Il caso Thomas Crawford: trama e finale del film con Anthony Hopkins

Autore: Francesco Ursino ,

Il caso Thomas Crawford (conosciuto anche con il titolo originale, Fracture) è un thriller con Anthony Hopkins e Ryan Gosling. La pellicola esplora le dinamiche di una relazione terminata in modo drammatico, e del conflitto tra due uomini diversi tra di loro, ma determinati ad avere la meglio. Tra colpi di scena e sottili giochi di potere, la trama del film accompagna lo spettatore per quasi dure ore, fino ad arrivare a un epilogo emozionante.

Uscito nel 2007, Il caso Thomas Crawford è stato diretto da Gregory Hoblit, maestro del thriller drammatico, e conosciuto anche per la regia di Schegge di paura, Sotto corte marziale e Nella rete del serial Killer. Il film, secondo rilevazioni Box Office Mojo, è stato capace di registrare incassi nel mondo per 91 milioni di dollari.

Dopo questa breve introduzione, è giunto dunque il momento di approfondire i temi di maggior interesse de Il caso Thomas Crawford, riservando particolare attenzione al significato delle sequenze finali.

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La trama de Il caso Thomas Crawford

Thomas Crawford (nella versione originale Theodore Crawford, interpretato da Anthony Hopkins) è un ricco ingegnere aeronautico di origini irlandesi. Vive a Los Angeles, insieme alla moglie Jennifer (Embeth Davidtz), e la sua vita sembra scorrere via senza incertezze. Qualcosa, però, ben presto si rompe. Thomas trova conferma dei suoi sospetti: Jennifer lo sta tradendo con un altro uomo, il detective della polizia Robert Nunally (Billy Burke).

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Ferito nell’orgoglio, Thomas discute con sua moglie, e la uccide con un colpo di pistola. Con estrema lucidità, l’uomo elimina le sue tracce dalla scena del crimine, e si trincera in casa armato di tutto punto. Subito dopo, la polizia arriva alla sua porta. Ad accorrere è lo stesso Nunally, che riesce a persuadere Thomas a farlo entrare. Crawford confessa subito di aver sparato alla moglie: Robert, dopo aver riconosciuto che la vittima è Jennifer, si scaglia contro di lui, in preda alla rabbia.

Thomas viene così rinchiuso in carcere, in attesa di processo. Entra in scena, qui, lo sfidante di Crawford, ovvero William "Willy" Beachum (Ryan Gosling). Si tratta di un assistente distrettuale sulla cresta dell’onda, che pensa di avere a che fare con un caso di facile risoluzione. La sua carriera è in netta ascesa, e manca poco al suo passaggio allo studio Wooton Sims, dove dovrà sottostare all'autorità dell’affascinante Nikki Gardner (Rosamund Pike).

Al processo, Crawford sceglie di difendersi da solo, senza l’aiuto di un avvocato. Il suo destino si incrocia proprio con quello di Beachum, che lo accusa di tentato omicidio.

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Una scena de Il caso Thomas Crawford

I rilievi sulla scena del crimine confondono le idee della polizia: la corrispondenza tra impronte, bossoli, proiettili sparati e arma del delitto non è esatta. Si arriva presto alla conclusione che la pistola di Crawford non può essere stata quella che ha sparato i colpi che hanno ucciso Jennifer. Tutto ciò sorprende in maniera evidente gli agenti.

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Il giovane assistente distrettuale, durante un interrogatorio con Thomas, si rende conto di quanto sia pericoloso. Crawford, infatti, ha assunto un investigatore privato per scoprire tutto su di lui. La linea da seguire dell’ingegnere aeronautico è chiara, ed è basata sull’assenza di evidenti prove a suo carico.

Tutto va secondo quanto previsto da Crawford: al processo, Beachum prova in tutti i modi a dimostrare la colpevolezza di Thomas, senza successo. Qui avviene il primo colpo di scena: Crawford informa la corte che Nunally, presente in aula, era l’amante di sua moglie, e che lo ha assalito durante l’arresto. La dichiarazione di Thomas, però, viene dichiarata inammissibile. Sempre più disperato, Nunally organizza un piano per includere false prove a sostegno della causa contro Crawford, che Beachum però rifiuta di mettere in atto.

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All’udienza seguente, Thomas presenta un’istanza di proscioglimento, che viene accolta sulla base della mancanza di prove. Beachum è costretto a soccombere, ma non finisce qui. Nunally, sconvolto dal verdetto, decide di togliersi la vita appena uscito dal tribunale, in una delle scene più drammatiche della pellicola. Crawford, intanto, è libero di tornare a casa.

Beachum, però, non si arrende. Mettendo la sua intera carriera a rischio, inizia a scavare a fondo nel caso, alla ricerca di ulteriori prove. Ma Crawford non rimane a guardare. Dopo aver assunto la tutela legale della moglie in coma, decide di “staccare la spina”, disponendo l’abbandono delle cure di Jennifer, ridotta in uno stato di vita artificiale. Beachum capisce che il piano di Thomas è quello di eliminare l’unica, possibile testimone del crimine, ma raggiunge l’ospedale appena dopo che i medici hanno spento le macchine che tenevano in vita Jennifer .

