Tim Miller rivela perché non ha diretto Deadpool 2

Autore: Emanuele Zambon ,

Non è tipo da mezze misure, Tim Miller. L'esordio col botto alla regia con il cinecomic più irriverente di sempre (Deadpool) e il successivo timone di un sequel/blockbuster dall'enorme hype. Nel mezzo, tanta straripante personalità, numerosi guizzi in regia e la poca propensione per la diplomazia. Risultato? Rapporti conflittuali con colleghi e produttori.

Ad ammetterlo è lo stesso regista, che nel podcast The Business di KCRW, ha svelato i motivi - peraltro già abbastanza noti - che l'hanno spinto a rifiutare la regia di Deadpool 2. Colpa, a quanto pare, della smania creativa e delle ingerenze di Ryan Reynolds, desideroso a detta di Miller di assumere il controllo totale del franchise sul Mercenario Chiacchierone dei fumetti Marvel.

Le voci sui motivi dell'addio di Miller alla regia di Deadpool 2 circolarono già nell'ottobre 2016. Vennero a galla contrasti tra Reynolds e Miller in merito alle diverse visioni per il sequel del cinecomic targato 20th Century Fox, in particolar modo per quel che riguardava la figura di Cable. Secondo quanto riferito, Miller voleva Kyle Chandler per il ruolo, mentre Reynolds spingeva per coinvolgere Josh Brolin (cosa che puntualmente è poi avvenuta).

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Il regista, parlando al podcast The Business, ha chiarito che l'insanabile frattura con Reynolds non è dipesa solamente da una mera scelta in fase di casting, lasciando intuire una diversa idea di seguito, inconciliabile con quella del protagonista. Miller, in sostanza, puntava ad un sequel più visivamente coinvolgente, capace di espandere l'universo di Wade Wilson. Reynolds, invece, voleva esasperare i punti di forza del primo film, in primis la verve comica tendente al trash e al politicamente scorretto.

In pratica, mentre Miller intendeva alzare il tiro con Deadpool 2, l'attore preferiva premere sull'aspetto comedy. In modo molto onesto, il cineasta nato a Fort Washington nel '70 ha lasciato intendere che molti, al suo posto, non avrebbero avuto problemi a lavorare in quelle condizioni, con un attore intenzionato ad imporre la propria visione. Ma non Miller, che infatti ha preso una strada diversa (e con David Leitch poi subentrato in cabina di regia).

È diventato chiaro che Ryan Reynolds intendesse assumere il controllo del franchise. Sì, puoi lavorare abbastanza bene in quel modo come regista, ma non fa per me. Non mi dispiace avere un confronto ma se non riesco a vincere, non voglio nemmeno giocare. E non penso che tu possa negoziare tutte le volte ogni decisione creativa: ce ne sono troppe da prendere. Ryan è il volto del franchise, ed è di gran lunga il componente più importante. Quindi, se decide di assumere il totale controllo creativo, sta sicuro che lo farà. 

Bye bye James Cameron

Per uno scherzo del destino (oscuro) piuttosto beffardo, Miller ha vissuto una situazione simile con la regia del nuovo Terminator (vero e proprio flop al box-office). Gli attriti con il supervisore James Cameron in fase di montaggio lo hanno talmente esasperato da portarlo ad affermare nei giorni scorsi di non voler più lavorare col regista e produttore deus ex machina della saga sui cyborg killer, motivando la decisione non come un fatto di natura personale ma piuttosto come la volontà di non lavorare più in una condizione di mancato totale controllo creativo su un progetto.

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