Mystic River: trama e spiegazione del finale del film di Clint Eastwood

Autore: Alice Grisa ,

Mystic River è un thriller drammatico del 2003 diretto da Clint Eastwood con un trio d’interpreti d’eccezione: Sean Penn, Tim Robbins e Kevin Bacon.

Profondo, cupo e chiaroscurale, il film è l’ennesimo trattato dalla visione nera e pessimista della vita di Clint Eastwood, che ha prodotto tante tragedie moderne i cui (anti)eroi non possono fare a meno di soccombere a se stessi, alle sconfitte, alla crudeltà della vita. 

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La trama

Warner Bros.
Una scena di Mystic River
Sean in preda alla furia

La storia parte nel 1975 a Boston. Jimmy Markum, Sean Devine, and Dave Boyle sono tre bambini amici da sempre e stanno giocando in mezzo alla strada. Una macchina si ferma accanto a loro e ne scendono due uomini: uno si presenta come un prete, e l’altro come un poliziotto. Entrambi riprendono i ragazzi per le loro azioni con aria grave e uno dei tre, Dave, viene invitato perentoriamente a salire sulla macchina.

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Dave ricompare vari mesi dopo, senza raccontare a nessuno cosa sia successo durante la sua scomparsa.

Passano 25 anni. Jimmy e Dave sono ancora vicini di casa: Jimmy è stato in carcere e, successivamente, ha aperto una piccola attività commerciale. Ha una figlia di 19 anni, Katie, che frequenta segretamente un ragazzo, Brendan, che disprezza suo padre, e i due meditano di fuggire a Las Vegas. Dave è un operaio e sembra ancora ossessionato dalla vicenda che gli era capitata quando era solo un bambino.

Una notte Katie esce con le sue amiche e Dave l’avvista in un bar della zona. Quella stessa notte Katie viene uccisa e Dave torna a casa coperto di sangue. Alle domande terrorizzate della moglie Celeste, svela di essere stato sorpreso da un ladro, che ha aggredito e, forse, accidentalmente ucciso.

Delle indagini sulla morte di Katie viene incaricato Sean, il terzo amico, che è diventato un detective della Polizia di Stato del Massachusetts, affiancato dal sergente Whitey Powers. Recentemente, Sean è stato anche lasciato dalla moglie.

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La moglie di Dave sospetta di lui, e così i suoi amici, perché Dave ha dato a ognuno di loro una versione diversa sul motivo per cui sia tornato a casa pieno di sangue. Allo stesso tempo, però, una parte dei sospetti si concentra su Brendan, che odiava il padre della sua ragazza e che meditava di fuggire con lei, ma il ragazzo – sottoposto alla macchina della verità – risulta innocente.

Le indagini proseguono e si scoprono altri due indizi: sul sedile della macchina di Dave si trovano tracce di sangue di un gruppo sanguigno che non è il suo, e si rileva che il colpo di pistola che ha ucciso Katie è partito da una pistola appartenente a un malavitoso, il padre di Brendan, utilizzata durante una rapina in un negozio di liquori.

I sospetti del sergente sono indirizzati su Dave: ha mentito, è tornato a casa coperto di sangue, è stato l’ultimo a vedere Katie. Anche Celeste, sua moglie, è sempre più preoccupata dai suoi strani comportamenti e scappa di casa, terrorizzata dalle sue reazioni. In un momento di angoscia, la donna rivela a Jimmy la possibilità che Dave sia colpevole.

Accecato dalla furia, Jimmy lo porta in un bar insieme ad altri amici e lo fa ubriacare, cercando di fargli confessare l’omicidio. Nella sua mente, il commerciante ha già deciso che è stato Dave a uccidere sua figlia. Annebbiato e confuso, Dave ammette di aver ucciso qualcuno ma che non si trattava di Katie, bensì di un pedofilo che aveva sorpreso mentre faceva sesso con una ragazzina. Lo ha fatto perché, quando era solo un bambino, anche lui era stato rapito e, poi, violentato.

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Jimmy non gli crede, lo minaccia con un coltello e gli promette che avrà salva la vita se confessa: Dave confessa, credendo di potersi liberare, ma – assalito da una rabbia cieca – Jimmy lo accoltella e lo finisce con un colpo di pistola, e si sbarazza del suo corpo nel fiume Mystic lì vicino.

