Pitt, DiCaprio e Tarantino su C’era una volta... a Hollywood e i legami con Pulp Fiction

Autore: Francesco Ursino ,

Con l’avvicinarsi dell’arrivo nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, l’attenzione verso C’era una volta... a Hollywood continua ad aumentare. La presentazione del film al festival di Cannes, poi, ha ribadito che il più recente progetto di Quentin Tarantino è, per bocca dei suoi stessi protagonisti, un atto d’amore verso il cinema.

Ma sul film che parla delle peripezie dell’attore Rick Dalton e della sua controfigura Cliff Booth sembra esserci ancora molto da dire. Prova ne è la lunga intervista rilasciata da Quentin Tarantino, Leonardo DiCaprio e Brad Pitt a Esquire, ricca di aneddoti e riflessioni.

Un Pulp Fiction nostalgico

Tarantino non sembra avere dubbi: C’era una volta… a Hollywood è un progetto che ricorda molto da vicino un suo grande successo, Pulp Fiction:

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Questo film è la cosa più vicina a Pulp Fiction che abbia mai fatto. Probabilmente è la mia opera più personale. Penso sia un insieme di memorie. Alfonso Cuarón ha girato Roma e ha rappresentato la Mexico City del 1970. Io ho rappresentato Los Angeles e il 1969. Questo sono io. Questo è l’anno che mi ha segnato. Avevo sei anni allora. Questo è il mio mondo. E questa è la mia lettera d’amore per Los Angeles.

Sony Pictures Entertainment
C'era una volta... a Hollywood ha come protagonisti DiCaprio e Pitt

Una coppia di attori che omaggia Hollywood

Questa sorta di celebrazione di un mondo che non c'è più, e in generale del cinema di Tarantino, pare essere evidente anche nel secondo trailer di C’era una volta... a Hollywood, in cui la parte principale è ancora una volta della coppia formata da DiCaprio e Pitt. Due attori, come sostiene Margot Robbie in una sua intervista di inizio maggio 2019, che nel corso del tempo sono diventati un duo particolarmente affiatato.

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DiCaprio, a questo proposito, spiega i motivi che lo hanno portato a recitare nel film:

Beh, prima di tutto, è stata l’occasione di lavorare con Tarantino. E certamente il periodo trattato nel film era affascinante. Penso sia un omaggio a Hollywood. Non penso ci sia mai stato un film su Hollywood uguale a questo – e con questo intendo un film girato a Hollywood e su Hollywood – un film che non ha paura di sporcarsi le mani, indugiando sulla vita ordinaria di un attore e il suo stunt. Il 1969 è un periodo centrale nella storia del cinema e del mondo. Rick e Cliff fanno parte della vecchia guardia di Hollywood, ma provano lo stesso a navigare in questo nuovo mondo di rivoluzione hippie e amore libero. Ho amato l’idea di impersonare questo attore in difficoltà che sta cercando di trovare il suo posto in questo nuovo mondo. E poi c’è il suo amico, che è stato con lui in tutte le sue battaglie a Hollywood.

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Rick Dalton e Cliff Booth in una scena di C'era una volta... a Hollywood

E sul ruolo di Tarantino nel film, DiCaprio ribadisce:

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Quentin ha catturato in maniera brillante cosa stava cambiando in America, ma anche come stava cambiando Hollywood dalla prospettiva dei personaggi. È stato affascinante la prima volta che ho letto la sceneggiatura. I personaggi avevano la stessa immensa conoscenza della storia del cinema di Quentin. Sei stordito dai dettagli, e sai che è una cosa dannatamente autentica.

Brad Pitt sottolinea, invece, cosa lo ha attratto della sceneggiatura del film:

Di certo si trattava di un periodo divertente. Tarantino è l’ultimo creatore di scene cool. Se finisci in uno dei suoi film, sai di essere in buone mani. Quentin ti dà questi discorsi, il tipo di discorsi che avresti voluto sempre dire in macchina, ritornando a casa, ma a cui pensi sempre il giorno dopo. Penso che il copione sia una evoluzione della voce di Quentin. Voglio dire, tutti conosciamo Quentin Tarantino come un autore capace di far virare i film verso una direzione unica e singolare. Io ho trovato che in questa pellicola ci sia una evoluzione – e una sorta di amalgama di tutto quello che ci è piaciuto dei suoi altri otto film.

