Red Joan, la recensione: nemmeno Judi Dench può salvare la verità dal fascino della finzione

Autore: Elisa Giudici ,

Chi ha un certa dimestichezza con la città di Londra, noterà una coincidenza curiosa in una delle scene iniziali di Red Joan. La protagonista - una tranquilla pensionata ultraottantenne della periferia londinese - vede la sua routine casalinga bruscamente interrotta dall'arrivo dei servizi speciali che bussano violentemente alla porta di casa. L'accusa è di 27 violazioni al vincolo del Segreto di Stato. Joan, interpreta da Judi Dench, afferra la borsetta e segue gli agenti speciali fuori dalla porta, tra la curiosità sbigottita dei vicini. 

Nel condurla alla sede dei servizi segreti britannici, la si vede attraversare un ponte sul Tamigi. Sembra proprio lo stesso ponte con vista sul MI6 da cui, in 007: Skyfall, assisteva sgomenta all'esplosione del suo ufficio ad opera di Raoul Silva, il cattivo del film. Dopo essere stata a capo dell'intelligence inglese nella finzione bondiana per parecchie pellicole, la ex M diventa Joan "la rossa". Quella portata su grande schermo stavolta non è una storia di finzione ma la vita di Melita Norwood. Nel 1999, poco prima dell'arresto, la donna tenne un'improvvisata conferenza stampa nell'ordinato giardino di casa, rivelando al Regno Unito e al mondo che sì, era stata proprio lei negli anni '40 a passare ai russi le informazioni necessarie per colmare il ritardo nella costruzione della bomba atomica, dando il via di fatto alla Guerra Fredda. 

Nick Wall - VD
Judi Dench interpreta Joan
Judi Dench interpreta Joan, la versione romanzata di una delle più importanti spie del KGB di sempre

La sua storia, romanzata da Jennie Rooney nel suo omonimo romanzo, è alla base di un film a metà tra il dramma in costume e il thriller a tema spionaggio. Sfortunatamente per Melita, Judi e Joan, stavolta non è la realtà a superare l'immaginazione, bensì il contrario. Red Joan arriva troppo in ritardo per essere davvero interessante, battuto da anni di ottime pellicole di finzione.

Pace o lealtà

Tra i tanti problemi che Red Joan si ritrova ad affrontare senza riuscire a superarli, c'è il fatto che la sua storia autentica appaia come uno stanco doppione, dopo anni di film dai presupposti simili o identici. Il che è paradossale, se pensiamo che Melita Norwood è considerata il più importante agente segreto femminile mai reclutato dai russi nel Regno Unito. Il suo contributo è stato tutt'altro che marginale, anzi, il passaggio d'informazioni riservate che ha compiuto ha dato il via alla strategia della tensione. 

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Come ricostruito dal film, la corsa alla bomba atomica durante gli anni '30 e '40 sembrava essere una partita a due tra statunitensi e alleati contro tedeschi. Gli scienziati di mezzo mondo avevano più o meno intuito che negli isotopi dell'uranio si nascondeva il segreto per una bomba più potente e distruttiva di tutte quelle prodotte fino a quel momento, determinante per le sorti della guerra. Inizialmente alleate contro i tedeschi, Regno Uniti, Stati Uniti e Russia collaborarono insieme alle fasi iniziali della ricerca. La paranoia statunitense però portò ad escludere i russi dalla ricerca e ad ostacolare gli inglesi. 

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Sophie Crookson nei panni della giovane Joan
Sophie Crookson nei panni della giovane Joan dà una performance poco incisiva

È in questo scenario che Joan, una timida ragazza laureata a pieni voti in fisica, diventa determinante per ambo le parti. Assunta nel laboratorio inglese dove si lavora alla bomba H, Joan si rivela ben presto un'importante risorsa non solo per battere a macchina e fare il tè, ma anche per velocizzare la ricerca grazie al suo brillante intelletto. La sua posizione strategica nei pressi delle informazioni più sensibili la rende il bersaglio perfetto per tutta una serie di compagni dell'università di chiare simpatie comuniste. Joan si ritrova così spaesata su due fronti: rimanere fedele al paese o cedere alle richieste di Leo (Tom Hughes), comunista fuggito dalla Germania nazista per cui prova da sempre un amore profondissimo? 

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Saranno le bombe di Nagasaki e Hiroshima a convincere Joan che è necessario un equilibrio, dando ai russi (in grave ritardo nella loro strada verso l'atomica) il materiale necessario per costruirsi la bomba H. Il suo ideale è l'equilibrio generato dalla paura: gli americani saranno frenati dall'utilizzare di nuovo l'atomica, per timore di ritorsioni.

Thriller soporifero

A questo punto la storia dovrebbe impennarsi, virare verso l'azione, ma lo spettatore medio è già decisamente annoiato e stanco. Ingannato dalla promessa di una Judi Dench protagonista (che invece si limita ad apparire in qualche scena di raccordo), il cinefilo compie il suo viaggio insieme alla giovane Joan interpreta da Sophie Cookson, graziosa ma decisamente meno carismatica. 

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Red Joan cerca timidamente di disegnare la fitta rete di manipolazioni sentimentali e psicologiche in cui si perde Joan, così come prova a spiegare la sua efficacia di spia mostrando quanto le donne in quell'epoca venissero sottovalutate. Di certo non aiutato dalla regia anonima di Trevor Nunn (quasi indistinguibile da quella televisiva) e da una storia che sappiamo già dove andrà a parare, il film si scontra con una lunga lista di scomodi predecessori. Buona parte degli stessi derivano dalla penna di John Le Carré, uno che nei servizi segreti ci ha lavorato davvero. Con la conoscenza di prima mano di quanto stesse succedendo nella guerra tra spie e con una maestria da narratore impareggiabile, ha saputo anticipare la realtà di Red Joan. 

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Joan e Max in una scena del film
Joan rimarrà invisibile per gran parte del film grazie alla scarsa considerazione di cui godevano le donne all'epoca

Il film è quindi vittima di un immaginario prolificissimo che ha generato dagli anni '50 ad oggi storie più o meno brillanti sul mondo delle spie e sul dietro le quinte della Guerra Fredda (vedi anche alla voce The Americans). Certo da parte sua però non ha mai un guizzo, un'idea brillante, una svolta che lo salvi dal suo stesso essere opaco e poco dinamico. 

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Red Joan arriverà nelle sale italiane il 9 maggio 2019

Commento

cpop.it

55

Costretto a trascurare Judi Dench in favore di Sophie Cookson, Red Joan si trova anche derubato della sua storia vera da decenni di narrazioni fittizie sullo spionaggio ben più convincenti. Anonimo.

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