Ocean's 8, la recensione: la rapina declinata al femminile perde la verve

Autore: Elisa Giudici ,

C'è qualcosa di quasi rivoluzionario nel vedere Rihanna aggirarsi per la città senza indossare il reggiseno sotto la canotta, così come non capita spesso di vedere al cinema un gruppo di attrici che mangia continuamente e di tutto, con grande naturalezza, senza che l'accento venga posto sugli effetti che il cibo avrà sul loro corpo. Diventa davvero difficile poi risalire a un precedente di un gruppo di attrici e star riunite come assolute protagoniste di un film in cui non è la loro vita sentimentale a fare da collante, in cui sostanzialmente non esiste attrito e conflitto tra le protagoniste. Ocean's 8 è insomma un'ulteriore passo in avanti nella lunga serie di tentativi più o meno riusciti di Hollywood di parificare le storie dei grandi blockbuster estivi e non, mettendo le donne al timone e stando a vedere cosa succede. 

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Debbie e Lou in una scena di Ocean's 8
L'intesa tra Bullock e Blanchett è uno dei risvolti più riusciti del film

L'estate sembra essere stata eletta a stagione principe per questa sperimentazione, che per il momento pare per larga parte limitarsi a riscrivere franchise classici in chiave femminile. Dopo Ghostbusters e l'ondata violentissima di polemiche più o meno ragionevoli che ha generato, nel 2018 è il turno degli heist movie, i film sui colpi grossi e le rapine ambiziose. Danny Ocean cede il posto alla sorella Debbie, intenzionata a mettere su un colpo ancora più ambizioso dei precedenti, avvalendosi di una squadra tutta al femminile. 

Otto donne e la truffa del secolo

Chi sperava in una sovversione in piena regola rimarrà però deluso: tra i produttori spunta il nome di Steven Soderbergh, fondatore e regista della saga, che presiede da dietro le quinte l'operazione di metamorfosi della sua creatura. Mentre esplora le strade alternative ad Hollywood con progetti come La truffa dei Logan e Unsane, Soderbergh affida al collega Gary Ross (Hunger Games, Free State of Jones) il compito di girare il nuovo Ocean's. Forse è questo il punto di rottura, la spia che denuncia quanto si sia interessati alla formula sicura che un cast stellare e un film d'azione brillante garantiscono, con quel quid promozionale in più che assicura la formula al femminile. 

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Rihanna in una scena del film
Rihanna non sfigura al fianco delle colleghe attrici

Non è che il film non faccia i compiti in campo di femminismo e social justice, anzi. Sin da subito troviamo una Sandra Bullock quietamente determinata a provare il suo valore di truffatrice e rapinatrice con quello che si annuncia essere un piano perfetto: approfittare del celebre MET Gala per rubare una collana di diamanti di Cartier dal collo dell'attrice Daphne Kluger (Anne Hathaway). Per farlo tornerà a fare coppia con l'amica e partner di sempre Lou (Cate Blanchett) con cui metterà su il solito, complicatissimo piano popolato di artiste della truffa con vestiti casual, ambizioni da skater o perfetti tran tran familiari. 

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Il contributo più dirompente è forse quello di Rihanna, che ironicamente assiste da hacker vagamente annoiata al dietro le quinte di un evento modaiolo - il MET Gala - di cui è stata più volte la regina indiscussa. La nonchalance con cui fuma erba, mangia al fast food e tiene testa alle grandi attrici che la circondano porta su grande schermo la sua capacità di rompere i codici ed essere icona sul red carpet e nella vita reale.

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Sandra Bullock e Cate Blanchett in una scena di Ocean's 8
Bullock e Blanchett fanno scintille

Anche da parte degli studios c'è però la volontà di provare le ricette ormai perfezionate sul versante maschile in quello femminile. Cate Blanchett si muove nei suoi outfit da rocker lesbica con una noncuranza esemplare, facendo propria una sceneggiatura in cui più e più volte il suo legame da partner d'affari con Debbie sembra sfumare nel territorio dell'affezione vera e propria. Insomma, si potrebbe urlare al bromance, se non fosse che il termine equivalente femminile non è ancora stato coniato. 

Ocean's al femminile: tutto troppo sicuro

Il colpo del secolo raccontato da Ocean's 8 è stato minuziosamente calcolato dalla protagonista durante il quinquennio trascorso in prigione per colpa del suo amante e socio dell'epoca. Un piano che è stato così tanto ripassato e limato da essere sin troppo perfetto, almeno per le sorti cinematografiche del film. Di fatto Ocean's 8 presenza una rapina ambiziosissima eppure noiosa per quanto le cose procedano esattamente da copione, senza mai un'intoppo che non possa essere superato da una scrollata di spalle e un'aggiunta dell'ultimo minuto. 

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Sarah Paulson in Ocean's 8
A Sarah Paulson spetta il ruolo della mamma con nostalgia del mondo criminale

Se c'è una cosa che gli heist movie classici come i primi Ocean's ci hanno insegnato è che nel momento in cui il piano diventa realtà, l'intoppo non è una variabile, bensì una certezza: qualcosa di imprevedibile succederà e avrà forti ricadute su tutto il resto. In Ocean's 8 la regia rassicurante e senza guizzi di Gary Ross fa il paio con un racconto del tutto privo di mordente e ritmo, in cui non c'è mai un picco di adrenalina o un colpo di scena sorprendente. Si sente la mancanza di una firma incisiva come quella di Soderbergh in un film action in cui l'azione è ridotta ad un lumicino e sempre gestita con robotica precisione dalle protagoniste. Si rischia di fornire un'ottima freccia all'arco di quanti dicono che le donne non sono il soggetto ideale per film di questo genere, perché li rendono intimisti e statici 

Ocean's 8 sarà nei cinema a partire dal 26 luglio 2018.

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Commento

cpop.it

65

Il nuovo capitolo di Ocean's declinato al femminile fa tutto molto (troppo?) bene nel dare una rappresentazione positiva e ben calibrata delle protagoniste, peccato si scordi di dare un ritmo al film.

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