Un'avventura, la recensione: il miglior film romantico di San Valentino è un musical italiano

Autore: Elisa Giudici ,

Quello del 2019 è l'ennesimo San Valentino in cui tocca constatare la situazione di crisi imperante della commedia romantica. Dopo aver spopolato negli anni '80 e '90 lanciando carriere, dominando i botteghini e regalando al cinema popolare film indimenticabili, questo filone sembra non ritrovare più la sua ragione d'essere. Mancano la qualità e l'ispirazione, manca la capacità di rinnovarsi, di essere contemporanei. Secondo alcuni la ragione è sociologica: è venuto a mancare il conflitto cardine del matrimonio eterosessuale - non più imposto o contrastato dal sentire comune nella sue derive adulterine e divorziste - così costruirci intorno un amore dal destino avverso è impossibile. Il film romantici LBGTQA+ al contrario stanno conoscendo in questi anni una grande stagione, perché il conflitto è ancora semplice da costruire in quell'ambito. Invece sono sempre di meno i "lui e lei" capaci di farci sognare. 

Questo giovedì, giorno di uscite e San Valentino, sono tre i film che vedono come protagonisti i patemi d'amore di una coppia che lotta contro il destino. Uno è il tedesco e tristissimo Un valzer tra gli scaffali (puro materiale da Berlinale), l'altro è La vita in un attimo, pellicola commovente dalla penna dell'autore di This is us. Due film abbastanza risibili e, nel secondo caso, con un messaggio quasi offensivo per come si irrigidisce su un modello di Vero Amore insuperabile e inalterabile finché morte non ci separi, che risulta tossico e paradossale. A sorpresa la miglior pellicola per chi vuole del romanticismo al cinema in queste ore è Un'avventura, la proposta italiana e a base di musica. 

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La sorpresa non è dettata dal pregiudizio verso il cinema italiano (talvolta più che motivato) quanto piuttosto da una campagna promozionale che ha fatto apparire il film ben peggio di quel che in realtà è, non evidenziandone i risvolti più riusciti e sorprendenti. Guardando il trailer o ascoltando i protagonisti intervistati a Che tempo che fa, si ricavava la netta impressione di essere di fronte all'ennesima commedia sentimentale italiana ricorda di messaggi rassicuranti, di visioni melense, di tutto è bene quel che finisce bene. La vera sorpresa è che Un'avventura non è assolutamente così.

Lucky Red
I due protagonisti di Un'avventura
Forse sarà solo un'avventura, ma stavolta va bene così

Nelle acque torbide di Battisti e Mogol

Anni '70, sud Italia. Matteo e Francesca sono una coppia di giovani affiatata a letto ma mal assortita per indole: lui è conservatore e stanziale, lei invece progressista e figlia dei fiori, tanto da partire per Londra e andarsene in giro per il mondo per quattro anni, senza dare notizie di sé all'amato. Matteo se la ritrova all'improvviso di fronte, ad un falò nel paesino natale. Lei è rincasata per dire addio alla madre, vicina alla morte per una grave malattia. Quando sta per ripartire alla volta di Roma per mettere la testa a posto e lavorare nel mondo della pubblicità, Francesca viene raggiunta da Matteo sul treno verso la capitale. Spronato dal padre, lui ha lasciato tutto: l'officina, gli amici, le sicurezze. Ha cambiato vita per starle accanto e "non perdersi di vista" con lei ancora una volta. 

Lucky Red
Una scena al baretto di paese di Un'avventura
La scelta di ambientare la vicenda tra gli anni '70 e '80 permette al film di apparire coraggioso nel suo parlare liberamente di matrimonio senza rischiare troppo

La vita nella capitale e nel mondo della pubblicità procede a gonfie vele: arrivano il matrimonio, nuovi amici e nuove possibilità economiche. Un colpo di testa di Matteo però incrina la perfetta vita domestica dei due, facendo riaffiorare antichi dissapori e insicurezze, rendendo più forti le tentazioni extraconiugali romane, facendo riemergere l'antico quesito: è vero amore o solo un'avventura? 

