Una promessa è una promessa: la storia vera e le curiosità sul film

Autore: Chiara Poli ,

Diretto nel 1996 da Brian Levant (Beethoven, I Flinstones), Jingle All the Way (questo il titolo originale) racconta una storia basata sulla realtà. Una storia così vera che chiunque avesse figli, prima o poi, secondo gli autori l'avrebbe vissuta: il giocattolo più trendy del momento, sotto le feste, scompare dagli scaffali.

Tutti i pezzi in vendita sono ormai introvabili e l’unica opzione - per il protagonista del film Howard, in un’epoca in cui le aste online al quadruplo del prezzo ancora non esistevano - è comprare l’oggetto del desiderio del proprio bambino da qualcuno disposto a venderlo… A caro prezzo, s’intende.

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La trama: Turbo Man e i papà assenti

Turbo Man è l'eroe più amato da tutti i bambini. Le sue avventure televisive sono il programma più visto dai piccoli telespettatori americani. E, quando Natale si avvicina, tutti sognano il giocattolo ufficiale di Turbo Man. Incluso Jamie, il figlio di Liz (Rita Wilson) e Howard Langston (Arnold Schwarzenegger).

Howard è un papà che lavora tanto e che manca spesso agli appuntamenti con Jamie, come il suo saggio di karatè ma anche le cene in famiglia. E Jamie, inevitabilmente, soffre.

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Per farsi perdonare, Howard promette di esaudire il desiderio di Jamie per Natale: regalargli il modellino meccanico di Turbo Man, il giocattolo che tutti i suoi amici riceveranno per Natale.

Liz aveva già chiesto a Howard di comprarlo due settimane prima, ma lui si è dimenticato e finge il contrario. A questo punto non ha che una scelta: procurarselo la vigilia di Natale, quando già da tempo il modellino di Turbo Man è introvabile. Come se non fosse già abbastanza difficile, Howard s’imbatte in un postino di nome Myron (Sinbad), anch’egli a caccia di Turbo Man, il giocattolo più venduto di tutti i tempi. E la competizione per accaparrarsene un esemplare si trasforma in una vera e propria guerra… Alla fine, Howard si ritrova a impersonare Turbo Man alla parata di Natale, con la possibilità di scegliere un bambino dal pubblico e regalargli un’edizione speciale del modellino. Naturalmente, Howard sceglie Jamie, dopo aver sconfitto il suo storico nemico Dementor (impersonato da Myron, determinato a sottrargli il giocattolo) ed essere diventato il vero eroe di suo figlio.

Curiosità sul film

Una promessa è una promessa, costato intorno ai 60 milioni di dollari, ne ha incassati 129 ai botteghini di tutto il mondo, ma avrebbe potuto costare caro alla produzione per via della causa legale di cui vi parlerò fra poco.

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Il ruolo di Myron, l'antagonista di Schwarzenegger, era stato scritto e pensato per l'attore Joe Pesci, ma dopo una serie di valutazioni la produzione decise che non sarebbe stato appropriato: eccessiva la differenza d'altezza fra i due, che non avrebbe reso credibile le molte scene di lotta che li coinvolgevano.

Venne quindi chiamato Sinbad, attore, sceneggiatore e comico statunitense conosciuto per le serie Tutti al college e i film Campioni di guai e Teste di cono, oltre che per il suo show: The Sinbad Show.

Nel cast del film compare anche Jim Belushi, negli esilaranti panni di uno dei Babbi Natale che cercano di approfittare delle feste per tirare fregature ai genitori disperati. Belushi attira Schwarzeneggere in un gigantesco magazzino in cui molti altri uomini vestiti da Babbo Natale, insieme ai loro aiutanti vestiti da elfi, trafficano per guadagnare sulle feste. La denuncia del consumismo che aveva travolto il Natale trovava perfetta rappresentazione nella base operativa dei truffatori.

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L'attrice Rita Wilson, qui nei panni della moglie di Schwarzenegger, è anche una produttrice. Sua la firma per la produzione dei fortunati film Il mio grosso grasso matrimonio greco, Mamma Mia! e i rispettivi sequel: Il mio grosso grasso matrimonio greco 2 e Mamma Mia! Ci risiamo.

20th Century Fox
Una promessa è una promessa: il film in DVD
Una promessa è una promessa: il film con Arnold Schwarzenegger

La causa legale

Nel marzo del 2001 una sentenza a conclusione di un processo tenutosi in Michigan, condannò 20th Century Fox al pagamento di 19 milioni di dollari - poi ridotti a un milione e mezzo - nei confronti di Murray Hill Publishing per il plagio di una sceneggiatura scritta da un insegnante di biologia della Detroit High School, Brian Wester.

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La corte stabilì che l’idea alla base del copione di Una promessa è una promessa era stata rubata dal lavoro del signor Webster.

La sceneggiatura, firmata da Randy Kornfield (Istinto criminale, Arac Attack - Mostri a otto zampe), diventò quindi oggetto di una grande disputa.

Nonostante l'estraneità dei produttori (Chris Columbus, Mark Radcliffe e Michael Barnathan) alla vicenda del presunto furto, la major venne condannata a rispondere dell’accaduto. 

