Qual era il piano di Strange per Avengers: Endgame? La spiegazione da Infinity War in poi

Autore: Emanuele Zambon ,

Lo temi, lo eviti. Il destino, però, arriva comunque. All'inizio sembrava solo un incubo materializzatosi nella mente di Tony Stark (ricordate il sortilegio di Wanda Maximoff in Avengers: Age of Ultron?). Era in realtà un avvertimento, una visione profetica di qualcosa di terribile che poi, puntualmente, sarebbe accaduto.

Ai tempi i Vendicatori non potevano sapere che dietro l'invasione di Loki e dei suoi Chitauri ci fosse la strategia bellica di un titano dedito al genocidio. Thanos, al di là di un paio di scene post-credit e di qualche minaccioso discorso - rivolto a Ronan l'Accusatore - in Guardiani della Galassia, ha sempre mantenuto un profilo basso nel suo avvicinamento alla terra. Questo fino ad Avengers: Infinity War, in cui ha seminato morte e distruzione ai 4 angoli dell'universo, da Xandar al nostro pianeta.

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Il dittatore col Guanto dell'Infinito non si è fermato davanti a nulla. Tra le altre cose, ha sacrificato sua figlia adottiva - Gamora - e ha costretto Doctor Strange a cedergli la Gemma del Tempo, pena la vita di Tony Stark, ferito seriamente dopo uno scontro all'ultimo sangue.

14 milioni e 605 mila futuri alternativi

Avanti nel tempo, per vedere tutti i futuri alternativi possibili. 14 milioni 605mila risultati. Il domani (quasi) infinito visto dallo Stregone Supremo si concludeva sempre con la sconfitta degli Avengers e il trionfo di Thanos. In un solo caso, però, quel destino tanto temuto veniva ribaltato. 

È naturale, quindi, chiedersi perché Strange, dopo aver ribadito più volte nel corso di Infinity War di non volersi separare dalla Gemma del Tempo, la consegni al titano folle, che dal canto suo risparmia la vita di Stark prima di teletrasportarsi sulla Terra, sradicare la Gemma della Mente dalla fronte di Visione e schioccare le dita, sterminando così metà della vita nell'universo.

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La risposta non può che essere una sola. E lo spoiler, ovviamente, è in agguato. Da questo momento in poi, dunque, sta a voi scegliere la pillola, come nei film di Matrix: rossa, si prosegue nella lettura; blu, abbandonare immediatamente.

"Tony, non c'era altro modo"

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Marvel Studios
Benedict Cumberbatch in una scena di Infinity War
Quel "Siamo a fine partita ora" pronunciato dallo stregone di Benedict Cumberbatch sul pianeta Titan nel finale di Infinity War si lega in modo sottile al titolo del sequel, Avengers: Endgame. La fine dei giochi, appunti, la fase conclusiva di un match che ha visto quasi sempre i Vendicatori soffrire il "possesso Gemma" di Thanos, le sue difese impenetrabili e il suo attacco atomico. Una squadra di cattivi stellare, non c'è dubbio.Eppure, dietro il dramma della sconfitta si nascondeva il seme della vittoria, certo pagata a caro prezzo. Strange, infatti, non ha consegnato la Gemma perché misericordioso nei confronti di Stark. Assolutamente no, l'avrebbe sacrificato senza troppe remore se solo avesse potuto. Ma in quei 14 milioni 605 mila futuri tutti uguali e perdenti, ce n'era solo uno a favore degli Avengers: quello in cui l'alter ego di Iron Man rimaneva in vita."Tony, non c'era altro modo". Per tutto Infinity War, Strange non fa che chiamare per cognome il personaggio di Robert Downey Jr. ma, un attimo prima di svanire nel nulla, sembra rivolgersi a lui come un vecchio amico, chiamandolo per nome. Un cambio repentino di atteggiamento dettato dall'aver visto avanti nel tempo, ovvero fino all'epilogo di Avengers: Endgame (QUI la recensione no spoiler del film), in cui quel genio, miliardario, papà (non più playboy), filantropo si sarebbe steso sul filo spinato - invece di tagliarlo - per proteggere gli altri (quindi Cap sì, ti sbagliavi su di lui).Ricapitolando, le intenzioni iniziali di Strange erano quelle di proteggere la Gemma del Tempo ad ogni costo. Non distruggerla o nasconderla, ma impedire a Thanos di prenderla. Dopo essere stato rapito dal luogotenente di Thanos, Ebony Maw, e salvato da Tony e Spidey, Strange ha ribadito che, qualunque cosa fosse accaduta, avrebbe protetto la pietra, anche a costo della vita di Tony o Peter Parker. O di entrambi.Dopo essere andati vicini - Vendicatori e Guardiani - a sfilare il Guanto dalla mano di Thanos, a Strange non rimane che consegnare la Gemma al villain per evitare che questi finisca il moribondo Iron Man. È l'esatto momento in cui il Signore delle Arti Mistiche cambia le cose. Stringe un patto con Thanos: risparmia la vita di Tony in cambio della Gemma del Tempo. Di fatto smentisce sé stesso, salvando la vita del tycoon con l'armatura.