Lo sdoganamento dell'avventura e della vita di coppia

Poco prima dell'uscita in sala del film, il giornalista cinematografico Gabriele Niola ha tentato di predire la scaletta dei brani del film e la conseguente trama. Il suo ironico pezzo fotografa alla perfezione cosa ci si aspettava da questo film di Marco Danieli. La buona notizia è che solo in un caso Niola ci ha preso e solo parzialmente. Un'avventura infatti sin dalla scelta dei brani da inserire nel film risulta più che desideroso di evitare scelte banali: niente Fiori Rosa, Fiori di Pesco, niente Mi ritorni in mente, niente 7:40. I classici di Battisti sono presenti ma riarrangiati in maniera dissacrante, azzardata: 10 ragazze per te diventa una hit disco anni '80 con un tocco trash, La mia canzone per Maria è l'ispirazione per un conturbante jingle pubblicitario per una sangria.

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Allo stesso modo il film appare concentratissimo nell’evitare le trappole della commedia romantica, in primis un certo maschilismo tossico dei suoi protagonisti. Qui viene attentamente epurato anche dalle canzoni di Battisti e Mogol (che più di un passaggio discutibile lo contengono). Alle 10 ragazze si affiancano 10 ragazzi ed è sempre Francesca a sperimentale, provare, buttarsi coraggiosamente nella vita, rimproverando la visione un po’ bacchettona all'amato.

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Un’avventura è un film apertamente, talvolta pedissequamente femminista, che calibra al millimetro lo spazio per i suoi protagonisti. Si dimostra attento persino a dare la giusta dignità alla rivale in amore della protagonista, che diventa via via un personaggio con delle sfaccettature tutte sue. Chi frequenta la commedia (romantica e non) nostrana saprà quanto questo approccio è inconsueto, per non dire rivoluzionario, nell’orizzonte italiano del cinema commerciale.

Lucky Red
Una scena di Un'avventura
Cantando Battisti sotto la pioggia

Purtroppo non si può urlare d'entusiasmo, perché il film ha parecchi difetti ed è solo parzialmente riuscito. Il suo impegno costante ad essere corretto e di larghe vedute lo rende tutto fuorché spontaneo, con parecchi passaggi musicali e narrativi un po' forzati. L’impegno c'è: si parla timidamente di aborto, di donne single che diventano mamme, fino ad arrivare a Laura Chiatti che sdogana la masturbazione femminile con oggetti di risulta come le “ergonomiche” confezioni di deodorante, ma talvolta il risultato non è soddisfacente.

Per fortuna nel ruolo del protagonista c’è Michele Riondino, che impressiona per come sfoggi grande naturalezza nel cantare, ballare, recitare e interpretare un maschio a cui si perdona meno del solito, senza rendere il suo personaggio pesante o forzato. Purtroppo parte della forzatura del film deriva dalla mancanza di un contraltare femminile capace di fare lo stesso. Laura Chiatti dà il suo massimo, ma la recitazione non è delle migliori e il canto non è davvero il suo forte, così come il ballo. Nella parte di Linda, facendo il minimo indispensabile, Valeria Bilello sembra un gigante. Laura Chiatti non è Francesca, almeno non quella giusta per questo film: con un'altra protagonista Un'avventura avrebbe davvero potuto spiccare il volo.

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Tra numeri musicali riusciti (pochi), passabili (quasi tutti) e davvero no (il rallenti ventoso tra le lenzuola stese è un involontario picco trash), Un’avventura dimostra che nel 2019 c’è ancora qualche regista italiano con la voglia di esplorare generi cinematografici che la nostra produzione si è autoimposta d'ignorare. Il risultato non è esaltante quanto quello di Il primo re, però quando vedi un figlio dire al padre “ho fatto una cazzata, ho mandato all’aria tutto” in merito al suo matrimonio e la risposta del genitore è “hai fatto la cosa giusta”, è inevitabile tornare a sperare che anche il cinema italiano commerciale si riavvicini, prima o poi, alla contemporaneità.

Un'avventura è nei cinema italiani dal 14 febbraio 2019.

Commento

cpop.it

65

Il risultato non sempre arriva, ma di fronte alle ottime intenzioni e alle tante attenzioni di Un'avventura, alle scelte ora oculate, ora coraggiose che fa, vien voglia di tifare per lui.

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