L’intesa tra DiCaprio e Pitt

Pitt è sceso nei dettagli della grande intesa che lo lega a Leonardo DiCaprio. L’attore, visto anche in World War Z, infatti, commenta:

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Fare questo film con Leo è stata un’opportunità unica e fantastica. Poi era tutto l’insieme ad attirarmi, perché noi tutti siamo cresciuti affascinati dalla fama di attori e stuntman, dall’intesa tra i due. Voglio dire, ci sono storie del genere epiche: Burt Reynolds ha avuto Hal Needham. Steve McQueen era in coppia con Bud Ekins. Kurt Russell aveva questo tizio. Harrison Ford aveva quest’altro. Queste persone sono state partner per decenni. È un qualcosa che si è perso nella nostra generazione, dove è tutto molto più fluido.

Dello stesso avviso è DiCaprio:

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Quello che ho veramente amato di questo film è che c’è affetto nella relazione tra Cliff e Rick. Perché dopo tutto quello che hanno passato, sono come una famiglia. Hanno creato una famiglia e una connessione tra di loro che li fa sopravvivere anche quando i loro sogni vengono calpestati.

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Brad Pitt, uno dei protagonisti di C'era una volta... a Hollywood

Un film che non era un film

Uno dei retroscena più gustosi trapelato dall’intervista riguarda la genesi piuttosto travagliata di C’era una volta... a Hollywood. Si scopre infatti che Tarantino ha passato circa cinque anni a scrivere la storia, pensandola però come un romanzo. Alla fine, la scelta di trasformare la vicenda in una trama cinematografica è venuta quasi da sé:

Ho fatto diventare la storia quello che voleva diventare. Per molto tempo non volevo accettarlo. Poi l’ho fatto.

E sulla natura citazionista del titolo del film, al limite tra un’opera di Sergio Leone e una favola, il regista americano spiega:

Beh, c’è una specie di dinamica simile a quella delle fiabe, quindi il titolo sta bene. Ma è anche un film basato sulla memoria. Quindi non è ricco di fatti storici estemporanei. È una Hollywood reale, ma allo stesso tempo anche una Hollywood della mente. Ero molto felice del titolo, ma ero preoccupato dal farlo conoscere in giro. Ogni volta che mi riferivo a questo film, ne parlavo come la Magnum Opus [‘la grande opera’ in latino, n.d.r.].

DiCaprio, approfondendo la natura del film, tiene a sottolineare:

È anche una autentica storia di Hollywood, nel senso che i nostri personaggi sono testimoni della grandiosità e del glamour di Hollywood. Noi siamo gli outsider. Noi siamo i tizi che vivono alla giornata, cercando di lavorare. Brad e io guardiamo Hollywood cambiare, e siamo nel bel mezzo del cambiamento. E abbiamo questa relazione in cui uno guarda le spalle all’altro. Questa è la prospettiva data da Quentin, e sembra quasi che questi personaggi sarebbero potuti veramente esistere. E poi succede questa cosa di Manson. La storia Polanski-Tate.

Il ruolo di Charles Manson

La discussione è virata proprio sul ruolo di Charles Manson all’interno del film. Tarantino, a questo proposito, spiega:

Questo è un film su Hollywood con lo stesso carattere di Professione pericolo o Cantando sotto la pioggia, o qualsiasi altra pellicola dedicata a Hollywood. Il suo carattere, di base, è buono. Allora ti chiedi: ‘Cosa c’entra la Famiglia Manson in tutto questo?’ Beh, qui sta il trucco. Perché, in realtà, questo è il ragionamento da fare: In che modo questo marciume ha un ruolo in tutta questa storia? E io voglio che il pubblico si chieda questa cosa, e spero che sia una delle cose che spingano ad andare a vedere il film. È come se avessimo un corpo perfetto e in salute, e poi una siringa che gli inietta un virus letale'.

Cosa ne pensate di C’era una volta… a Hollywood? Lo andrete a vedere quando uscirà nelle sale italiane, il prossimo 19 settembre 2019?

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