E venne il giorno, la trama e i misteri del film di M. Night Shyamalan

Autore: Marcello Paolillo ,

M. Night Shyamalan è sicuramente un regista in grado di lasciare un segno profondo nei suoi film, sia nel bene che nel male.

Dopo essere stato per anni definito all'unanimità come "il regista de Il Sesto Senso", grazie all'impatto che la pellicola con Bruce Willis ha avuto sul grande pubblico (e al botteghino), M. Night ha visto affievolire man mano la sua popolarità per via di alcune pellicole decisamente poco riuscite.

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20th Century Fox
I tre protagonisti in una sequenza del film E venne il giorno

Intendiamoci, nulla di così grave o deprecabile, ma passare da due progetti chiari e decisi come Signs e The Village a un film astratto e decisamente poco "Shyamalan" come Lady in the Water (non solo un flop al botteghino, ma anche uno dei lungometraggi del cineasta meno caompresi dalla critica specializzata), ha inevitabilmente portato l'autore di Unbreakable a un bivio.

Se devo morire, voglio essere lì con te

Bivio che, dopo il successo di Split e in vista dell'attesissimo Glass, suona sicuramente come una premonizione. E venne il giorno (The Happening), uscito nell'ormai lontano 2008 e basato su di una sceneggiatura originale chiamata "The Green Effect", rappresenta infatti un "ritorno alle origini" da parte del regista, in un periodo in cui nessuna major - ad eccezione di 20th Century Fox - era intenzionata ad investire nuovamente in un progetto dell'ex cineasta in grado di far "vedere la gente morta" a un bambino di soli 11 anni.

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Cosa rende però E Venne il Giorno uno dei film più incompresi tra quelli realizzati da M. Night Shyamalan? Sicuramente, la trama ha una valenza molto importante nell'ottica generale: la storia ha inizio con una serie di sequenze realmente shockanti, una miriade di suicidi apparentemente inspiegabili in varie città americane, da Philadelphia a New York.

La società entra nel panico e non c'è modo di capire chi o cosa stia scatenando questa ondata di morti. Sono in molti a pensare possa trattarsi di un attacco terroristico (dopotutto, l'11 settembre era ancora ben impresso nella mente del popolo americano) o magari di virus letale destinato ben presto a decimare la razza umana.

Ad avere l'illuminazione è un professore di un liceo di Philadelphia, Elliot Moore (Mark Wahlberg) il quale, dopo aver ipotizzato che la sparizione sistematica delle api sia un grave campanello di allarme, capisce ben presto che il suo scopo primario deve essere quello di fuggire da questo "nemico invisibile", portando con se anche sua moglie Alma (Zooey Deschanel), con cui è profondamente in crisi. Accompagnati anche da un amico di Elliot, l'insegnante di matematica Julian (John Leguizamo) e da sua figlia di otto anni Jess, il gruppo decide ben presto di dirigersi verso le fattorie della Pennsylvania, unico luogo apparentemente sicuro dove evitare di essere "colpiti" da questa misteriosa sindrome in grado di portare istantaneamente al suicidio.

C'è qualcosa di strano nel vento...

Ancora una volta, M. Night Shyamalan non opta per il classico "mostro", bensì decide di spingere l'acceleratore su di un pericolo tanto inquietante quanto non visibile da occhio umano, basandosi sul semplicistico concetto del "cosa potrebbe accadere se la natura decidesse improvvisamente di ribellarsi all’uomo?". Il personaggio di Elliot Moore scopre infatti ben presto che l'orribile fenomeno è scaturito dalle piante, presumibilmente pollini o spore trascinate dal vento, in grado di gettare nel caos il Nord Est degli Stati Uniti e mettendo quindi in pericolo l'intero pianeta.

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20th Century Fox
Mark Walhberg in una sequenza del film

Shyamalan gioca infatti con lo stile classico di Alfred Hitchcock (Gli Uccelli), dove una forza della natura è il vero pericolo per l'uomo, ricalcandone anche una certa estetica ma non scadendo mai nel cliché o nel plagio. Certo, la questione dell'eco-minaccia non è mai spiegata a chiare lettere, né sono chiare le sue origini (oltre al fatto che manca, ancora una volta, il classico colpo di scena finale a cui il regista di Signs ci aveva abituato da sempre). E forse è proprio questo che ha reso E venne il giorno un film piuttosto indigesto a una larga fetta di spettatori.

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Ad anni di distanza dalla sua uscita, e dopo aver compreso e "digerito" un epilogo che pone l'accento sull'inevitabilità degli eventi (la minaccia portata dal vento sembra infatti in procinto di ripartire sul suolo francese), E venne il giorno è a conti fatti uno dei film minori del regista de Il Sesto Senso, ma non per questo non in grado di trasmettere quel senso di disagio e inquietudine tipici del cineasta indiano.

Un film da riscoprire, magari chiudendo il proverbiale occhio.

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