Restare in silenzio, restare vivi: la recensione di Un posto tranquillo

Autore: Elisa Giudici ,

Il rumore equivale alla morte: finché rimani in silenzio, potrai sopravvivere. È un'idea semplicissima ma per nulla scontata quella attorno a cui ruota Un posto tranquillo, un nuovo horror primaverile che sta già facendo molto parlare di sé tra gli appassionati del genere del brivido. L'accoglienza calorosa al festival texano di SXSW 2018 ha fatto intuire da subito che l'attore divenuto regista John Krasinski aveva vinto la sua prima prova in ambito horror, per cui sgombro subito il campo da ogni dubbio residuo: Un posto tranquillo è un film da brivido che sa coltivare l'attenzione e la tensione dello spettatore, regalando qualche spavento e una visione cinematografica sopra la media, dentro e fuori il suo genere specifico. 

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John Krasinski nel ruolo del capofamiglia
Come attore e regista, John Krasinski può essere soddisfatto del risultato finale del suo progetto horror

Il lungometraggio - una delle uscite più pregevoli della settimana - fa della propria semplicità la sua virtù. Attorno al suo incipit geniale, Un posto tranquillo costruisce una sua identità che lo distingue dalla massa di film dell'orrore senz'anima che si succedono in sala senza lasciare memoria di sé. Semplice, ma non semplicistico: nel costruire con rapidi tocchi l'inferno silenzioso in cui vive la famiglia Abbott e nel rendere via via più drammatica la lotta per la sopravvivenza dei singoli individui, Krasinski è una guida attenta a ogni dettaglio, che non sottovaluta ma anzi si affida al raziocinio dello spettatore per costruire la tensione silenziosa del film. 

Un posto tranquillo: semplice, silenzioso ed efficace 

Da qualche parte nell'America Rurale nel 2020 c'è un famigliola che cammina scalza in un supermercato che porta tutti i segni dell'Apocalisse: polvere, mancanza di elettricità, merci devastate. Un sorprendentemente numero di scaffali però è ancora integro e gli Abbott stanno facendo rifornimento di medicine e alimenti. Il pericolo sembra sempre incombente, eppure non c'è nessuno nei paraggi a minacciarli. I coniugi Abbott non hanno paura della violenza degli altri sopravvissuti ma di un passo falso loro o dei figli: basta infatti far cadere un oggetto o parlare ad alta voce ed ecco che una delle misteriose creature cieche ma dall'udito acutissimo che hanno invaso la Terra sbuca a grande velocità e uccide senza pietà il malcapitato. 

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Un posto tranquillo non è un paradiso bucolico, bensì un inferno di sentimenti ed energie che non possono affiorare. Non importa quanta gioia, rabbia o dolore si provi: piangere, ridere o urlare è una condanna a morte certa. Nel suo sonoro minimale e sussurrato il film di John Krasinski trova il suo primo punto di forza. Mentre i giorni scorrono (siamo a un'anno e qualche mese dall'inizio dell'invasione per gran parte del film) nella prigione uditiva degli Abbott - costretti a vivere a gesti e in punta di piedi, sempre con l'indice davanti alle labbra a reclamare un silenzio già onnipresente - lo spettatore si abitua così tanto all'assenza di suono che nei rari momenti in cui improvvisamente compare un rumore o si sente una voce, questa sembra raggiungere la potenza del tuono. 

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Emily Blunt e Millicent Simmonds in Un posto tranquillo
Convincono e a tratti impressionano le due protagoniste del film, Emily Blunt e Millicent Simmonds

Quella del sonoro (e della sua assenza) in un tipo di film da cui ci si aspettano urla e rumori sinistri è l'inversione più evidente e potente del film sceneggiato e diretto da John Krasinski. Quella più sottile non è immediatamente evidente, perché riguarda la sfera visiva: in un film in cui si parla pochissimo e quasi solo con la lingua dei segni, è una necessità pressante quella di raccontare eventi pregressi e spiegare il presente attraverso le immagini. Senza che nessuno dica una parola, attraverso dettagli sullo sfondo o gesti reiterati della macchina da presa e della quotidianità dei protagonisti, il film ci indica silenziosamente le risposte alle domande che ci poniamo. 

Un posto tranquillo è l'ennesima prova (dopo It Follows, Get Out e The VVitch) che per fare un horror davvero riuscito serve sì una buona idea di partenza, ma anche la consapevolezza che chi lo guarda in sala non può essere spaventato davvero senza tenere in conto la sua intelligenza. A fare paura in Un posto tranquillo non sono i cambi di musica, le urla o gli scricchiolii sinistri che annunciano un inevitabile jump scare. A rendere il film terrorizzante è il pragmatismo e l'intelligenza con cui gli Abbott affrontano la minaccia aliena costantemente, in maniera brillante e accorta, eppure finiscono sempre più con le spalle al muro e ridotti al silenzio. 

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Noah Jupe e Millicent Simmonds nella scena del silos
Noah Jupe e Millicent Simmonds sono due giovanissimi attori dalle carriere già ricche di interpretazioni memorabili

Non mancano poi le trovate diaboliche (Emily Blunt si ritrova in una situazione già da incubo in condizioni normali, figuriamoci nella dittatura del silenzio assoluto) e geniali (la promettente Millicent Simmonds interpreta la figlia sordomuta e quindi incapace di sentire il pericolo arrivare), i guizzi di una sceneggiatura che raramente si concede passaggi facili o scorciatoie. Corona un film che è un piccolo gioiello di tensione una creatura dalla resa estetica sorprendentemente tattile, che riesce ad essere molto più dell'inevitabile effetto speciale che contrasta con l'ambiente circostante. 

Non c'è molto altro da dire sul film, una pellicola da promuovere sotto ogni aspetto: produzione attenta, attori capaci (Blunt e Krasinski non deludono, ma anche i ragazzini fanno una bella figura), sceneggiatura blindata e regia di grande attenzione e con una certa eleganza. Meglio quindi rimanere in silenzio, indicando la sala cinematografica, affinché non perdiate un film che si farà davvero notare e ricordare e non solo dai cultori del genere. 

Un posto tranquillo sarà nelle sale italiane a partire dal 5 aprile 2018.

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Commento

cpop.it

80

Un'idea di partenza semplice ma efficace, una regia capace di generare tensione, bravi attori e il rispetto per l'intelligenza dello spettatore: Un posto tranquillo è un horror davvero ben eseguito.

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