Parasite: 11 curiosità sul film di Bong Joon-ho

Autore: Giulia Vitellaro ,

Bong Joon-ho non ha mai affrontato un genere cinematografico senza sovvertirlo e connotarlo con il proprio stile i propri temi: ci è riuscito anche con Parasite.
E la critica non ha certo tardato ad accorgersene: il film ha vinto la Palma d’Oro all’ultimo festival di Cannes, è stato eletto il miglior film del 2019 dalla Los Angeles Film Critics Association ed è attualmente candidato ai Golden Globe Awards.

Nel film di Bong Joon-ho non ci sono antagonisti, eppure è avvincente e spietato; non ci sono neanche battute, eppure la comicità è evidente.

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Il film affianca le vicende della famiglia Kim, costretta dalle ristrettezze economiche a vivere in un seminterrato, a quelle della ricchissima famiglia Park, che vive in una casa lussuosa e moderna con un grande e meraviglioso giardino. Fingendosi laureato, il figlio più grande della famiglia Kim, Ki-woo (Choi Woo-shik) si presenta a casa dei Park per fare da insegnante a Da-hye (Jung Ziso), la giovane figlia di Mr. Park (Lee Sun-kyun) e di Yeon-kyo (Cho Yeo-jeong). A poco a poco, Ki-woo riesce ad infilare altri membri della sua famiglia nella casa di Mr. Park, facendoli assumere come dipendenti per altre mansioni (chaffeur, domestica, arteterapista).

Ecco 11 cose che forse non sapevi sull'ultimo film di Bong Joon-ho.

1. Inizialmente, Parasite era stato pensato per il teatro

CJ Entertainment / Neon
La famiglia Kim piega cartoni della pizza per vivere in una scena di Parasite

In un'intervista a The Atlantic, Bong Joon-ho ha raccontato che un suo caro amico, attore di teatro, gli aveva suggerito di provare a cimentarsi nella scrittura di uno spettacolo.

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Nel teatro lo spazio è limitato, e in tutti i miei film c'erano moltissime location. Okja iniziava sulle montagne coreane e finiva a Manhattan. Quindi ho pensato: quale storia può ambientarsi in due sole case? Così, mi è venuta l'idea della casa povera e della casa ricca, anche perché ai tempi stavo lavorando alla post-produzione di Snowpiercer, ed ero molto concentrato sulla questione delle differenze tra classi sociali.

2. Bong ha preso ispirazione dalla propria vita personale

Il regista ha lavorato come tutor per una famiglia agiata quando studiava all'università, e ha rivelato che spesso si sentiva come se li stesse spiando.

3. Il titolo originale del film

Il titolo del film, originariamente, era "The Décalcomanie."

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Il motivo di questa scelta iniziale è stato spiegato da Bong Joon-ho a The Hollywood Reporter: "Quando vedi il risultato finale della  decalcomania, al primo sguardo entrambi i lati sembrano identici. Ma se si guarda meglio, non lo sono affatto. Secondo me, questo racconta qualcosa di entrambe le famiglie del film".

4. Il punti di contatto con gli altri film di Bong Joon-ho

Showbox Entertainment
Kang-ho Song tende la mano in una scena di The Host
Show hidden content Kang-ho Song è uno degli attori preferiti del regista, e ha recitato in altri suoi film. Alla fine di The Host (2006), Song (che interpreta Park Gang-du) ammazza un mostro, allegoria dei problemi socio-economici coreani, dopo che quest'ultimo ha ucciso sua figlia. Allo stesso modo, in una delle scene finali di Parasite, Song uccide un personaggio simbolo della situazione socio-economica del paese, dopo che questo ha accoltellato sua figlia.
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C'è anche un punto di contatto con Snowpiercer: l'architetto di casa dei Park e il personaggio di Kang-ho Song nel film del 2013 hanno lo stesso cognome, Namgoong.

Infine, l'attrice Lee Jeong-eun, che interpreta la prima domestica, ha dato la voce alla creatura Okja nel film omonimo diretto da Bong Joon-ho nel 2017.

5. La casa della famiglia Park

CJ Entertainment / Neon
La domestica della famiglia Park attraversa la lussuosa casa della famiglia

La grande casa della famiglia Park è frutto della mente dello scenografo e progettista di produzione Lee Ha Jun, ma le direttive per costruirla sono state dettate dal regista e dalla sceneggiatura.

