Lo squalo: tutti i capitoli della saga, dai libri al film di Spielberg

Autore: Emanuele Zambon ,

Se c'è qualcuno che ha saputo riscrivere le regole dell'intrattenimento, quello è Steven Spielberg. Negli anni '70 ha elettrizzato il pubblico con due pellicole mozzafiato, in qualche modo speculari: se infatti un film concepito per la TV come Duel si presenta come uno sfrenato duello on the road tra un mite automobilista e una macchina infernale, nell'indimenticabile Lo squalo del 1975 la sfida mortale prende vita sull'acqua, con il minaccioso rombare di un tir demoniaco sostituito dalle terrificanti fauci di un predatore dei mari.

E pensare che Spielberg approcciò al film quasi per caso, durante le fasi finali della produzione di Sugarland Express. Negli studi Universal attirarono la sua attenzione alcune bozze di un libro di Peter Benchley. Il regista di Jurassic Park se ne impossessò senza chiedere il permesso, come da lui stesso ammesso:

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Le presi senza domandare niente a nessuno, prima di un weekend. Il romanzo mi appassionò, specie le ultime 150 pagine, quelle dello scontro in mare aperto. Si trattava in qualche modo di una storia molto simile a quella di Duel, trasferita però in un altro universo. Il lunedì mattina, in ufficio, mi scusai per aver preso le bozze e dissi che, se ci fosse stata la benché minima possibilità per me di dirigere il film, ero pronto fin da subito. Mi risposero però che il progetto era già di un altro produttore, affidato ad un altro regista.

Quattro settimane più tardi ci fu la svolta. Gli studios incaricarono Spielberg di dirigere quello che si sarebbe rivelato, fino ai primi anni '90, uno dei maggiori incassi della storia del cinema, proiettando in modo definitivo (e duraturo) il cineasta nato a Cincinnati nell'olimpo di Hollywood in qualità di realizzatore di sogni e sfide impossibili.

Vediamo, quindi, da vicino le diverse opere dedicate alla saga de Lo squalo, dal primo capolavoro spielberghiano datato 1975 ai dimenticabili sequel, fino all'omonimo romanzo di Peter Benchley dedicato al pauroso dominatore degli oceani.

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Steven Spielberg tra le fauci dello squalo sul set del film

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Il romanzo di Peter Benchley

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Peter Benchley sul set de Lo squalo

Nel '74 il giornalista Peter Benchley scrisse il romanzo Jaws (letteralmente, "fauci") che rimase per 44 settimane nella hit parade dei best-seller. Nella stesura, lo scrittore statunitense venne ispirato da un fatto di cronaca avvenuto ad inizio secolo lungo la costa del New Jersey: tra l'1 e il 12 luglio del 1916 si verificarono diversi attacchi da parte di uno squalo - che fu ribattezzato in seguito "lo squalo del Jersey Shore" - che portarono alla morte di 4 bagnanti e al ferimento di un'altra persona.

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All'epoca si sapeva poco o nulla sugli squali e sulle loro abitudini, tant'è che l'esemplare responsabile della mattanza non fu mai individuato con certezza, sebbene di lì a poco fu ripescato in acque vicine al luogo delle uccisioni un grande squalo bianco (Carcharodon carcharias) nel cui stomaco furono rinvenuti resti umani.

Il romanzo Lo squalo ispirò l'omonimo film di Spielberg, co-sceneggiato dallo stesso Benchley. Nel passaggio dalla carta al grande schermo venne eliminato ogni possibile elemento relativo al flirt tra il biologo Matt Hooper e la moglie di Brody, il capo della polizia della piccola comunità costiera di Amity, a Long Island. Altra licenza rispetto al romanzo di partenza venne presa in merito al destino dello stesso Hooper, che nel film di Spielberg, contrariamente a quanto avviene nel libro, sopravvive dopo la drammatica caccia in mare aperto.

I romanzi di Hank Searls ispirati ai sequel

Si tratta, in sostanza, di due novelization (ovvero una trasposizione letteraria di un film) affidate a Hank Searls, autore americano attivo fin dai primi anni '60. I libri sono tratti dal secondo e quarto capitolo della saga.

Film

Lo squalo (1975)

Quando ad Amity, una piccola località sulla costa atlantica, uno squalo bianco attacca i bagnanti, il capo della polizia del posto, Brody (lo interpreta Roy Scheider), inizia a fare pressione per vietare ai cittadini la balneazione. Ma gli interessi del sindaco e dei commercianti locali avranno la meglio sull'allarmismo del tutore della legge. In seguito ad un secondo attacco, Brody si unisce a un cacciatore di squali (Robert Shaw) e ad un giovane biologo marino (Richard Dreyfuss) per dare la caccia al predatore che terrorizza la costa statunitense.

