ricerca di equilibrio tra le due parti di un'improbabile coppia, in cui i rapporti di forza sono decisamente sfasati. Nella Londra degli anni '50, Reynolds Woodcock è un famoso sarto di vestiti per gran dame, principesse e ricche signore, noto per il suo perfezionismo e per l'impeccabile servizio dell'atelier che gestisce con l'aiuto della sorella Cyril. Capriccioso, esigente, egoista e spesso crudele, riserva un ristretto spazio nella sua vita per l'amore, stritolando in una routine assurda e punitiva le sue muse e amanti. Le sue donne le sceglie in quanto modelle aderenti a un canone ideale di bellezza sartoriale, non esitando ad umiliarle e trascurarle quando queste chiedono attenzioni di natura umana e affettiva. 

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Lesley Manville nei panni di Cyril Woodcock
Lesley Manville afferra a sorpresa una nomination agli Oscar nei panni di Cyril Woodcock

La sua ennesima conquista è una cameriera di una sperduta locanda della selvaggia campagna inglese. Alma entra nel mondo di Reynolds in un'evidente posizione di debolezza economica, sociale e affettiva. La sorella Cyril e il suo uomo esigono da lei il muoversi in punta di piedi in un'umiliante routine ampiamente rodata dal loro sodalizio, in cui lei è poco più di un grazioso manichino vivente. È a questo punto che comincia a sentirsi la dichiarata influenza dei romanzi di Daphne Du Maurier (e del conseguente cinema di Hitchcock, da Rebecca a Mia Cugina Rachele). 

Contro ogni pronostico e aspettativa, Alma aderisce profondamente alla routine di casa Woodcock, anzi tenta di plasmarsi al suo interno un posto per sé. La sua ostinazione al stare al fianco di Reynolds, la sua capacità quasi diabolica di individuarne i bisogni nascosti e il saltuario istinto a trasformarsi per un po' nella parte debole della coppia di Reynolds, la porta a traguardi impensabili e a scelte clamorose. Nel lasciarsi amare abbassando le difese, Reynolds è costretto a consentire ad Alma di agguantare una sorta di bizzarro, diabolico rapporto paritario. 

Il filo nascosto: Anderson al suo massimo

Lasciati alle spalle i minutaggi imponenti e i virtuosismi smaccati del passato, con Il Filo Nascosto Paul Thomas Anderson ci mostra finalmente il suo cinema della maturità. Il regista - già considerato tra i più grandi cineasti statunitensi viventi - finalmente asciuga il suo film di tutto il superfluo e anche di parte del necessario, lavorando con la tensione dell'allusione e del non detto.

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Il regista Paul Thomas Anderson
Il regista Paul Thomas Anderson sul set di Il filo nascosto

La cucina, le scale e le stanze di casa Woodcock si trasformano nel terreno di una guerra di potere che si combatte in un ostinato silenzio, eppure sa essere pericolosa e mortale come la più furibonda delle liti. La riflessione amara e travolgente sulla natura dell'amore e del desiderio di morte ad essa collegato fanno di Il filo nascosto un lungometraggio capace di non cadere davvero mai nella banalità del già detto, del superficiale.

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Amplificato da una colonna sonora memorabile e graziato da un trio di attori semplicemente eccezionale (citerò solo la giovane Vicky Krieps che rischia di rimanere innominata al fianco dei mostri sacri con cui si confronta), Il filo nascosto rasenta talmente una perfezione narrativa tale e lo fa con eleganza formale così stupefacente, che lascia il recensore senza molto da dire a parte la raccomandazione spassionata di visione. 

Il filo nascosto sarà nelle sale italiane a partire dal 22 febbraio 2018.

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Commento

cpop.it

90

Elegante, mai banale e così raffinato da richiedere forse una seconda visione: Paul Thomas Anderson in trasferta nel Regno Unito ci regala un grande film senza tempo e senza banalità sull'amore.

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