Cellebrite può sbloccare qualsiasi Iphone, ma solo per la polizia

Autore: Simone Alvaro Segatori ,

Da veri e propri fuorilegge ad aiutanti della giustizia: gli hacker, o meglio, la piattaforma digitale di soluzioni forensi che prende il nome di Cellebrite, propone un software in grado di sbloccare tutti gli iPhone fino ad iOS 12.3 per aiutare la polizia nelle indagini.

L'azienda israeliana Cellebrite ha annunciato la versione premium del suo Universal Forensic Extraction Device (UFED) che, da quanto dichiarato, può sbloccare iPhone, iPad e persino dispositivi Android di fascia alta, come Samsung (compresi top di gamma come Galaxy S6 ed S9) Huawei, LG, Motorola ma anche Xiaomi.

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Secondo quanto dichiarato dall'azienda stessa su Twitter, il servizio creato per aiutare le forze dell'ordine nello sbloccare e estrarre dati dai sistemi iOS e Android bloccati, sarà venduto come uno strumento "on-premises", il che significa che la polizia sarà in grado di acquistare l'UFED e di utilizzarlo autonomamente in ufficio.

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Nel sito ufficiale di UFED Premium, Cellebrite ha affermato che il sistema consentirà alla polizia di accedere ai dati di app di terze parti, conversazioni in chat, e-mail e allegati salvati. Inoltre sarà persino possibile recuperare il contenuto e la cronologia delle ricerche cancellate. UFED è in grado di funzionare su iPhone e iPad con versioni iOS che vanno dalla 7 alla 12.3 e sulle ultime versioni di Android dei più recenti dispositivi (di cui, oltre ai produttori e a qualche modello non si hanno notizie più specifiche).

Cellebrite
Il servizio UFED Premium di Cellebrite per sbloccare gli Iphone

La strage di San Bernardino: quando un hacking può fermare un assassino

Nessun altro affiliato delle forze dell'ordine può al momento sbloccare una gamma tanta varia di dispositivi, almeno non pubblicamente. Il coinvolgimento di Cellebrite nelle operazioni di polizia, era inizialmente più segreto, ma nell'ultimo periodo sembra che sia nata una vera e propria collaborazione dopo gli eventi di San Bernardino: L'FBI chiese all'azienda di sbloccare l'iPhone 5c di proprietà di Syed Rizwan Farook, uno degli assassini che nel dicembre 2015 partecipò alla strage nel centro sociale di San Bernardino in California. Le autorità chiesero aiuto inizialmente ad Apple per creare una versione di iOS alternativa con cui aggirare le difese del dispositivo ed estrarre i dati dallo smartphone. Apple però si rifiutò di compromettere la sicurezza del suo sistema operativo mobile perché quel software poteva diventare un trampolino di lancio per la creazione, da parte di qualche malintenzionato, di una backdoor, vera e propria "porta sul retro per entrare in qualsiasi dispositivo iOS. Così l'FBI fu costretta a chiedere aiuto a Cellebrite.

Attualmente, Apple si sta impegnando a bloccare gli strumenti di hacking dei suoi device iPhone, come dimostrano i recenti aggiornamenti di iOS 12 che hanno definitivamente bloccato GrayKey, altro strumento per aggirare la sicurezza venduto dall'azienda Grayshift alle forze dell'ordine statunitensi. Il prossimo aggiornamento di iOS inoltre, la versione 13 in arrivo il prossimo settembre, promette di risolvere definitivamente ogni falla.

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Questo tira e molla continuo tra aziende private e governo ci porta all'interno di domande molto interessanti e allo stesso tempo molto complesse: in un mondo in cui tutto viene affidato ai telefoni è giusto dare al governo uno strumento per invadere la nostra privacy? E, allo stesso tempo, è giusto da parte delle aziende private impedire l'arresto di pericolosi criminali per difendere questa privacy? 

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