Sulla mia pelle: dalla cancellazione delle proiezioni alla distribuzione, infuria la polemica sul film su Cucchi

Autore: Silvia Artana ,

Ci sono film destinati a fare discutere e Sulla mia pelle è uno di quelli. La pellicola che racconta gli ultimi 7 giorni di vita di Stefano Cucchi tocca un nervo scoperto della giustizia e della società italiane e la scelta di presentarla a Venezia 75 e di distribuirla quando ancora non è stata raggiunta una verità processuale ha provocato veementi reazioni da parte dei sindacati delle forze dell'ordine.

Pochi giorni dopo la première del 29 agosto (accolta da 7 minuti di applausi), ulteriore benzina sul fuoco della polemica è stata gettata dalla notizia, confermata da Il Tempo, secondo cui il film avrebbe ricevuto un contributo statale per la realizzazione pari a 600mila euro.

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Da allora, le controversie sono aumentate ancora, anche in ambiti non strettamente inerenti la delicata e caldissima vicenda narrata con equilibrio, precisione e durezza dal regista Alessio Cremonini.

Un nuovo fronte di crisi si è aperto nelle ultime ore a causa delle decisione di Facebook di cancellare tutti i post che promuovevano le proiezioni non ufficiali ed è andato a sommarsi al boicottaggio del film deciso da numerose sale cinematografiche italiane, in seguito al mancato rispetto dei termini di distribuzione da parte della società produttrice della pellicola, Lucky Red.

La cancellazione delle proiezioni di Sulla mia pelle

Dopo la presentazione in anteprima a Venezia 75, Sulla mia pelle arriverà in contemporanea su Netflix e in sala il 12 settembre.

Per la storia che racconta, il film diretto da Alessio Cremonini e interpretato da Alessandro Borghi porta con sé un'aspettativa e un interesse che travalicano i confini dell'arte ed entrano di prepotenza nell'attualità e nel sociale. Per questa ragione, numerose associazioni e collettivi di vario tipo si sono mobilitati per organizzare proiezioni indipendenti e aperte al pubblico, promuovendo i diversi eventi su Facebook.

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Ma a un certo punto, i post che segnalavano le varie iniziative sono spariti dal social network.

A segnalare il fatto è stata Ilaria Cucchi, sorella di Stefano e impegnata da anni in una dolorosa ed estenuante battaglia per stabilire la verità sulla morte del fratello, avvenuta il 22 ottobre del 2009 all’Ospedale Sandro Pertini di Roma:

Sulla mia pelle aveva invaso il web. Una valanga di eventi organizzati in tutta Italia per la proiezione. La cosa mi ha fatto un enorme piacere e mi ha scaldato il cuore vedere ancora una volta quanto interesse e quanto calore ci sia intorno a Stefano e a questo bellissimo film su di lui. Devo pertanto confessare tutto il mio dispiacere e la mia amarezza per il fatto che tutto questo sia stato cancellato in un batter d'occhio da Facebook. Scomparso. Noi non abbiamo voce in capitolo, possiamo forse comprenderne le ragioni ma mi dispiace e non poco.

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Nel clima teso che accompagna la vicenda e il film, il fatto ha sollevato un immediato polverone. Ma come spiega Il Corriere della Sera, la decisione di Facebook è stata dettata da questioni di copyright, in base a quanto previsto dalla Legge 22 aprile 1941 n. 633 (Protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).

In pratica, la proiezione pubblica di un'opera cinematografica può essere effettuata solo previa autorizzazione dell'autore e dietro il pagamento allo stesso di un compenso. Due condizioni che sarebbero venute a mancare nel caso in questione.

Stando a quello che scrivono Lazio Channel e Il Messaggero, Lucky Red avrebbe fatto espressa richiesta a tutti i soggetti diversi dai cinema interessati a proiettare Sulla mia pelle di attendere un mese dall'uscita del film "per non danneggiare chi ha investito sulla pellicola e gli esercenti che hanno scelto di trasmetterla nelle loro sale".

Tuttavia, numerosi collettivi antagonisti (tra cui quelli de la Sapienza a Roma e del centro sociale Askatasuna a Torino) non sembrano intenzionati a rispettare l'embargo.

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In particolare, il collettivo romano ha diffuso un comunicato in cui dichiara che non rinuncerà all'evento che ha programmato il 14 settembre:

Con un vergognoso attacco congiunto, Facebook e distribuzione hanno cancellato il nostro evento che in pochi giorni aveva ottenuto circa 20.000 fra interessati e partecipanti e oltre le 700.000 persone raggiunte. Parlano di voler riaccendere i riflettori sulla faccenda ed è così che credono di farlo? Boicottando una iniziativa gratuita e senza alcun fine di lucro, alla quale avrebbero partecipato potenzialmente migliaia e migliaia di studenti? Non ci faremo intimidire, vi aspettiamo ancor più numerosi e ancor più decisi.

La polemica per la distribuzione di Sulla mia pelle

I problemi relativi alla proiezione di Sulla mia pelle non si limitano alla disputa sugli eventi non autorizzati. Anche la distribuzione ufficiale è travagliata e accompagnata da veementi polemiche.

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Diversi esercenti cinematografici hanno deciso di boicottare il film e di non trasmetterlo in sala, in segno di protesta contro l'uscita concomitante su Netflix.

Come spiega La Stampa, la protesta nasce dal mancato rispetto da parte di Lucky Red dell'accordo che prevede che trascorrano 3 mesi dal passaggio di una pellicola sul grande schermo a quello sulla piattaforma on demand.

Il presidente reggente dell’Anec (Associazione italiana esercenti cinema) Piemonte e delegato nazionale del piccolo esercizio, Arrigo Tomelleri, ha dichiarato che la decisione è altamente lesiva per la categoria e ha annunciato che alla protesta aderiranno tanto i multiplex che le sale d'essai:

Un'iniziativa unilaterale di questo tipo infligge un colpo durissimo al già agonizzante mercato delle sale cinematografiche. È inaccettabile.

Nonostante la levata di scudi, Sulla mia pelle potrà comunque contare sulla presenza in numerose sale, il cui elenco completo è stato condiviso da Ilaria Cucchi su Facebook:

Il titolare dell'unico cinema di Torino che proietterà il film di Alessio Cremonini, l'attore e doppiatore Sergio Troiano (noto al grande pubblico per la sua partecipazione alla soap CentoVetrine), ha dichiarato che romperà l'embargo perché "[Sulla mia pelle, n.d.r.] è un film necessario, d'inchiesta, quel tipo di cinema che ci ha resi grandi e apprezzati in tutto il mondo" e ha rivolto un appello a tutti gli esercenti cinematografici:

Le ragioni di lotta dei miei colleghi e sono giuste e condivisibili. Ma chiedo una deroga in nome dell’urgenza di offrire un servizio che, se negato, rischia di esacerbare lo scontro sociale.

La sua richiesta sarà ascoltata?

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