Il cinema di sangue blu: i film con protagonisti re e regine

Autore: Redazione NoSpoiler ,

L’indubbio vantaggio di essere un attore è quello di potersi mettere nei panni di chiunque, da una moglie di provincia a un sanguinario assassino.

Uno dei ruoli più ambiti è senza dubbio quello di re e regina.

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Studiare gli eventi passati, indossare abiti sontuosi e interpretare tutte le sfumature di personaggi storici realmente esistiti, che hanno influenzato il mondo con le loro scelte, deve essere una sfida totalizzante che affascina sia l’interprete sia quello spettatore che ama, più di tutto, gli intrighi di potere alla Trono di spade.

Molti i divi di Hollywood che si sono cimentati in questa regale impresa, a cominciare da Katharine Hepburn, nelle assai temerarie vesti di Maria di Scozia (John Ford, 1936).

Gli occhi viola di Elizabeth Taylor hanno regalato alla sua Cleopatra, kolossal del 1963 diretto dal regista Joseph L. Mankiewicz, una vena di romanticismo e seduzione anche per il legame che l’ha unita a Richard Burton, il suo Marco Antonio sul set e nella vita.

In tempi più recenti, perfino Leonardo DiCaprio si è lasciato sedurre dal potere della corona. Ne La maschera di Ferro (Randall Wallace, 1998) tratto dal romanzo di Alexandre Dumas, recita in un doppio ruolo, quello del re Sole Luigi XIV e il suo gemello Filippo, finito in prigione e soccorso dai soliti noti quattro moschettieri.

Le pellicole di genere storico e araldico sono davvero numerose: noi abbiamo scelto otto titoli di film con protagonisti sovrani e regine che hanno davvero lasciato il segno, sia per l’intensità dell’interpretazione sia per l’originalità del taglio narrativo.

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I reali portano bene ai loro interpreti: la maggior parte degli attori e attrici di questi film in costume si sono aggiudicati l’ambita statuetta dorata degli Oscar.

1 – Elizabeth - The Golden Age

Elizabeth - The Golden Age è il seguito di Elizabeth, film storico del 1998 diretto da Shekhar Kapur (Le quattro piume, 2002).

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La magnifica Cate Blanchett è l’immacolata regina, capace di tenere testa a Filippo II di Spagna e di provare emozioni contrastanti per Sir Walter Raleigh (Clive Owen, Inside Man) affascinante navigatore e fondatore di una colonia che porta il nome di Virginia, in onore dell’illibatezza della sovrana.

Il forte sentimento che li lega viene continuamente oscurato da congiure interne e tentativi di spodestare la regina.

La guerra con la Spagna è alle porte ed Elizabeth dovrà prendere delle amare e dolorose decisioni: il regno e la pace che verrà sono più importanti del suo nobile e palpitante cuore di donna.

Cate Blanchett è stata candidata agli Oscar come miglior attrice per il ruolo di Elizabeth sia per The Golden Age sia per il primo film del 1998.

2 – The Queen – La regina

Il film del 2006, diretto da Stephen Frears (Philomena, 2013), ha come protagonista assoluta Helen Mirren nei panni della regina Elisabetta.

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Sua maestà deve fronteggiare uno degli eventi più delicati del suo lungo regno, la morte inaspettata nel 1997 della principessa Diana in un incidente automobilistico, a Parigi. Tante le decisioni da prendere, a cominciare dalla scelta di onorare la ex nuora come semplice cittadina o come membro della famiglia reale a tutti gli effetti. Ad aiutarla, il nuovo primo ministro Tony Blair (Michael Sheen, Master of Sex).

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Un ritratto toccante e assai umano di una donna da tutti considerata simbolo di rettitudine, tradizione e gelida anaffettività.

Oscar - meritatissimo - a Helen Mirren nel 2007 come miglior attrice protagonista.

3 – Il discorso del re

Ispirato a una storia vera, il film diretto da Tom Hooper (The Danish Girl 2015) svela la profonda amicizia tra Lionel Logue (Jeffrey Rush, Pirati dei caraibi – la vendetta di Salazar, 2017) logopedista di stanza a Londra e il duca di York, il futuro re Giorgio VI (Colin Firth).

Il duca, sofferente di balbuzie e dal carattere troppo sensibile, è da sempre messo in ombra dal fratello Edoardo e dal padre Giorgio V. L’incontro con il bizzarro ed empatico Logue gli permetterà non solo di domare il suo difetto ma di diventare un uomo e un sovrano capace di guidare il popolo in uno dei momenti più difficili della storia, la Seconda guerra mondiale.

Il discorso del re nel 2011 riceve undici nomination agli Oscar, vincendone quattro: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale e miglior attore protagonista a Colin Firth.

Magistrale l’interpretazione di Geoffrey Rush, già premiato agli Oscar per il ruolo del pianista David Helfgott in Shine (Scott Hicks, 1997) che deve però accontentarsi della candidatura come miglior attore non protagonista.

4 – Shakespeare in Love

Nel 1998 il film di John Madden (Marigold Hotel, 2012) trionfa al cinema e agli Oscar – ben 13 nomination – con una sorta di biografia fantasiosa e dalle troppe licenze poetiche su una porzione di vita dello scrittore William Shakespeare (Joseph Fiennes, Hercules – Il guerriero, 2014).

