Joker: il finale del film e la sua possibile spiegazione

Autore: Alessandro Zoppo ,

Joker è finalmente arrivato nelle sale di tutto il mondo. Il cinecomics di Todd Phillips, vincitore del Leone d'Oro all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, è la backstory del super nemico di Batman, interpretato da un eccezionale Joaquin Phoenix.

Questa origin story del cattivo di Gotham City, chiaramente ispirata alla New Hollywood degli anni '70 e allo Scorsese di Taxi Driver e Re per una notte, ha scatenato un acceso dibattito tra gli spettatori per il suo discusso finale. Una conclusione che è un gioco di specchi e che molti hanno letto come una sorta di "scherzo" beffardo nei confronti del pubblico.

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Show hidden content Cos'è reale e cos'è presente soltanto nella testa di Arthur Fleck? Come tutti i clown del cinema, il Joker di Philips è un uomo che soffre, è una maschera tragica che si incattivisce nel momento in cui scopre che la sua vita non è una tragedia ma "una cazzo di commedia".Nel corso del film, la sua discesa nel vortice della follia si materializza sempre di più quando scopre di essere stato adottato e abusato dalla madre Penny (Frances Conroy). Da qui in poi, è un'escalation di violenza incontrollabile, che include la mamma, il collega Randall (Glenn Fleshler) e persino l'illusoria love story con la vicina Sophie (Zazie Beetz). Fino al gesto estremo e conclusivo al talk show di Murray Franklin (Robert De Niro).

È tutto nella testa di Arthur?

Show hidden content Gotham brucia e Joker diventa signore del Male, il principe pagliaccio del crimine. Ma è tutto vero o è soltanto frutto della schizofrenia di Arthur?Il film di Philips è soprattutto il corpo e il volto, la risata e la mente mutanti del suo protagonista. È lui che vorrebbe tutto un altro mondo e quindi tutto un altro finale per la sua storia. Come nel flashback in cui si immagina chiamato alla ribalta mentre è nel pubblico del Murray Franklin Show.
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Una foto di Robert De Niro nei panni di Murray Franklin nel film Joker
Robert De Niro è Murray Franklin in Joker
Il gesto della pistola alla tempia è reale o è soltanto un desiderio di Arthur? Cosa ha fatto davvero a Sophie dopo che se n'è andato dal suo appartamento? Ed è tutto vero quello che è successo con Murray? È stato proprio lui a provocare la rivolta per le strade di Gotham con le maschere da clown che assaltano la città?Una risposta a tutte queste domande potrebbe essere che tutto è nella testa di Arthur: una fantasia di vendetta contro coloro che lo hanno offeso e brutalizzato. Una proiezione della mente che lo fa diventare il messia, il martire, l'eroe accidentale della sua stessa storia.

Il legame con Batman

Show hidden content Quando esplodono i disordini in città, la famiglia Wayne è al cinema. All'uscita, vediamo Thomas, Martha e Bruce che si allontanano in fretta dalla sala, che sta proiettando Zorro, the Gay Blade ed Excalibur.Questa scena segna una connessione con Batman v Superman: il film di John Boorman viene citato in un momento chiave della vita del giovane Bruce Wayne. L'assassinio dei suoi genitori, appunto. È qui che Joker crea Batman.
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Un primo piano di Joaquin Phoenix truccato da Joker nel film di Todd Phillips
Arthur Fleck diventa Joker
Quando l'assistente sociale gli chiede qual è questa barzelletta che lo fa tanto ridere, il primo flash che spunta nella mente di Arthur è Bruce con i suoi genitori morti in quel vicolo sporco e puzzolente.Un richiamo arrivato già qualche scena prima, quando Fleck tiene nel suo quaderno degli appunti il ritaglio di giornale con la notizia della morte dei Wayne e la foto di un giovane e timido Bruce in un angolo.

Arthur è il figlio di Thomas Wayne?

