Rami Malek su Bohemian Rhapsody e Bryan Singer: 'Non ero in una posizione piacevole'

Autore: Claudio Rugiero ,

Rami Malek è tornato a parlare delle accuse rivolte al regista di Bohemian Rhapsody, Bryan Singer. L'occasione gli si è presentata durante il Santa Barbara International Film Festival, nel corso di un'intervista rilasciata a The Hollywood Reporter in cui l'attore si è lasciato andare ad alcune nuove dichiarazioni sul "caso Singer".

Singer è stato infatti recentemente accusato di molestie sessuali da ben quattro uomini, al momento dei fatti ancora minorenni, sebbene il regista abbia negato con veemenza queste imputazioni.

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Alla luce di queste nuove testimonianze, Malek ha manifestato quindi la propria solidarietà nei confronti delle vittime:

Il mio pensiero va a chiunque abbia dovuto vivere un'esperienza simile a quelle di cui ho sentito. È terribile, è assurdo che queste cose accadano. Capisco molto bene quello che hanno passato e quanto difficile deve essere stato per loro. Nell'era del #MeToo, queste cose accadono ancora, è una cosa orribile.

20th Century Fox
Rami Malek si esibisce sul palco come Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody

Malek ha inoltre dichiarato di non aver affrontato prima "l'argomento Singer" (e in particolare alla sua vittoria ai Golden Globes 2019, dove non è passata inosservata la sua scelta di non toccare questo tasto) per evitare di distogliere l'attenzione da Bohemian Rhapsody e da Freddie Mercury.

Anzi, in precedenza la star aveva negato di essere a conoscenze delle accuse contro Singer prima di accettare il ruolo di Freddie Mercury:

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Non sapevo molto di Bryan. Penso che le accuse fossero qualcosa di cui, che ci crediate o no, sinceramente non ero a conoscenza.

Tuttavia, nelle dichiarazioni rilasciate a THR, Malek ha deciso di dire finalmente la verità su Singer e sul set del biopic lasciando intendere che sia stato tutt'altro che facile:

La mia situazione con Bryan non è stata piacevole, per niente, a questo punto posso dirlo.

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Singer è stato licenziato prima che la lavorazione di Bohemian Rhapsody fosse completata, ma sembra che questo non abbia niente a che vedere con le accuse a suo carico. La ragione del mancato rinnovo del suo contratto andrebbe invece ricercata nelle sue continue assenze sul set. La realizzazione del biopic è quindi proseguita con Dexter Fletcher sulla sedia del regista, il quale però non viene accreditato e di fatto il film viene attribuito a Singer.

Le accuse contro Bryan Singer

Il primo ad accusare Bryan Singer era stato l'attore e modello Michael Egan, il quale nel 2014 aveva intentato una causa civile contro il regista affermando di essere stato da questo costretto a fare sesso nel corso di alcune feste avvenute in California e nelle isole Hawaii, verso la fine degli anni '90.

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Nello stesso anno un secondo accusatore, di cui non si conosce l'identità, presentava una denuncia contro il regista. L'accusa era la stessa e la dinamica descritta dalla vittima praticamente identica a quella della versione di Egan.

In seguito Indie Wire ha riportato la notizia di un nuovo querelante, Cesar Sanchez-Guzman, anche lui oggetto di un assalto sessuale avvenuto a bordo di uno yatch nel 2003, quando aveva soltanto 17 anni.

A fine gennaio è stato inoltre pubblicato un lungo rapporto su The Atlantic che raccoglieva le testimonianze di altri quattro uomini, uno dei quali, tale Victor Valdovinos, avrebbe avuto addirittura 13 anni all'epoca delle molestie subite. Valdovinos, che ha lavorato come figurante sul set di Singer durante le riprese de L'allievo, ha detto di essere stato avvicinato dal regista negli spogliatoi della scuola da lui allora frequentata. Gli altri tre uomini, tutti protetti da pseudonimo, sarebbero invece stati adescati nel corso di alcune feste svoltesi negli ultimi anni '90 nella villa del regista a Beverly Hills. Due di loro avrebbero avuto rispettivamente 17 e 15 anni quando furono avvicinati da Singer.

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L'avvocato del regista, Andrew Brettler, ha risposto a queste accuse affermando che il suo cliente nega categoricamente la veridicità dei fatti riportati. Anzi, lo stesso Singer ha detto la sua attraverso People. Il regista ha quindi attribuito a The Atlantic la responsabilità di queste imputazioni - a suo dire - fasulle:

È triste che The Atlantic si pieghi a questo basso livello di integrità giornalistica. Ancora una volta, sono costretto a ribadire che questa storia riprende delle affermazioni da cause fasulle depositate da un gruppo spregiudicato di individui disposti a mentire per denaro o per popolarità. E non è una sorpresa che, con Bohemian Rhapsody sull'onda del successo, questo articolo omofobo sia stato opportunamente programmato per approfittare del suo trionfo.

Tuttavia, gli autori dell'articolo pubblicato su The Atlantic, Maximillian Potter e Alex French, hanno rilasciato una dichiarazione scritta in cui spiegano la genesi del loro lavoro, al centro di un tortuoso processo editoriale. Il loro commento è stato quindi twittato da The Atlantic:

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Ci è stato chiesto perché la storia denunciata da due autori di Esquire sia stata pubblicata su The Atlantic.

La storia è partita da due redattori di Esquire. Dopo mesi di reportage, è passata quindi attraverso il processo editoriale di Esquire, che includeva la verifica dei fatti e l'approvazione da parte di un avvocato di Hearst, ed era stata approvata per la pubblicazione.  La storia è stata poi fatta fuori dai dirigenti Hearst. Non sappiamo perché.

Ci sentiamo fortunati che The Atlantic abbia deciso di collaborare con noi e siamo riconoscenti che il pezzo abbia attraversato il ponderato processo editoriale di The Atlantic, che includeva un altro rigoroso controllo dei fatti e una solida verifica legale.

Siamo molto grati che le presunte vittime abbiano ora la possibilità di essere ascoltate e speriamo che la sostanza delle loro accuse rimanga all'attenzione.

Nel frattempo il successo di Bohemian Rhapsody prosegue inarrestabile e, dopo il trionfo ai Golden Globes, l'interpretazione di Rami Malek è stata inoltre onorata con un Satellite Award e uno Screen Actors Guild Award. Ma sul biopic sul frontman dei Queen pendono anche cinque candidature agli Oscar 2019, incluse quelle per il miglior film e per il miglior attore protagonista.

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