Ecco i giochi della PS1 che vorremmo rigiocare

Autore: Andrea Guerriero ,
Videogames
11' 20''

Tutti i giocatori che hanno avuto la fortuna di vivere i primi anni '90 impugnando un pad sapranno benissimo quanto sia vasta e variegata la line-up della prima PlayStation.

Una console, quella Sony, che in un brevissimo lasso di tempo è riuscita a sbaragliare la concorrenza delle veterane SEGA e Nintendo, facendo scendere in campo CD-ROM, grezzi poligoni e eroi indimenticabili.

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E se è vero che Tekken 3, Ridge Racer 4, Final Fantasy VII, Wild Arms e il meno famoso ma pur sempre storicamente imprescindibile Jumping Flash saranno della partita, a seguire trovate la nostra ''selezione dei sogni''. Non è stato facile scegliere solo 20 giochi in un panorama tanto affollato - sono riportati in ordine assolutamente casuale - ma di certo questo piccolo retro-viaggio ha saputo emozionarmi: riuscirà a farlo anche con voi?

Crash Team Racing

Mario Kart è senza ombra di dubbio il re dei videogiochi di kart dall'impostazione necessariamente arcade. Eppure negli anni ha incontrato su suo percorso molti rivali piuttosto agguerriti. 

Tra questi, è impossibile non ricordare Crash Team Racing. Il corsistico del 1999 realizzato dai ragazzi di Naughty Dog - ora al lavoro su The Last of Us Part II - portò una ventata di aria fresca in un genere già allora stantio, introducendo un interessante sistema di turbo e miniturbo, personaggi iconici provenienti dalla saga di Crash e una modalità storia ad esplorazione libera.

Tombi!

Gli amanti dei platform game con qualche capello bianco ricorderanno sicuramente con affetto Tombi! e il suo seguito diretto. Classe 1997, il videogioco ideato da Tokuro Fujiwara si propone come un'esplosione di azione e colori in due dimensioni a scorrimento orizzontale, per altro con un livello di sfida settato decisamente verso l'alto.

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In Tombi! siamo chiamati a saltare in testa e mordere i perfidi maiali pronti a conquistare il mondo, aiutare fastidiose scimmiette affamate, imparare il linguaggio degli gnomi e partire alla ricerca dei famigerati sette maiali, perfidi suini dotati di poteri magici che Tombi dovrà letteralmente mettere nel sacco.

Silent Bomber

Un po' tutti conosciamo le classiche meccaniche di gameplay legate alla serie Bomber-Man di casa Hudson. Solo alcuni però ricordano il ''cugino'' Silent Bomber, uscito nel 1999 grazie agli sforzi di CyberConnect2 e Bandai Namco.

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In questo classico top-down shooter vestiamo i panni di un ragazzo dai capelli bianchi creato in laboratorio, che deve sbaragliare i propri nemici solo posizionando letali bombe in diverse zone strategiche della mappa di gioco, per un ritmo che ricorda decisamente le più apprezzate produzioni arcade.

Final Fantasy Tactics

Certo, in questa lista avrei potuto citare gli amatissimi Final Fantasy VII - comunque di ritorno con un remake a natura episodica -, VIII o IX, ricevendo la prevedibile approvazione di un po' tutta la community geek. 

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La ''Fantasia Finale'' di Square Enix graziò però la prima PlayStation anche con quello che, per chi vi scrive, è ancora oggi il gioco di ruolo tattico più bello mai apparso sulla piazza. Final Fantasy Tactics, per quanto appartenente a un genere di nicchia, è capace di ammaliare un po' tutti con una trama fitta di intrighi e politica ambientata in un medioevo fantastico, tanto ben confezionato da poter fare invidia ad un romanzo storico.

Vagrant Story

Ancora Square Enix - allora conosciuta come Squaresoft -, ancora giochi di ruolo atipici.

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Vagrant Story, al debutto su PlayStation nel 2000, rappresenta infatti un mix perfetto di azione, tattica e "ruolismi" più vicini ai canoni del tempo. La difficoltà, neanche a dirlo, potrebbe creare ben più di qualche grattacapo alla maggior parte degli appassionati, ma posso assicurarvi che il suo particolare stile grafico in 3D e pennellate a mano, il sistema di combattimento ibrido, la criptica personalizzazione delle abilità e trama e personaggi di primissimo livello, non possono che segnare cuore e spirito di chiunque si professi amante del gaming. 

Gran Turismo 2

Il miglior simulatore di guida per la sua epoca: niente di più e niente di meno. 

Con Gran Turismo 2, Polyphony Digital regalò a tutti i fan delle quattro ruote un sogno ben più che reale in lamiera e motori rombanti, dando il via ad una saga che ancora oggi rappresenta una delle esclusive PlayStation di maggior prestigio - l'ultimo capitolo è Gran Turismo Sport per PlayStation 4. Patenti e campionati hanno segnato intere generazioni di gamer, ed è dunque più che naturale voler correre ancora una volta su quelle stesse piste sulla futura PlayStation Classic.