Proprio in quel momento, grazie a Brendan viene a galla la verità sull’omicidio. Ad assassinare Katie è stato il fratellino di Brendan insieme a un amico: pensavano solo di spaventarla con la pistola, ma poi la situazione è degenerata e l’hanno involontariamente uccisa.

Brendan, scosso dal dolore, aggredisce i due ragazzini ma viene fermato in tempo da Sean e Powers.

Il giorno dopo Sean rivela a Jimmy di aver trovato gli assassini di sua figlia. Jimmy è sconvolto e riesce solo a sussurrare un: “Se fossi stato più veloce..”, confessando indirettamente la propria colpevolezza. Il poliziotto è preoccupato anche del fatto che non si trova più Dave, ricercato per un altro omicidio, di un molestatore di bambini. E, guardando l'amico, immagina cosa sia successo.

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Fermi al centro della stessa strada di tanti anni prima, Jimmy e Sean si rendono conto di come quella macchina e quei due uomini abbiano per sempre cambiato il destino non solo di Dave, ma anche degli altri due ragazzi.

Sai, a volte penso che ci siamo saliti tutti e tre su quell'auto. Noi in realtà siamo ancora degli undicenni, chiusi in uno scantinato, che immaginano una vita diversa fuori da quella prigione.

Il finale del film

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Sean Penn in una scena di Mystic River
Sean Penn interpreta Jimmy

Il finale di Mystic River si svolge durante una parata, con Sean e Jimmy che osservano il corteo dai lati opposti della strada.

Sean fissa Jimmy negli occhi e fa il gesto della pistola contro l’amico: in tutta risposta Jimmy inizia ad applaudire la parata, prima che la scena si sposti a mostrare per l’ultima volta Mystic River, il fiume “testimone” dell’abisso di dolore e perdizione dei tre amici d’infanzia.

La spiegazione del finale

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La scena finale di Mystic River
Il corteo nell'ultima scena di Mystic River

Il finale di Mystic River non è che l’ennesima tesi di Clint Eastwood sull’ineluttabilità della tragedia. Un evento drammatico che colpisce a caso, come il rapimento e il calvario che un pedofilo infligge a un bambino, “segna” inevitabilmente tre vite, rendendo il riscatto, la rivincita, la voglia di ricominciare praticamente impossibili.

Mystic River è una nuova fetta di sogno americano in frantumi. Il destino di Dave, vessato da un molestatore di bambini, lo condanna non solo a una vita costellata di spettri, ma anche alla diffidenza e ai pregiudizi degli altri, dei suoi amici più cari. Se Sean ha intrapreso una carriera pulita nella polizia di Boston, Jimmy si è dato all’alcol e ai rapporti con i malavitosi, distruggendo una volta per tutte il flebile fantasma che rimane di quello che era una volta Dave.

La scena finale è pregna di ambiguità: Sean, che osserva Jimmy dall’altra parte della strada, gli fa un gesto più serio che scherzoso con la mano, simulando una pistola con le dita, come per dire: “Ti controllo, ti osservo, ti tengo sotto tiro”.

È certo, invece, che Sean abbia piena consapevolezza del crimine commesso dal suo amico, a sua volta lacerato dalla perdita di una figlia e sospettoso nei confronti di un coetaneo con un trauma irrisolto nel passato. Il corteo della parata divide a metà le persone, che si schierano a osservare la scena: Sean è frontale rispetto a Jimmy, ma non per questo i due rappresentano il bene e il male. Sean può decidere cosa fare (e non si sa davvero cosa deciderà, ovvero se denunciare o meno l’amico), ma in ogni caso il suo gesto sembra la più profonda espressione di quanto sia inspiegabilmente dolorosa, assurda e penosa la vita. Non esistono vincitori, non esiste forse neanche il libero arbitrio, siamo solo pedine su una scacchiera incapaci di decidere le nostre mosse e in balia degli eventi più orrendi.

Che Sean arresti o meno l’amico, non riporterà nessuna giustizia, neppure un barlume, e nessun ordine rovesciato.

Voi siete d’accordo? L’uomo è impotente di fronte all’ineluttabilità del destino?

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