Avengers: Endgame, Tony Stark era il piano di Doctor Strange

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Robert Downey Jr. nel finale di Infinity War
Non è però un benefattore, Strange. Semplicemente, ha osservato il ruolo che Stark avrebbe in seguito avuto nella rivincita con Thanos. Quando in Avengers: Endgame Scott Lang ritorna dal Regno Quantico, rivela ai Vendicatori superstiti che la tecnologia messa a punto da Hank Pym può rendere possibile il viaggio nel tempo. Una conoscenza che Banner e gli altri, però, non riescono a mettere a frutto. È infatti Tony Stark che, dopo essersi ritirato a vita privata (un po' come lo Zio Paperone della saga di Don Rosa), intuisce la maniera in cui le particelle Pym possono essere sfruttate senza intoppi, perfezionando la tecnologia per il viaggio nel tempo. Un ruolo decisivo, il suo, un apporto alla Stephen Hawking come spesso ci ha abituato in oltre dieci anni di Marvel Cinematic Universe.Tony non poteva sopportare il proprio fallimento, nemmeno adesso, con una figlia da crescere ed una moglie da amare. Ma del resto, l'uomo di ferro con un reattore al posto del cuore non ha mai saputo rinunciare al proprio ruolo di protettore della Terra, nemmeno quando ne ha avuto l'opportunità. Un senso di responsabilità che non sospettavamo agli inizi e che invece è lievitato nel corso dei film, fino a quel rimorso - tipico del mentore - per l'allievo scomparso troppo presto impossibile da sostenere.C'è tutto questo e anche di più nel novero dei futuri alternativi sfogliati da Strange: una mente superiore - quella di Stark - che avrebbe trovato la chiave per viaggiare nel tempo e utilizzato il potere del Tesseract per fabbricare un nuovo Guanto dell'Infinito. Non solo. Tony, dopo aver visto quanto accaduto a Hulk dopo aver schioccato le dita, era ben consapevole delle conseguenze del gesto. Ma, nell'infuriare della battaglia, e dopo aver incontrato lo sguardo inequivocabile di Strange (tornato in vita), ha capito che l'unico modo per salvare i suoi affetti e l'umanità tutta sarebbe stato quello di indossare il Guanto e compiere il gesto dello "snap". Tradotto, sacrificarsi per il bene comune. Era l'unico modo e probabilmente non sarebbe sopravvissuto allo schiocco.

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Show hidden content Un ruolo enorme, quello di Stark, la pedina decisiva nella rivincita con Thanos. Non l'unica, però. Che dire del ratto che preme inavvertitamente il pulsante che consente, aprendo un tunnell quantico-temporale, a Scott Lang di ritornare a New York dopo 5 anni di vagabondaggio tra le pieghe della fisica? Una soluzione di sceneggiatura a dirla tutta un po' grossolana e pure magnificamente beffarda (Thanos sconfitto da Topolino, c'è lo zampino di Disney) ma comunque decisiva.
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