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Willy Beachum in una scena de Il caso Thomas Crawford

Le priorità di Beachum cambiano: non più interessato a collaborare con Wooton Sims, e disposto a mettere fine a una possibile relazione con Nikki, l’assistente distrettuale vuole solo trovare le prove che possano condannare Crawford. L’intuizione vincente, per Beachum, arriva nel modo più inatteso. In ufficio, durante una infruttuosa sessione di indagini, il protagonista impersonato da Ryan Gosling scambia inavvertitamente il suo cellulare con quello del Detective Flores (Cliff Curtis), e comprende finalmente i dettagli del piano di Thomas.

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Non c’è più tempo da perdere: Beachum, dopo aver ricevuto una chiamata da Crawford, raggiunge subito la casa del presunto assassino.

Il finale de Il caso Thomas Crawford

Faccia a faccia, uno contro l’altro, Beachum e Crawford si affrontano per quella che pare essere l’ultima volta. E qui il giovane assistente distrettuale espone la sua teoria. Tutto parte dal fatto che Crawford e Nunally possedevano la stessa arma, una Glock 21. Prima di commettere il crimine, Crawford aveva scambiato la sua arma con quella di Nunally, recandosi nella camera di hotel dove Jennifer e il detective usavano incontrarsi. Crawford, quindi, aveva ucciso sua moglie con la pistola di Nunally, per poi ricaricarla.

Il detective, arrivato sulla scena del crimine con la pistola di Crawford, si era trovato costretto a mettere a terra l’arma durante le negoziazioni per entrare a casa di Thomas. Nell’attimo in cui Nunally ha riconosciuto la vittima, ovvero Jennifer, Crawford ha scambiato nuovamente le armi, tornando in possesso della sua, perfettamente integra e inutilizzata. Con l’arma del delitto nella fondina di Nunally, la polizia non aveva potuto fare altro che usare la pistola di Crawford come prova. Per dare corpo alla sua teoria, ora Beachum poteva basarsi su un riscontro concreto: il proiettile nella testa di Jennifer, che una volta analizzato sarebbe risultato compatibile con la pistola di Nunally.

Crawford confessa, dando inizio a un secondo processo, con Beachum più determinato che mai e pronto ad accusarlo di omicidio. Questa volta però, a difenderlo è una squadra di legali pagati profumatamente, e messi a disposizione dallo studio Wooton Sims.

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Una scena tratta dal film Il caso Thomas Crawford

La spiegazione del finale

La tela intessuta da Crawford era apparentemente perfetta, ma è lo stesso personaggio che anticipa inavvertitamente il suo destino nel corso del film, parlando con Beachum:

Se guarda con attenzione, troverà che ogni cosa ha un punto debole dove può rompersi, prima o poi.

E Crawford compie un errore, che risulterà fatale, verso il finale della storia. Quando comprende che Jennifer, risvegliandosi, potrebbe confessare tutto, l’uomo assume la sua tutela legale, e ordina di staccare la spina alle macchine che la tenevano in vita. Una mossa all’apparenza astuta, che impedisce a Beachum di proseguire le indagini, ma che invece risulta fatale.

Sì perché Crawford, dopo aver confessato il suo crimine a Beachum, si sente comunque al sicuro, perché protetto dal principio del “doppio rischio” (Double Jeopardy). Il Common Law (il modello giuridico seguito in parte negli Stati Uniti e in altri paesi anglosassoni), sancisce infatti che un accusato non può essere giudicato due volte per lo stesso reato. Si tratta del medesimo principio conosciuto anche con il nome latino “Ne bis in idem”. Crawford, pertanto, crede che le accuse di Beachum cadranno nel vuoto, perché sempre relative al suo tentato omicidio della moglie.

Il diavolo, però, è nei dettagli. Avendo acconsentito alla morte della moglie, Crawford ora è perseguibile per omicidio, mentre le accuse precedenti erano tutte relative al tentato omicidio. Per questo motivo, è possibile imbastire un nuovo processo. Beachum, con una certa soddisfazione, spiega il tutto a Thomas in questo modo:

Quando è stato processato per tentato omicidio, sua moglie era ancora viva. Ma lei doveva per forza staccare la spina, vero? Beh, ora è morta, e questo è delitto. Omicidio di primo grado, è una nuova accusa. Ci sono nuove prove. È un nuovo processo.

Ed è in questo momento che Crawford, per la prima volta nel film, mostra un primo cedimento, invitando (non molto educatamente) Beachum ad andare via da casa sua:

Da non dimenticare, nel corso del finale, la presenza dei legali di Wooton Sims, che rappresenta una sorta di “vendetta” nei confronti di Beachum, che all’inizio del film era pronto a impegnarsi professionalmente con lo studio, e sentimentalmente con il suo capo, Nikki.

L’inizio del nuovo processo, pertanto, rappresenta una rinnovata sfida per il personaggio di Ryan Gosling, che solo assicurando definitivamente alla giustizia Crawford, e sconfiggendo quelli che potevano essere i suoi colleghi, può finalmente voltare pagina.

New Line Cinema/Eagle Pictures
La cover de Il caso Thomas Crawford

Cosa ne pensate de Il caso Thomas Crawford? Avevate capito il piano di Thomas?

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