Klonoa: Door to Phantomile

Se tutti conoscono Spyro the Dragon e Crash Bandicoot come i principali rappresentati del genere platform in tre dimensioni su PSX, la saga di Klonoa ha dovuto sempre faticare per imporsi sul mercato.

Sia chiaro, il franchise di Bandai Namco non ha davvero nulla da invidiare ai suoi più illustri cugini, ma non è purtroppo riuscito a vedersi proiettato nell'Olimpo delle stelle videoludiche. L'uscita dicembrina di PlayStation Classic potrebbe dunque rappresentare l'occasione giusta per riscoprire e rivalutare un platform game in due dimensioni e mezza dalle atmosfere sognanti e dai colori brillanti, condito da una colonna sonora altrettanto eterea e dal carisma di un protagonista dalle orecchie penzolanti chiamato ad esplorare mondi selvaggi, fortezze e veri e propri incubi.

Tomb Raider II

Ora che Shadow of the Tomb Raider è andato a chiudere la trilogia reboot di Lara Croft su PlayStation 4, Xbox One e PC, l'annuncio di PlayStation Classic non può che riportarci indietro nel tempo alla riscoperta del secondo capitolo della saga tradizionale.

Tomb Raider II rappresenta non solo il miglior capitolo del franchise apparso sulla console Sony, ma anche la definitiva consacrazione di quella che è tutt'ora l'eroina poligonale più amata ed iconica di sempre. Il gioco ha saputo - nel lontano 1997 - riprendere la formula di successo del primo capitolo ampliandola e migliorandola sotto ogni punto di vista, con un comparto grafico davvero stupefacente per i suoi tempi.

Castlevania: Symphony of the Night

Castlevania: Symphony of the Night non è solo considerato il miglior esponente della saga a marchio Konami, ma anche quello che, da solo, è riuscito a creare il genere dei ''metroidvania''. Si tratta di una pietra miliare nella storia del videoludo, che ancora oggi influenza - direttamente o in modo derivativo - tantissimi team di sviluppo, soprattutto della scena indie.

Symphony of the Night è un sogno dall'animo gotico che tutti dovrebbero vivere almeno una volta, un sogno che ha saputo recuperare tutti gli elementi classici della serie Castlevania per stravolgerli, migliorarli e incastonarli in un mondo in due dimensioni dall'eccezionale bellezza. Senza poi dimenticare le sue geniali trovate di gameplay - ricordate il mondo inverso dopo il primo finale?

Bishi Bashi

Uscito nella Terra del Sol Levante nel 1998 e approdato in Europa solo negli anni 2000, Bishi Bashi è una raccolta di assurdi minigiochi pensata espressamente per il gioco in multiplayer locale, che ancora oggi può tranquillamente dirsi uno dei migliori party game mai creati.

Grazie ad esso si può riscoprire il piacere di radunare una manciata di amici per lanciarci in un'esperienza coloratissima e fuori di testa, che ''fa il verso'' alla cultura giapponese e al suo non sempre accessibile fascino. Siete chiamati, tra le altre cose, a passarvi di mano in mano una bomba prima che esploda, suonare la vostra racchetta come chitarra, impersonare un fantino per schivare ostacoli a cavallo e addirittura pescare pesci grandi quanto il vostro schermo.

Legacy of Kain: Soul Reaver

Quella di Legacy of Kain è una saga che sembra esser stata dimenticata da Square Enix (che attualmente ne detiene il marchio), ma che possiede un'ottima fanbase.

Un capitolo che nel 1999 ci metteva nei panni dei vampiro Raziel, tradito dal suo stesso popolo ed esiliato dal suo regno, in una rivisitazione in chiave videoludica della storia biblica di Lucifero. In questo caso, però, la vendetta ha il sapore del pad e starà agli stessi gamer rincorrerla in quello che è a tutti gli effetti uno degli action adventure più belli della storia. Senza paura di esagerare.

Silent Hill

Capolavoro del genere survival horror capace di segnare un'epoca, il primo Silent Hill è un titolo di casa Konami, uscito in esclusiva su PSX nel 1999.

Segue la storia di Harry Mason alla disperata ricerca della propria figlia adottiva per le strade della mostruosa città statunitense Silent Hill. Imbattendosi in un culto pagano il cui obiettivo è quello di far resuscitare un nuovo Dio, scoprirà le vere origini della bambina. Cinque sono i finali possibili nel gioco, a seconda delle azioni intraprese dagli stessi giocatori, con in più un finale segreto.

Lunar: Silver Star Story Complete

Lunar: Silver Star Story Complete, originariamente pubblicato in Giappone semplicemente come Lunar: Silver Star Story, è un videogioco di ruolo alla giapponese sviluppato dalla Game Arts e Japan Art Media come remake di Lunar: The Silver Star. Inizialmente pubblicato per Sega Saturn nel 1996, il gioco ha subito numerose variazioni, a partire dall'aspetto grafico notevolmente migliorato grazie al supporto del formato MPEG del Saturn, ed in seguito convertito per Sony PlayStation nel 1998. 

Non sarà celebre come Final Fantasy o Dragon Quest, ma fa la gioia di quanti apprezzano i classici jRPG.

