L'angelo del male - Brightburn, la recensione: stavolta Superman non ci salverà

Autore: Elisa Giudici ,

I supereroi sono così centrali nella cultura pop e cinematografica contemporanea da sconfinare in altri generi oltre al cinecomics, fornendo un'analisi interpretativa della nostra realtà e al contempo prestandosi a un ventaglio di interpretazioni molto suggestive. James Gunn, qui coinvolto nei panni del produttore, è il principale responsabile di un cambio di passo e tono dell'epica Marvel: il suo I guardiani della galassia è stato ben più di un successo commerciale, rivelandosi un film così carismatico da suggerire e poi imporre un approccio nuovo ai cinecomics. Dissacrante, ironico e allergico a prendersi troppo sul serio, il supereroe secondo Gunn è diventato sempre più prototipo del supereroe Marvel, contaminando la visione e il lavoro di altri registi del MCU come fratelli Russo e di Taika Waititi. 

La passione di Gunn per la narrazione supereroistica non si ferma qui, anzi, finisce per suggerirgli l'idea di un contagio: traslare una storia d'origine supereroistica classica con tutti i suoi topoi e stereotipi in ambito horror. Nasce così il progetto de L'angelo del male - Brightburn, in cui Gunn cede il posto dietro la macchina da presa al collega David Yarovesky (al suo secondo film dopo The Hive) ma rimane coinvolto attivamente nella produzione, diventando di fatto il protagonista della campagna promozionale.

Sony
Brandon in una scena di L'angelo del male - Brightburn
E se Superman si rivelasse pronto a distruggere l'umanità?

Grazie alla forza dell'idea iniziale e all'importanza crescente del suo nome, quello che era nato come un film dalle risorse limitate cresce per dimensioni e ambizioni, recuperando tutte le risorse necessarie per esplorare una possibilità affascinante quanto sinistra: e se Superman fosse atterrato sulla Terra non per salvare l'umanità, bensì per assoggettarla e distruggerla?

Un dono venuto dal cielo

Per ovvi motivi di copyright il nome di Superman non viene mai fatto nel corso della pellicola, ma il riferimento iniziale non potrebbe essere più esplicito di così, a partire dalle genesi del personaggio. Tori Breyer (Elizabeth Banks) e suo marito Kyle (David Denman) sono una coppia felice che vive nella sonnacchiosa provincia statunitense, tra distese infinite di campi e case in stile coloniale. In una piccola cittadina del Kansas dove tutti si conoscono e i punti di riferimento si contano sulle dita di una mano (un diner a conduzione familiare, la scuola, il bar dove si può bere una birra e giocare a biliardo), i Breyer vivono una vita tranquilla e piena di soddisfazioni, che però nasconde un vuoto incolmabile, un desiderio irrealizzabile: vorrebbero un figlio, che però non arriva. 

Advertisement

Una notte Tori trova nella boscaglia dietro casa una navicella aliena, precipitata durante una pioggia di meteoriti. Dentro c'è un neonato, bellissimo e dalle sembianze umane. L'angelo del male - Brightburn comincia da qui, dalla ferma convinzione di una madre che suo figlio sia un dono del cielo, arrivato per esaudire il suo più grande desiderio. Brandon (Jackson A. Dunn) si rivela il sogno di ogni genitore: il bambino eccelle negli studi, è gentile e affettuoso, ama i suoi cari e si comporta ineccepibilmente, anche se i suoi compagni di scuola lo irridono e lo tengono a distanza, perché lo percepiscono come diverso e strano. 

Sony
Brandon osserva del sangue in L'angelo del male - Brightburn
Brandon è un giovane Superman alle prese con la scoperta dei propri poteri

L'angelo del male - Brightburn racconta di fatto la origin story più classica di tutte, sia nel genere supereroistico sia nel genere horror. Da Carrie - Lo sguardo di Satana agli X-Men, è l'arrivo della pubertà a scatenare nuove pulsioni e sopite ribellioni, in parte umane e ormonali, in parte legate a poteri alieni e supereroistici. La natura non umana di Brandon, la sua assoluta mancanza di empatia e le sue reazioni "altre" rispetto a quelle di un ragazzino umano nei confronti della morte, del dolore e del potere saranno strenuamente ignorate da Tori, decisa a rimanere al fianco del figlio contro tutto e tutti, mentre una scia rosso sangue sconvolge la tranquilla cittadina del Kansas. 