Il signor Webster, infatti, nel 1994 aveva sottoposto a 20th Century Fox la prima versione della sceneggiatura, intitolata Could This Be Christmas? ma, appellandosi alla sentenza, la major dimostrò che a quell’epoca 20th Century Fox aveva già acquistato un trattamento (il termine che in sceneggiatura indica la descrizione della storia, dei personaggi e degli ambienti principali del film) firmato da Kornfield, che in seguito sarebbe diventata la sceneggiatura definitiva.

Il processo d'appello ribaltò la sentenza, liberando 20th Century Fox da ogni responsabilità e dimostrando che Kornfield fu in effetti il primo ad avere avuto l’idea.

Ma come gli era venuta? Facile: ispirandosi alla realtà. 

La storia vera

L’idea alla base di Una promessa è una promessa si rifa alla caccia disperata al giocattolo del momento vissuta negli Stati Uniti in particolare per i Cabbage Patch Kids, i Bamboli del Campo Incantato in Italia. 

Il primo Natale dopo il lancio, i Bamboli erano diventati introvabili e i genitori erano disposti a tutto pur di accaparrarsene uno, arrivando anche a pagarli tre o quattro volte il prezzo di vendita.

La sceneggiatura di Randy Kornfield venne revisionata da Chris Columbus, che inserì una serie di scene divertenti ma soprattutto un’importante parte satirica relativa alla commercializzazione del Natale, come dimostrato dalla sequenza dei Babbi Natale truffatori e dal rialzo illegale dei prezzi di Turbo Man da parte dei titolari dei negozi di giocattoli.

I Bamboli del Campo Incantato

Coleco
I Bamboli del Campo Incantato: una confezione originale
I Bamboli del Campo Incantato: una confezione originale con certificato di nascita, cartolina d'adozione e libretto con istruzioni per i genitori adottivi

Nel 1978 Xavier Roberts inventò una nuova linea di bambole, che partiva dal presupposto di dar vita a un vero e proprio centro di adozione per bambole. Sarebbe stata questa idea delle adozioni, nel 1983, a trasformare le Cabbage Patch Kids in una delle linee di giocattoli più popolari degli anni ’80. Un successo strepitoso.

In Italia le bambole vennero distribuite con il nome di Bamboli del Campo Incantato (e chi scrive ne aveva una, che custodiva molto gelosamente).

Ogni bambola aveva un nome e un certificato di nascita, oltre a un certificato di adozione che il bambino che la riceveva in dono doveva compilare e spedire alla ditta produttrice, per ufficializzare l’adozione e ricevere, in seguito, gli auguri per il suo compleanno.

Prima di chiamarsi Cabbage Patch Kids (letteralmente i bambini dei cavoli, in base alla leggenda secondo la quale i bambini nascevano sotto i cavoli), le bambole erano state battezzate Little People.

Roger L. Schlaifer, scritto e inventore americano, nonché designer e professionista nel settore delle licenze, comprò i diritti del marchio Little People. Insieme alla moglie Susanne Nance, Roger scrisse una storia intitolata The Legend of the Cabbage Patch Kids, che in seguito sarebbe stata stampata in versione breve su ogni confezione di Bamboli in vendita.

La storia narrava di come, in un campo di cavoli, i bambini nascevano grazie al lavoro operoso di bizzarre api-coniglio, che svolazzavano con le orecchie infondendo magiche pietre nei cavoli, per poi dar vita ai Bamboli.

Ma una strega cattiva - in ogni storia ce n'è una - voleva catturare i Bamboli e renderli schiavi, per farli lavorare nella sua miniera. A questo punto un dottore, l'eroe della storia, si adoperò per salvare i bambini cercando loro famiglie affettuose che li avrebbero sottratti alle grinfie della strega.

Il dottore lavorava al Babyland General Hospital, un ospedale per bambole in Georgia in cui i Bamboli venivano salvati, curati e poi consegnati alle loro famiglie adottive.

Dagli anni '80 a oggi

La ditta produttrice dei Bamboli era la statunitense Coleco, che a soli tre anni dal lancio del prodotto si ritrovò in grande difficoltà per aver sopravvalutato di molto il volume delle vendite per l’anno 1986.

Nonostante il tentativo di salvarsi, la Coleco fallì e a produrre i Bamboli fu la Hasbro, che cercò di rilanciare il prodotto introducendo nuovi tipi di bambole e realizzando una linea economica. 

Nel 1995 Hasbro cedette il prodotto a Mattel, che da allora la vende (sono disponibili ancora oggi, reperibili anche su Amazon). 

Prodotto Consigliato

Cabbage Patch Kids 14 Baby So Real Blonde by Cabbage Patch Kids

Chi vuole accaparrarsi, oggi, un Bambolo, dev'essere pronto a sborsare cifre da capogiro: i prezzi, come potete verificare facendo una semplice ricerca di "Cabbage Patch" su Amazon, vanno da un minimo di 75 euro a cifre che superano i 500.

I Bamboli, infatti, sono considerati oggetti da collezione, in particolare le edizioni speciali corredate da abiti e accessori aggiuntivi, che venivano venduti a parte come espansioni per i già felici adottanti dei Bamboli.

In attesa di scoprire quale sarà, anno dopo anno, il giocattolo più introvabile del momento...

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