Assassinio sull'Orient Express: le differenze tra il libro e il film di Kenneth Branagh

Autore: Alice Grisa ,

Un rompicapo, una vendetta, un giallo, un’indagine, una soluzione: questo e molto altro è Assassinio sull’Orient Express, il grande classico di Agatha Christie.

Alla fine del 2017 Kenneth Branagh ha presentato al pubblico il proprio adattamento, un lavoro di personale rielaborazione che è partito dal codice genetico dell’opera per ri-raccontare una storia potente, quella di un lungo viaggio in treno macchiato da un sanguinoso delitto.

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Il regista si è preso diverse libertà nella propria pellicola, modificando alcuni aspetti piccoli o grandi del romanzo d’origine, pubblicato il 1° gennaio 1934.

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Kenneth Branagh non si è allontanato dal nocciolo della trama ma l’ha ricontestualizzata con una fotografia superba e un cast stellare, che schiera Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Penélope Cruz, Daisy Ridley, Josh Gad e tanti altri.

Si potrebbe fare un confronto tra ogni singola riga del libro e la trasposizione di Branagh, ma le sfumature diverse sarebbero innumerevoli.

Ci limitiamo a ricapitolare le differenze più importanti.

Sepolcro o Muro del Pianto?

Il libro inizia a Gerusalemme, al Santo Sepolcro, con Poirot che sta parlando con un luogotenente dopo aver risolto un caso. Il film parte sempre a Gerusalemme e vediamo l’investigatore belga -  dopo aver testato l'uovo perfetto per la colazione -  alle prese con un ladro al Muro del Pianto.

I baffi

I nuovi baffi di Poirot sono stati molto discussi e criticati. Branagh e la sua costumista hanno scelto una versione maxi e a manubrio, diversissima dai discreti baffetti del protagonista descritti nei romanzi.

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Branagh aveva dichiarato di averci riflettuto 6 mesi e di averli scelti apposta così esagerati perché, a suo parere, sarebbero piaciuti molto alla scrittrice.

Sapevamo che i baffi sono un punto fondamentale e un'occasione per una nuova partenza. Sono una specie di superpotere.

Sir Ken Branagh
Poirot in primo piano muove i baffi
I baffi non passano inosservati

I personaggi

Branagh ha introdotto alcune variazioni nelle backstory, nelle caratteristiche e nei tratti dei 12 sospettati.

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Ad esempio il colonnello Abuthnot diventa un dottore, Greta Ohlsson, di nazionalità svedese, viene sostituita da Pilar Estravados, interpretata da Penélope Cruz. Il venditore di auto italiano diventa cubano e si chiama Biniamino Marquez. Cyrus Hardman diventa un tedesco di nome Gerhard Hardman e il maggiordomo di Ratchett è molto più anziano nel film rispetto ai suoi 39 anni del libro.

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20th Century Fox
Le schede dei sospettati di Assassinio sull'Orient Express
I sospettati

Bouc

Mr. Bouc nel film insiste affinché Poirot accetti il caso, cosa di cui non ha bisogno nel libro. Inoltre cambia la sua nazionalità: da quella belga del libro diventa britannica.

20th Century Fox
Bouc in Assassinio sull'Orient Express
Mr. Bouc

L'approccio di Ratchett

Ratchett nel film chiama Poirot e cerca di irretirlo con dolci e chiacchiere per convincerlo ad assumere la sua difesa contro una minaccia ignota. Nel libro i suoi modi sono molto più bruschi e non vediamo tutte queste lusinghe.

La valanga

La valanga nel film di Branagh diventa un elemento di grande impatto visivo. Prima che venga commesso il delitto, vediamo una tonnellata di neve staccarsi dal fianco della montagna e abbattersi sui binari, provocando un vero e proprio incidente. Nel libro, che si presta meno alla spettacolarità del linguaggio filmico, della neve ci si accorge solo durante la notte, quando il treno risulta bloccato.

Il cadavere

Nel film, tanto per aggiungere pathos, è Poirot a scoprire il corpo di Ratchett morto, dilaniato dalle coltellate. Nel libro non è lui a trovarlo, ma viene informato successivamente.

20th Century Fox
Poirot in una scena di Assassinio sull'Orient Express
Chi trova il cadavere?

Gli indizi

Poirot mette in atto un'indagine cervellotica e accurata per ricomporre il puzzle e trovare tutti i tasselli della famiglia Armstrong. Gli indizi nel film vengono rimescolati e modificati. Un esempio? Hildegarde Schmidt non viene incastrata da Poirot con un escamotage che le fa ammettere di essere una cuoca, ovvero la cuoca degli Armstrong.

Tenor
Sospettati nel vagone ristorante in Assassinio sull'Orient Express
Sguardi incrociati

La donna accusata

La donna che si era suicidata impiccandosi, dopo essere stata accusata di aver rapito la piccola Armstrong, nel romanzo risulta essere la figlia del controllore. Nel film, è l’interesse amoroso di Mr. Hardman, giustificando la sua presenza sul treno.

20the Century Fox
Mr. Hardman in Assassinio sull'Orient Express
Mr. Hardman in riflessione

Poirot action star

Poirot non è un uomo “performativo” nei romanzi ma solo un teorizzatore. Raramente corre, colpisce, si difende, attacca. Nel film invece l’investigatore è molto più attivo: affronta una pistola, effettua un inseguimento e agita il suo bastone.

IGN
Poirot in Assassinio sull'Orient Express
Poirot in azione

I feriti

Nel film vengono ferite due persone, cosa che nel libro non accade. Si tratta della signora Hubbard, che viene pugnalata con l’arma del delitto, e dello stesso Poirot, che viene colpito con un colpo di pistola (che per fortuna lo ferisce solo in modo lieve).

20th Century Fox
Mrs. Hubbard in una scena di Assassinio sull'Orient Express
Mrs. Hubbard viene ferita nel film

Il finale

La modalità della risoluzione del caso è estremamente diversa tra libro e film.

Nel libro un asettico Poirot convoca i sospettati nel vagone ristorante per comunicare loro come sono andate le cose. La ricostruzione della dinamica è lunga e minuziosa e alla fine l’investigatore bypassa eventuali dilemmi morali (o meglio, trova subito la risposta) per fornire a Bouc e Constantine due soluzioni: addossare la colpa a uno sconosciuto oppure consegnare alla polizia tutti i responsabili. Alla fine si decide senza troppi drammi per la prima ipotesi.

Nel film invece la spiegazione avviene all’aperto e in modo molto più drammatico: per Poirot è quasi impossibile andare oltre la propria ferrea morale e lasciare un crimine impunito. C’è più spazio e tempo per ragionare sulla possibilità che ognuno degli esecutori del delitto sia “ontologicamente”un assassino o lo sia diventato solo per eseguire una sorta di sentenza-vendetta. Il dilemma è così lacerante che Poirot pensa anche di suicidarsi.

Poirot ha un’anima?

Nel libro, anzi nei numerosi libri dedicati all’investigatore belga, Agatha Christie non si sofferma troppo a rappresentare il conflitto tra istinto e ragione, tra cervello ed emozione. Poirot è rappresentato come un detective dallo straordinario intuito che vive per mettere in moto la propria materia grigia. Nel film questa sua particolarità viene messa in discussione e problematizzata, così come il suo conflitto lacerante nel dover scegliere cosa fare alla fine del film.

Che ne pensate? Vi è piaciuto l'adattamento di Kenneth Branagh? 

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