Parasite Eve

Il primo capitolo di Parasite Eve - realizzato da Square Enix - non è mai arrivato in Europa.

Per i pochi che non lo conoscessero, si tratta di un videogioco di ruolo (quindi con punti esperienza, livelli, magie e parametri), ma di taglio survival horror, in cui si utilizza l'agente scelto Aya Brea come protagonista. Le meccaniche di gioco non sono quelle tradizionali dei giochi di ruolo giapponesi: è infatti presente una minima parte di azione che rende Parasite Eve un actionRPG, fatto di pistole, fucili, mitragliette e lanciagranate.

Suikoden II

Certamente un jRPG di nicchia, Suikoden II racconta della guerra di invasione del truce principe Luca Blight contro le Città Stato della Repubblica di Toran, proponendo agli appassionati una trama intricata e appassionante, e un sistema di gioco assolutamente profondo. 

I protagonisti sono due amici d'infanzia scampati ad un massacro, a cui verrà donata una metà della Runa dell'Inizio (Rune of Beginning) a testa: la Runa Scudo Lucente a Riou (vero protagonista della vicenda) e la Runa Spada Nera a Jowy Atreides. I portatori delle due rune però sono destinati a combattersi, e i due amici dovranno perciò riporre i loro sentimenti e portare avanti una guerra destinata a segnare cuore e mente di ogni videogiocatore che abbia avuto la fortuna di affrontare il titolo targato Konami.

The Legend of Dragoon

Ingiustamente scivolato nel dimenticatoio, The Legend of Dragoon è un videogioco di ruolo sviluppato e pubblicato da Sony Computer Entertainment per la prima PlayStation nel 1999 - arrivò in Italia nel 2001. 

Il titolo ci metteva nei panni di Dart, un ragazzo rimasto orfano da bambino durante il massacro di Neet, suo villaggio natale, compiuto dal Mostro Nero, una creatura misteriosa e oscura che viaggia per il mondo alla ricerca del Figlio della Luna. Anche l'improvvisato eroe porterà avanti il suo personalissimo viaggio, sullo sfondo di una sanguinosa guerra civile, che prenderà sempre più la forma di un percorso di crescita interiore in linea con i canoni del genere di appartenenza.

Fidatevi, The Legend of Dragoon è una piccola perla ruolistica da riscoprire o da scoprire per la prima volta.

Valkyrie Profile

Nel 1999, Tri-Ace e Enix - oggi Square Enix - confezionarono per PSX l'affascinante Valkyrie Profile, proponendo agli appassionati di giochi di ruolo un titolo che affonda le sue radici nella mitologia e nella tradizione scandinava - addirittura prima dell'ultimo apprezzatissimo God of War!

Il gioco ci permetteva infatti di vestire i panni di una Valchiria, la quale reclutava e preparava le anime dei guerrieri caduti (Einherjar) prima di inviarli al Valhalla, in cui alla fine dei tempi ci sarà un'apocalittica battaglia tra Æsir e Vanir: Ragnarǫk.

PaRappa the Rapper

PaRappa the Rapper rappresenta uno dei rythm game più divertenti e curati apparsi sulla prima PlayStation, se non di sempre. 

Al debutto nel 1996, il titolo creato da Masaya Matsuura faceva di ritmo, musica e coloratissimi personaggi i suoi cavalli di battaglia. Il gioco prende il nome dal suo protagonista, PaRappa , un cane antropomorfo che si diletta a fare rap e il cui motto è "I gotta believe!", mentre il gameplay è molto semplice ed immediato (basato sulla pressione dei quattro tasti X, Cerchio, Triangolo e Quadrato a tempo con la musica).

Chrono Cross

Assai meno conosciuto del suo predecessore - quel Chrono Trigger che fece la fortuna del Super Nintendo -, Chrono Cross rappresenta senza ombra di dubbio uno dei migliori giochi di ruolo di stampo giapponese disponibili sulla prima PlayStation. 

Certo, non siamo ai livelli del capostipite - che venne creato dal dream team composto da Yuji Hori (Dragon Quest), Sakaguchi (Final Fantasy) e il mangaka Akira Toriyama -, ma trama, personaggi e sistema di combattimento (per una volta non casuale!) sanno ancora svolgere il loro ''sporco'' mestiere.

Metal Gear Solid

Un videogioco che non ha assolutamente bisogno di presentazioni, Metal Gear Solid riuscì - nell'ormai lontano 1998 - a rivoluzionare le meccaniche della saga Metal  Gear e a far conoscere al grande pubblico l'estro creativo di Hideo Kojima. Il game designer giapponese mostrò al mondo come fosse possibile unire videogame e cinema in un'unica esperienza, confezionando un gioco dall'animo stealth in cui trama, caratterizzazione e gameplay riescono sempre a non pestarsi i piedi e a settarsi su standard di altissimo livello. 

È insomma facile comprendere perché Kojima sia tanto osannato dai propri fan: per certi versi, il primo Metal Gear Solid presenta l'offerta più originale e il mix di gameplay, trama e innovazione migliore mai prodotta sulla prima console Playstation.

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