Un incipit geniale, uno svolgimento convenzionale

Per convincere il pubblico ad andare in sale basterebbe (e forse basterà) la premessa elettrizzante del film. Non a caso tra i tanti supereroi disponibili, si è scelto proprio Superman: un po' perché è tra i pochi che finge un'umanità di facciata, un po' perché possiede una sorta di onnipotenza che atterrisce lo spettatore anche quando usata a fin di bene, figuriamoci se declinata in chiave malvagia. Senza dimenticare la potente vibrazione cristologica del suo personaggio, sceso dal cielo per salvare l'umanità dai suoi errori, dimostrando una levatura morale superiore a quella dei peccatori circostanti. 

Advertisement
Advertisement

Fattore cruciale per la riuscita del film è la capacità del piccolo Brandon di risultare convincente sia nelle vesti del ragazzino modello sia in quelle del sinistro assassino: in questo senso Jackson A. Dunn regge benissimo l'impegnativa premessa del film e si dimostra abilissimo nel lanciare occhiate ai genitori e allo spettatore che mettano i brividi. Risultare sinistri su grande schermo è questione di genetica e abilità e il giovane protagonista del film possiede entrambe le qualità, finendo per rendere ancor più canonica e scolastica la prova di Elizabeth Banks e David Denman.

Sony
Brandon mascherato si prepara a colpire in L'angelo del male - Brightburn
Brandon elabora anche una sorta di costume per il suo alter ego malvagio

Tutti i personaggi adulti della vicenda - anzi a ben vedere tutti i personaggi all'infuori di Brandon - sono figure appena abbozzate, che si basano su stereotipi e luoghi comuni per costruire un minimo di carattere. La madre fedele al figlio, il padre roso dal dubbio e con brutte esperienze in fatto di figure paterne, gli amici di famiglia spensierati che non vedono il pericolo che incombe su di loro. Brightburn si appoggia con pesantezza su un castello di cliché che fanno di certo gioco alla sua permessa, ma che ne appiattiscono il risultato. 

A ben vedere anche di Brandon sappiamo pochissimo: il suo personaggio è costruito sulla progressiva perdita di una parvenza umana ed emotiva, che però non viene sostituita da nient'altro. Non è chiarissimo il motivo che lo spinga a esercitare il suo potere in maniera violenta e quali ragionamenti o emozioni lo spingano. Potrebbe benissimo essere guidato da un istinto primordiale o manovrato da un'altra entità: la spiegazione che il film dà è affrettata e poco incisiva. 

Advertisement

È un vero peccato constatare quanto L'angelo del male - Brightburn percorra il suo "e se" iniziale in maniera poco più che teorica, non facendo davvero nulla per dotare il film di un carattere e carisma proprio. Brandon e gli altri rimangono confusi alter ego della storia originaria di Superman, senza mai sviluppare un'identità propria. Allo stesso modo il film che vorrebbe aprire un nuovo filone horror (quello con i supereroi aguzzini degli umani) non fa nulla per dare un'impostazione unica o personale a questa novità, adagiandosi alle più trite convenzioni del horror commerciale odierno. Di supereroistico per impostazione e tono c'è davvero poco e le uniche svolta davvero interessanti si hanno nella chiusura del film.

Non è così che James Gunn ha raggiunto il successo e non è così che un film con un'idea forte può lasciare il segno: L'angelo del male - Brightburn rimane una pellicola sufficiente e gradevole nella visione, ma con un fortissimo retrogusto di occasione sprecata. L'angelo del male - Brightburn sarà nei cinema a partire dal 23 maggio 2019.

Commento

cpop.it

60

David Yarovesky e James Gunn si ritrovano per le mani un'idea strepitosa per un horror e per una critica al cinecomics contemporaneo: sfortunatamente ne tirano fuori un film convenzionale.

Non perderti le nostre ultime notizie!

Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!

Sto cercando articoli simili...