I personaggi dovevano essere in grado di origliare, di spiarsi a vicenda. Al completamento della sceneggiatura, ho dovuto imporre la struttura della casa al nostro progettista di produzione. È stato un po' frustrante per lui, perché le mie strane richieste non avrebbero incontrato il favore di nessun architetto nella vita reale. Per me, però, erano necessarie per raccontare la storia... per lui è stata un'opportunità per concentrarsi sulla struttura esterna della casa, facendo intuire perfettamente quanto i proprietari siano giovani, ricchi e sofisticati.

6. La casa della famiglia Kim

CJ Entertainment / Neon
I due figli della famiglia Kim cercano di collegarsi ad una rete wi-fi nel bagno della propria casa

La casa, il vicinato e le strade in cui vive la famiglia Kim sono stati costruiti su un set usato anche come deposito d'acqua. Gli oggetti di scena sono stati presi da case abbandonate o da abitazioni che sarebbero state demolite a breve.

Show hidden content Bong Joon-ho durante una conferenza al TIFF ha affermato:

Per la casa povera, costruire la struttura è stato relativamente semplice. Ma se la casa della famiglia ricca sembra un castello isolato, quella dei Kim non ha alcuna privacy, perché il divario tra ricchi e poveri ha anche come sua estrema dimostrazione l'accesso alla privacy. Tutti i passanti e le macchine che si ritrovano vicino casa dei Kim possono guardarvi dentro. Non avevamo scelta, se non costruire l'intero quartiere in una sorta di gigantesco deposito d'acqua, per via della scena dell'alluvione. Alla fine, abbiamo allagato l'intero quartiere.

Ha inoltre osservato che il tema ricorrente dell'acqua è in qualche modo connesso al tema del suo lavoro. "Più che l'acqua in sé, è il suo scorrere da sopra verso sotto: credo che sia l'elemento tragico del film".

7. La scelta degli attori

Bong Joon-ho ha scelto uno dei suoi attori preferiti e amico di vecchia data, Kang-ho Song, insieme a Woo-sik Choi (che ha interpretato Kim in Okja), prima ancora di finire la sceneggiatura. 

Anche Park So-dam non sapeva nulla del film quando ha accettato di parteciparvi. L'unica cosa rivelata dal regista al loro primo incontro era che avrebbe recitato il ruolo della figlia di Song, e che avrebbe potuto rifiutare, se avesse voluto. Com'è ovvio, Park So-dam ha accettato. 

8. La canzone di Gianni Morandi

In una scena molto particolare e dinamica del film, in sottofondo si sente "In ginocchio a te", di Gianni Morandi.

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Il testo della canzone sembra non avere alcuna correlazione con la scena, e il regista sembra confermarlo, come riportato da GQ: "Tra l'altro la canzone l'ho scelta solo in base al titolo, perché in quella scena i personaggi si ritrovano letteralmente in ginocchio. Non ho la più pallida idea del testo".

Negli anni '60, Morandi era una star dei "musicarelli", un sottogenere cinematografico italiano incentrato sulle differenze tra poveri e ricchi. Un po' come Parasite.

9. I titoli di coda

La prima canzone udibile nei titoli di coda è stata scritta dallo stesso Bong Joon-ho e cantata da Woo-sik Choi, l'attore che interpreta Ki-woo, il giovane figlio della famiglia Kim.

10. La canzoncina per la memoria

CJ Entertainment / Neon
Ki-jung (Park So-dam) canta una canzoncina per la memoria in Parasite

La canzone che Ki-jung (Park So-dam) canta al fratello prima di entrare a casa dei Park è una canzone molto popolare in Corea: è usata a scuola per aiutare i bambini a memorizzare le nozioni. 

Di recente è stata anche remixata in chiave K-Pop col nome di "Jessica Jingle" ed è diventata celebre in tutto il Sud Corea. L'attrice Park So-dam ha anche pubblicato un video tutorial per insegnare ai non coreani le parole e i movimenti del balletto:

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11. Il sogno di Ki-woo

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CJ Entertainment / Neon (USA)
Choi Woo-shi nel ruolo di Ki-woo in Parasite
Alla fine del film, sembra che l'intenzione di Ki-woo sia di lavorare per potersi permettere un giorno la casa dei Park, per liberare il padre. Con il salario medio coreano, tuttavia, il regista ha calcolato che gli ci vorranno 540 anni per potersela permettere.

 

Parasite, diretto da Bong Joon-ho e con Hye-jin Jang, Kang-ho Song, Lee Sun-kyun, Cho Yeo-Jeong, Choi Woo-sik, Park So-dam, è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 7 novembre 2019 da Academy Two ed è attualmente candidato ai Golden Globe Awards del 2020 per i premi di Miglior regista, Miglior film straniero e Miglior sceneggiatura.

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