Il giovane autore di commedie di poco successo, è un uomo irrequieto, invidioso del suo rivale Philip Marlowe (Rupert Everett, Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali, 2016) ma pronto a innamorarsi di Lady Viola (Gwyneth Paltrow).

La nobildonna, per sfuggire al suo destino di sposa di un uomo ricco e avido d’affetto, decide di avventurarsi nel mondo del teatro travestendosi da uomo per poter calcare il palcoscenico. Come ogni commedia romantica che si rispetti, Viola e William diventeranno i nuovi Romeo e Giulietta, con tutte le sfumature ironiche e sentimentali del caso.

Tra gli interpreti, Geoffrey Rush e Colin Firth in piccole quanto significative parti e una a dir poco sublime Judi Dench (Spectre, 2015) che, nelle regali sembianze della regina Elisabetta e in ruolo considerato poco più di un cameo, porta a casa la statuina dorata come miglior attrice non protagonista.

Oscar anche per Gwyneth Paltrow, che vince come miglior attrice protagonista battendo Cate Blanchett, presente nella cinquina proprio con Elizabeth.

5 – Marie Antoinette

Sofia Coppola nel 2006 sceglie di portare sul grande schermo la storia della principessa Maria Antonietta (Kirsten Dunst, Il diritto di contare, 2016) dall’arrivo a Versailles fino alla Rivoluzione francese, reinterpretandola in chiave assai contemporanea sia dal punto di vista registico sia nella scelta della colonna sonora.

Una pellicola ritmata e pop che sottolinea le ingenuità e gli eccessi di una regina bambina, viziata e infelice, grazie ai contrappunti musicali di artisti come The Cure, The Strokes, New Order.

Il film è stato accolto dalla critica con molte riserve ma ha avuto una accoglienza trionfale al box office.

Premio Oscar per i migliori costumi a Milena Canonero.

6 – Un re allo sbando

Una sorprendente pellicola belga, scritta e diretta da Peter Brosens e Jessica Woodworth e presentata alla Festival di Venezia 2016, ha ricevuto grandi elogi da addetti ai lavori e pubblico.

Il re dei belgi, Nicolas III (Peter Van den Begin), uomo silenzioso, distratto e goffo, si trova a Istanbul per una visita ufficiale quando riceve una notizia inaspettata e sorprendente: la Vallonia ha voluto e dichiarato la propria indipendenza e quindi lo stato del Belgio si è oramai estinto.

Per affrontare la crisi l’oramai ex sovrano, insieme al suo staff e il regista ingaggiato per filmare il re in un documentario, cerca di ritornare immediatamente a casa ma, a causa di una tempesta solare, sono costretti dal governo turco a rimanere in albergo.

Ricorrendo a ogni stratagemma, anche il più ridicolo, riescono a partire per un viaggio on the road, puntualmente filmato dal documentarista.

Attraversando piccoli e grandi stati, incontreranno personaggi di varie etnie e umanità.

Un re allo sbando non è solo una divertentissima e ironica storia basata su una ipotesi improbabile ma non del tutto irrealistica, ma è un intenso spaccato sulla situazione europea odierna, sui conflitti, le ansie e le speranze deluse di popoli in attesa di una vera e collaborativa società globale, tra orgoglio nazionale e desiderio di un futuro migliore.

7 - Vittoria e Abdul

Judi Dench e Stephen Friars ritornano come attrice e regista scegliendo nuovamente una storia di sangue blu e amicizia, quella tra la regina Vittoria e il suo segretario personale, l’indiano Abdul Karim (Ali Fazal).

Il film, in uscita in Italia a fine ottobre 2017, racconta di una tenera relazione platonica tra la ultra sessantenne regina e il ventiquattrenne Abdul.

La regina fu conquistata dall’eleganza dei modi e la gentilezza dell’uomo che, secondo le fonti dell’epoca, le fece apprezzare il curry e l’uso del narghilè.

8 – Grace di Monaco 

Una delle favole più romantiche e tragiche del ‘900, la bella e talentuosa musa di Alfred Hitchcock che sposa un vero principe, Ranieri III, un amore offuscato da molte luci e altrettante ombre.

Il film del 2014, diretto da Olivier Dahan (La vie en rose, 2007) ha aperto il festival di Cannes ricevendo stroncature unanimi per l’inesatta descrizione di alcuni eventi e per lo stile agiografico della vita di Grace, una donna bellissima, madre e moglie ma dalle profonde inquietudini temperamentali.

Olivier Dahan dirige una splendente Nicole Kidman, perfettamente a suo agio nella parte e fisicamente rassomigliante a Grace Kelly ma che non riesce a sfruttare a pieno le sue doti recitative, intrappolata in una figura sacrificale che non dà molto spazio alle emozioni.

Tim Roth, attore riconosciuto universalmente come versatile e talentuoso, nelle vesti di Ranieri di Monaco risulta totalmente incolore e insapore.

Del film rimane apprezzabile solo la perfetta cura nel dettaglio scenografico e l’accenno alla figura ingombrante del regista di capolavori come Intrigo internazionale e La finestra sul cortile.

Gli otto film sono da vedere rigorosamente seduti su una poltrona regale e con la tiara ben appoggiata sulla testa. Siete pronti a fare un giro tra i castelli e la corte di Versailles?

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