Luna: tutti i misteri ancora irrisolti sul nostro satellite naturale

Autore: Danilo Abate ,

È stata protagonista di alcune fra le più grandi pellicole di Hollywood, le sono state dedicate fra le più belle poesie e canzoni mai scritte dall’uomo, ma in realtà sappiamo ancora pochissimo della Luna.

Apollo 11 fu la missione spaziale che rese possibile un’impresa fino ad allora impensabile: far approdare i primi uomini sulla Luna, gli statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin, per la precisione il 20 luglio 1969 alle 20:17:40 UTC.

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Da quel momento in poi il nostro satellite naturale è stato scandagliato da cima a fondo, ma i misteri che ancora lo avvolgono sono tanti.

Proviamo dunque ad analizzare, enigma dopo enigma, ciò che ancora non conosciamo della Luna.

  • La nascita della Luna

  • La composizione della Luna
  • C’è acqua sulla Luna?

  • L’attività sismica lunare

  • Il campo gravitazionale lunare

La nascita della Luna

Grazie ai campioni di roccia lunare trasportati sulla Terra dagli astronauti che l’hanno visitata, possiamo affermare che la Luna si è formata circa 4 miliardi e mezzo d’anni fa, quindi 50 milioni di anni dopo la nascita del sistema solare e più o meno nello stesso periodo in cui si è originato il nostro pianeta.

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Il grosso interrogativo irrisolto però riguarda il “come” sia nata la Luna, e a tal riguardo le ipotesi si sprecano.

Il 1º agosto del 1971 gli astronauti David Scott e James Irwin della missione Apollo 15 scoprirono una roccia dalle caratteristiche peculiari, una anortosite (si origina quando un minerale, il feldspato, si cristallizza nella roccia fusa), che spinse i geologi a pensare che il nostro satellite fosse inizialmente ricoperto di magma in cui vi erano immersi cristalli di feldspato.

Il ritrovamento dell’anortosite condusse i ricercatori verso la teoria dell'impatto gigante, secondo cui dopo la formazione della Terra, un corpo celeste delle dimensioni di Marte chiamato Theia si sarebbe scontrato con il nostro pianeta, ed è proprio dalle polveri di Theia generate da tale scontro che sarebbe nata la Luna.

NASA/JPL-Caltech
Una rappresentazione artistica della collisione fra la Terra e Theia
Una rappresentazione artistica della collisione fra due pianeti

Di recente però la teoria dell’impatto gigante è stata messa in dubbio, poiché nel 2001 sono stati analizzati dei campioni lunari contenenti molecole d’ossigeno analoghe a quelle tipicamente presenti sul nostro pianeta. Impossibile dunque continuare a pensare che la Luna fosse costituita esclusivamente dalle polveri di Theia come prima teorizzato.

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Nel 2011 inoltre uno studio ha messo in evidenza come il magma lunare sia in grado di contenere una quantità d’acqua 100 volte maggiore rispetto a quanto stimato in precedenza.

Ciò contraddice la teoria dell’impatto gigante, secondo cui l’acqua presente sarebbe dovuta andare incontro a evaporazione quasi completamente. Dunque bisogna pensare che Theia in realtà non sia mai esistito? Non possiamo ancora dirlo con certezza al momento.

La composizione della Luna

Anche la composizione della Luna resta avvolta parzialmente nel mistero. Sappiamo attualmente che il nostro satellite naturale è costituito da un mantello, un nucleo e una crosta, e il nucleo è formato da una parte solida e una liquida. La porzione interna al nucleo, ricca di ferro solido, presenta un raggio di ben 240 chilometri, ed è dotata di un guscio esterno (che abbonda di ferro liquido) dal raggio di 300 chilometri circa.

Kelvinsong
Un'immagine che raffigura la struttura della Luna
La struttura della Luna

Al di sopra però delle porzioni interne ed esterne al nucleo esiste una zona che può vantare un raggio di circa 500 chilometri, ricca di materiale non completamente fuso, la cui struttura è, al momento, totalmente sconosciuta. Non abbiamo infatti la benché minima idea dei materiali che compongono la zona in questione.

C’è acqua sulla Luna?

Gli scienziati di tutto il mondo affermano che quasi sicuramente c’è dell’acqua sulla Luna, ma non ci sono ancora stime precise sulle quantità presenti. Considerando che il nostro satellite naturale è abitualmente bombardato da comete e asteroidi contenenti acqua, si può ragionevolmente pensare che parte dell’acqua in questione venga depositata sulla Luna in seguito agli urti.

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Tale acqua andrebbe incontro a congelamento a livello delle zone d’ombra lunari. Non è stato però finora possibile verificare la presenza d’acqua in queste zone. Al momento le osservazioni effettuate dalla sonda LCROSS (Lunar Crater Observation and Sensing Satellite) suggeriscono la presenza, intorno al polo sud della Luna, di depositi di ghiaccio.

NASA
Una ricostruzione della sonda Lunar Crater Observation and Sensing Satellite
La sonda LCROSS

Dell’acqua, di composizione analoga a quella terrestre e in elevata concentrazione, potrebbe essere presente anche a livello del magma lunare.

L’attività sismica lunare

Nonostante la Luna non sia dotata di vulcani, essa presenta comunque un’attività sismica, rilevata dai sismografi piazzati sul satellite in occasione delle missioni Apollo. Alcune fra le scosse rilevate sarebbero addirittura di notevole intensità.

Com’è possibile che vi sia attività sismica lunare e, soprattutto, di tale portata? Non sappiamo dirlo con certezza, ma si teorizza che sia tutto dovuto alla forza gravitazionale terrestre, in grado di “deformare” la crosta della Luna, mediante un processo non molto dissimile da quello che dà origine alle maree lunari.

Il campo gravitazionale lunare

Delle caratteristiche del campo gravitazionale lunare, mediante la misurazione dello spostamento in frequenza di segnali radio inviati verso la superficie della Luna, ne sappiamo in parte.

Gli addetti ai lavori hanno scoperto i mascon, ovvero le "mass concentration" lunari, zone contraddistinte da anomalie positive del campo gravitazionale. L’origine di tali anomalie è stata inizialmente ricondotta alle colate laviche basaltiche che hanno colmato delle depressioni lunari nate dall’impatto con corpi celesti esterni.

I flussi di lava attraverso le depressioni in questione non basterebbero però a spiegare delle anomalie gravitazionali così marcate.

In definitiva possiamo ben dire che il nostro satellite naturale ha davvero ancora tanti misteri irrisolti, e soltanto tramite il progresso tecnologico ed anni e anni di ricerche potremo (forse) un giorno venirne a capo.

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