Show hidden content Questo è un altro snodo centrale del film. Nel certificato d'adozione che Arthur strappa dalle mani dell'impiegato dell'istituto, non c'è un nome. Il passato di Joker resta quindi avvolto nel mistero.Prima di andare in scena da Murray, Arthur guarda una foto di sua madre da giovane, dietro la quale sono scritte le iniziali "T.W.", ovvero Thomas Wayne. È la verità o l'ennesimo gesto mitomane di Penny? Arthur è il fratello del futuro Batman?
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Joaquin Phoenix materializza il sorriso di Joker sul volto di Dante Pereira-Olson in una scena del film
Arthur e il piccolo Bruce Wayne
Nelle foto di Arthur da piccolo, c'è invece una forte somiglianza con Bruce. Curiosità: il futuro Batman è interpretato dal giovanissimo attore Dante Pereira-Olson, che nel film A Beautiful Day (You Were Never Really Here) di Lynne Ramsay interpretava il protagonista Joe (lo stesso Phoenix) da bambino.Insomma, un altro indizio che non c'è da fidarsi di tutto quello che si è appena visto. C'è davvero la possibilità che Thomas Wayne abbia usato tutto il suo potere per coprire la verità e che Arthur Fleck sia davvero suo figlio. Anche questo particolare spiegherebbe il finale come una proiezione della mente di Arthur.

Fleck è davvero Joker?

Show hidden content Al di là del fatto che abbia commesso o meno dei crimini, alla fine Arthur viene catturato e rinchiuso ad Arkham.Ma Fleck è il vero Principe del Crimine o è stato l'ispirazione per qualcun altro? L'ipotesi, suggerita da molti spettatori, è che non ci sia un unico Joker (non a caso, a differenza di altri cinecomics, il titolo non è "The Joker") ma che ce ne siano diversi.Questa suggestione ribalterebbe tutto il senso del film, che non sarebbe una origin story del famoso villain DC ma la genesi della Gotham di Batman, di come sia diventata una città sull'orlo del baratro.Joker sarebbe piuttosto una metafora, il prodotto della malattia mentale di un uomo e di una società che lo ha ignorato e brutalizzato.

La barzelletta che genera la risata

Show hidden content Joker si conclude con Arthur rinchiuso nell'Arkham Asylum. "Non la capiresti", risponde all'assistente sociale che gli chiede di raccontarle la barzelletta che genera la sua risata isterica e animalesca.L'incontro di Arthur con Thomas Wayne avviene in un cinema durante la sonorizzazione di Tempi moderni di Charlie Chaplin. La camminata del Tramp di Chaplin è proprio quella di Arthur quando lascia impronte rosso sangue nella scena che chiude il film.No Instagram parameter url definedPresumibilmente Joker ha appena ucciso l'assistente sociale con cui ha sempre parlato, interpretata da Sharon Washington. Ma qual è la barzelletta? È forse Thomas Wayne? È Bruce e la sua innocenza perduta?Domande destinate a rimanere senza risposta. Arthur è immerso nel bianco che avvolge i muri di Arkham (la "white room", come la canzone dei Cream in colonna sonora), proprio come abbiamo visto sua madre, la giovane Penny (interpretata da Hannah Gross), nei flashback di trent'anni prima.Arthur non sarebbe mai uscito da quel manicomio. La sua vita intera sarebbe la sua barzelletta. Tutto è una menzogna, e Arthur accetta il suo destino ad Arkham mentre Frank Sinatra canta That's Life.Joker è un uomo perso nella sua psicosi e condannato a combattere per sempre nel suo isolamento, con il futuro incerto per il mondo che lo ha creato e soffocato in quel manicomio.Se gli eventi che abbiamo visto sono soltanto nel suo cervello, non c'è proprio nulla di reale? La verità potrebbe stare nel mezzo. Questi fatti potrebbero essere accaduti davvero, ma li abbiamo visti attraverso la lente deformata di un uomo tormentato, e quindi non per come sono esattamente accaduti.Arthur potrebbe aver narrato gli eventi che hanno avuto luogo, ma cambiandone le parti che non gli piacciono. Una macchinazione dei ricordi: la storia di Arthur Fleck, come lui avrebbe voluto che fosse successa. Se fosse così, non conosceremo mai la verità.La maggior parte del film che abbiamo visto potrebbe essere la vera storia, ma qualsiasi altra piccola parte potrebbe essere frutto dell'immaginazione di Arthur. Sono risposte non definitive, lasciate volutamente aperte dal regista.E voi cosa ne pensate? È tutto accaduto davvero o è successo soltanto nella testa di Arthur?
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