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Lo squalo è un film che fa leva sulla suspense, un horror stupefacente che dilata l'attesa fino allo sfinimento (il pescecane-mostro non appare sullo schermo nei primi 80 minuti) prima dell'inevitabile e convulsa resa dei conti finale. Spielberg rilegge il mito mellvilliano di Moby Dick, intrecciandolo col romanzo di Benchley e adottando soluzioni di regia innovative quanto efficaci (si pensi all'uso della soggettiva nei primissimi attacchi dello squalo).

Non a caso al thriller del '75 spetta il podio dei migliori film del regista americano. Un titolo indimenticabile, imitato nel corso dei decenni senza mai essere eguagliato.

Lo squalo 2 (1978)

Tre anni e tre Oscar dopo, Universal fremeva per realizzare un sequel del film di Spielberg. Incassato il no del regista, impegnato nella realizzazione di Incontri ravvicinati del terzo tipo, gli studios virarono dopo una serie di vicissitudini sul francese Jeannot Szwarc.

L'obiettivo era quello di incassare il più possibile, sfruttando l'enorme successo del film precedente. Impossibile, però, replicare ne Lo squalo 2 l'effetto sorpresa della pellicola diretta da Spielberg. Szwarc optò per una riduzione della suspense, mostrando il mastodontico pescecane sin dai primi minuti e, di fatto, riproponendo il medesimo impianto narrativo dell'originale (l'attacco dello squalo, i sospetti di Brody, la diffidenza di sindaco e commercianti) ma esasperando l'azione attraverso un coinvolgimento più ampio di personaggi minori.

"Proprio quando sembrava che non ci fosse più pericolo". La tagline destinata a fare epoca ben si addice al migliore sequel della saga, campione di incassi al box-office anche grazie al coinvolgimento di Roy Scheider, già protagonista del primo film, e al riutilizzo delle mitiche due note alternate di John Williams.

Lo squalo 3 (1983)

Universal Pictures
Dennis Quaid in una scena del film

In principio Lo squalo 3 avrebbe dovuto vedere la luce come una parodia della saga affidata alla regia di Joe Dante. Non se ne fece nulla. In cambio, ecco il secondo dei tre sequel de Lo squalo, il primo senza Roy Scheider. La pellicola assai deludente - diretta da Joe Alves - fu il primo ruolo di un certo rilievo per un allora semisconosciuto Dennis Quaid (viene da chiedersi, vedendolo, se sia mai stato veramente govane).

Il film è il primo della saga a presentare elementi di discontinuità. L'azione, infatti, non si svolge più nella ridente Amity, bensì al SeaWorld in Florida, un parco acquatico con lagune e tunnel subacquei il cui perimetro viene violato da un cucciolo di squalo. L'ingresso nella struttura del piccolo pescecane è seguito a stretto giro da quello della madre, un'esemplare di 12 metri che semina il panico tra inservienti e pubblico.

Lo schema narrativo reiterato è ormai logoro e Lo squalo 3 può considerarsi a tutti gli effetti un horror di serie b, girato però con il budget di una media/grande produzione hollywoodiana.

Lo squalo 4 - La vendetta (1987)

Lo squalo 4 - La vendetta. Nemmeno se il pescecane, sempre più mostruoso, fosse Bruce Lee incazzato nero, Rambo provocato e Liam Neeson con la figlia rapita messi insieme. La pellicola diretta da Joseph Sargent è a dir poco insulsa, perfino ridicola in alcuni momenti.

Non bastano il ritorno della Ellen Brody di Lorraine Gary e neppure il reclutamento di Michael Caine (Mike, perché?) a salvare un sequel disastroso ambientato a pochi giorni dalla Vigilia di Natale. Basta un particolare per farsi un'idea sul film: in una delle scene finali l'aberrante squalo bianco emerge dalle acque e ruggisce, nemmeno fosse il T-Rex di Jurassic Park (è risaputo infatti che nella realtà è impossibile che si verifichi tutto ciò).

Esistono due versioni del finale del film, più precisamente la scena dell'uccisione dello squalo. La versione originale mostra Ellen speronare il pescecane, che infilzato dal bompresso, muore brutalmente e affonda nell'oceano insieme a ciò che rimane della nave, mentre gli occupanti saltano giù. A causa della disapprovazione da parte del pubblico, il regista decise di girarne uno nuovo dopo soli 5 giorni, in cui lo squalo, venendo infilzato, subito dopo salta in aria grazie ad un trasmettitore ad alta frequenza elettrica che aveva precedentemente inghiottito, e Jake, che si credeva fosse stato divorato dall'animale, riemerge dall'acqua ancora vivo. L'ultima versione è stata girata tuttavia con pochi mezzi (è facilmente riconoscibile il modellino sembiante lo squalo usato durante l'esplosione).

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