Death Stranding, parla Reedus: quando dovrebbe uscire, che temi tratta

Autore: Stefania Sperandio ,

Ci sono probabilmente pochi giochi, tra quelli in arrivo, che sono contemporaneamente attesi e misteriosi tanto quanto Death Stranding. Il nuovo titolo di Hideo Kojima, il primo dall'addio a Metal Gear e a Konami, non si è mai sbottonato troppo, nonostante i diversi trailer, al punto che a due anni e mezzo dall'annuncio è ancora mistero su quali saranno le sue meccaniche e su quando potrebbe uscire. A venire incontro ai fan, per fortuna, ci sono le parole di Norman Reedus.

In attesa di Death Stranding

L'attore, celebre per il suo ruolo in The Walking Dead, in Death Stranding vestirà i panni del protagonista Sam Porter Bridges, corriere per inquietanti consegne non meglio specificate che, stando a quanto sappiamo dai trailer, lo esporranno a rischi di ogni genere.

Intervistato nel corso di un podcast con Dan Fogler, l'attore ha rivelato che, sebbene non ci sia stato ancora l'annuncio, si aspetta che il gioco possa arrivare sugli scaffali nei primi mesi del 2019, tenendo conto del punto a cui sono già arrivati i lavori.

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Come dichiarato da Reedus, in risposta a una domanda specifica:

Penso che Death Stranding potrebbe uscire nei mesi iniziali del prossimo anno. Ho ancora tre sessioni di motion capture qui a New York, a partire dalla prossima settimana.

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Le parole dell'attore confermano, prima di tutto, che ci sono ancora lavori relativi a delle animazioni, che si tratti di alcune da ottimizzare per il gameplay o di altre per delle sequenze filmate.

Kojima Productions
Uno dei personaggi di Death Stranding in azione con il suo braccio chirale
Un'immagine da una sequenza di Death Stranding

Inoltre, il fatto che Reedus parli specificamente del 2019 si affianca alle precedenti parole di Hideo Kojima, che aveva detto a sua volta di aspettarsi un'uscita del gioco per il prossimo anno. Assisteremo a breve all'annuncio? Per ora, fino a quando non sarà Sony a pronunciarsi, possiamo solamente aspettare e, perché no, farci rivelare da Norman Reedus qualche dettaglio aggiuntivo sulle meccaniche di Death Stranding.

Un essere umano con la fobia degli esseri umani

Kojima ha sempre rivelato pochissimo delle meccaniche di gameplay che animeranno la sua prossima opera. L'autore si è limitato a parlare di un gioco d'azione atipico, riferendo che mentre di solito i titoli di questo genere ci fanno imbracciare armi per eliminare ciò che minaccia le cose che amiamo, Death Stranding vuole fornirci mezzi per proteggerle tenendole vicino a noi.

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Per questo motivo, il game designer ha già confermato che, proprio come in diversi episodi di Metal Gear, si potrà finire il gioco anche scegliendo di non uccidere. 

Il tema del tenere vicine le cose care è stato confermato anche da Norman Reedus, che ha descritto Death Stranding come un videogioco in cui si costruiscono dei ponti tra le persone. Come dichiarato dall'attore:

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Non parliamo di un videogioco nel quale l'obiettivo è uccidere tutti quelli che ti trovi davanti. Direi che è un gioco che vuole unire le persone. Per quanto riguarda il modo in cui si ci gioca, costruirete dei ponti che vanno da qua a là, proprio mentre altri giocatori stanno facendo lo stesso. In questo modo si creeranno delle connessioni.

Quella che emerge è la possibile immagine di un mondo in cui i "ponti" dei diversi giocatori potranno in qualche modo interagire e influenzarsi gli uni con gli altri.

Kojima Productions
Norman Reedus in un concept art di Death Stranding
Norman Reedus sarà Sam Porter Bridges in Death Stranding

Mentre il mistero permane e le possibili teorie impazzano, Reedus ha parlato anche di uno dei temi portanti del gioco, ossia la fobia affrontata da Sam. Il nostro eroe, infatti, vive nel terrore di farsi toccare dagli altri. Nel corso del suo viaggio, però, imparerà passo passo a relazionarsi con questa paura, aprendosi al contatto con gli altri esseri umani. Queste le parole dell'attore:

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Il personaggio che interpreto ha la fobia di essere toccato e, mano a mano che il gioco va avanti, questa sua fobia si fa meno forte. Detto così sembra un po' complicato, ma una volta che ci si trova dentro il gioco non lo è. Death Stranding ti sorprende in continuazione con le decisioni che propone, devo dire che è un gioco davvero molto coraggioso e la storia che c'è dietro è una cosa tutta di un altro livello, questo non è Pac-Man.

Il fatto che Sam sia caratterizzato dalla sua paura degli altri si intreccerà sicuramente con quello che ci troviamo di fronte a un gioco che, secondo Reedus, punta a creare collegamenti tra le persone. La fobia del protagonista sarà influenzata dal modo in cui interagiremo con queste ultime, anche considerando che l'attore parla di possibili decisioni da prendere durante le fasi di gameplay?

Le settimane da dedicare alle teorie generate dallo scontro tra fantasia e poche informazioni a disposizione, a quanto pare, non sono ancora finite.

L'incontro tra Reedus e Kojima

Norman Reedus ha parlato anche del suo incontro con Hideo Kojima e del modo in cui si è convinto a collaborare con lui, per il cancellato Silent Hills prima e per l'attuale Death Stranding poi. A fare da tramite fu il regista Guillermo Del Toro, che ha collaborato in modi diversi con entrambi i progetti.

Dopo la rottura di Kojima con Konami, tuttavia, il progetto Silent Hills naufragò e si dovette aspettare l'idea di Death Stranding per far rivivere la collaborazione tra il game designer e l'attore. Anche in questo caso, fu proprio Del Toro a spingere Reedus verso il progetto:

Guillermo continuava a dirmi 'dovresti lavorare a questo gioco'. E io mi chiedevo 'sì, ma che cos'è?', mentre lui mi rispondeva solo 'dovresti lavorare a questo gioco'. Allora, solo a quel punto ho incontrato Hideo, mi pare che mi abbia portato con sé ai Video Game Music Awards. Quando percorse i gradini con le luci puntate su dove poggiava i piedi, disse una cosa come 'sono tornato!'. A quel punto, 10 mila persone grandi e grosse cominciarono a urlare con gli occhi pieni di lacrime, come se fosse appena entrato Elvis. Io mi sono chiesto 'ok, chi ca**o è questo tipo?'. È come un genio, quando ci parli ti dici proprio 'ok, tu sei un genio'.

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Guillermo Del Toro in Death Stranding
Guillermo Del Toro darà il volto a uno dei personaggi di Death Stranding

Death Stranding è attualmente in lavorazione per PlayStation 4 e, secondo le indiscrezioni, potrebbe diventare anche uno dei videogiochi di lancio di PS5. Annunciato all'E3 2016, è il primo progetto della nuova Kojima Productions, rifondata come studio indipendente dopo che Kojima chiuse la sua esperienza in Konami in seguito a Metal Gear Solid V: The Phantom Pain.

Mosso da Decima Engine, sviluppato in collaborazione con Guerrilla Games e già visto in Horizon: Zero Dawn, Death Stranding vanterà nel cast non solo Norman Reedus, ma anche Mads Mikkelsen, Guillermo Del Toro, Lea Seydoux, Lindsay Wagner, Tommie Earl Jenkins, Emily O'Brien e Troy Baker.

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La boxart momentanea di Death Stranding

È quello firmato da Hideo Kojima il titolo per PS4 che aspettate con più impazienza?

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