Dragon Ball Z: Kakarot la recensione, una lettera d'amore per i fan

Autore: Silvio Mazzitelli ,
Videogames
11' 44''

La storia del fumetto giapponese ha subito una svolta con la nascita di Dragon Ball, manga shonen creato da Akira Toriyama nel lontano 1984. Arrivato principalmente negli anni ’90 in Italia e in molti altri paesi del mondo, le gesta di Goku e dei suoi compagni hanno aperto un mondo nelle menti di molti ragazzini dell’epoca, che hanno imparato a conoscere e amare ancor di più che in precedenza i manga e gli anime giapponesi. Dragon Ball è sicuramente stata una delle serie più importanti per l’apertura del mondo occidentale verso il fumetto giapponese, che da quegli anni in poi si è espanso sempre di più.

Il valore di Dragon Ball è talmente grande che ancora oggi molti ricordano con nostalgia i pomeriggi passati a guardare il cartone su Italia 1 o ancor prima su diverse reti regionali, spesso fiondandosi a casa appena usciti da scuola per non perdersi nemmeno un minuto, e nel peggiore dei casi lo si faceva registrare a qualche genitore scocciato dalle assillanti richieste dei figli invasati con quello strano cartone giapponese. A distanza di tanti anni molti di quei ragazzi sono cresciuti e alcuni hanno anche messo su famiglia, ma certe emozioni non si dimenticano facilmente, e il nuovo videogioco Dragon Ball Z: Kakarot è una lettera d’amore verso i fan storici della saga creata da Akira Toriyama.

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Bandai Namco
KaiohKen Goku

Kakarot, appena uscito su PlayStation 4, Xbox One e PC, è stato realizzato da CyberConnect2 in collaborazione con Bandai Namco. Questi sviluppatori sono molto famosi nel settore degli adattamenti in videogioco di anime e manga per aver creato l’ottima saga di Naruto: Ultimate Ninja Storm, da molti osannata come uno dei migliori tie-in a tema anime mai realizzato. Questa volta si sono occupati di trasporre in videogioco proprio Dragon Ball, cercando di portare lo stesso livello qualitativo dei loro precedenti titoli. Scopriamo se sono riusciti nel loro intento.

Indice

Cha-la Head Cha-la

Appena avviato il titolo verremo accolti dalla mitica sigla Cha-la Head Cha-la cantata da Hironobu Kageyama, rifatta con la grafica del gioco. Già in questo momento il fan che è in noi si è emozionato tantissimo, anche nel rivedere alcune scene della sigla riproposte perfettamente con la nuova grafica che ricalca perfettamente le controparti animate e cartacee.

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Parlare della storia ci sembra deleterio, dato che, a meno di non avete passato gli ultimi trent’anni rinchiusi in eremitaggio totale, la storia di Dragon Ball la conoscono ormai anche i sassi. Il titolo ripercorre totalmente la serie Z dell’anime, quella che ha reso famoso in tutto il mondo l’opera. Si parte dalla saga dei Saiyan, passando poi da Freezer, Cell e infine Majin Bu. Il gioco è un action RPG, e oltre a combattere si potrà esplorare gran parte del mondo in cui è ambientato Dragon Ball più i pianeti previsti dalla storia come Namecc o il pianeta dei Re Kaioh.

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Oltre alle quest principali che seguiranno in maniera molto dettagliata la storia principale troveremo molte quest e attività secondarie da affrontare come alternativa. Per completare il titolo ci vorranno circa una trentina d’ore soltanto per quanto riguarda la storia, senza contare le ore aggiuntive che serviranno anche per le sidequest e le altre attività.

Bandai Namco
Dragon Ball Z Kakarot Vegeta e Goku

Queste saranno molte e ripescheranno anche alcuni vecchi personaggi tratti anche dalla serie precedente, come l’androide 8, il guerriero Nam o Taobaibai e il maestro della Gru, ossia colui che ha insegnato le arti marziali a Tenshinhan e Jaozi. La qualità di queste missioni secondarie è altalenante: alcune forniranno informazioni e interazioni inedite che faranno la gioia dei fan più sfegatati, altre riproporranno alcuni dei momenti più divertenti della serie, come quando Goku e Piccolo vanno a scuola guida. La maggior parte di queste però è poco riuscita per una struttura troppo semplicistica, che si limiterà a mandarci in giro a recuperare alcuni oggetti o ad affrontare alcuni combattimenti.

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La maggior parte di queste saranno affrontabili solo in un determinato periodo di tempo tra una missione principale e l’altra, ma nel caso si perdesse il momento per svolgerle, sarà possibile recuperarle tutte una volta finito il gioco. Finita una delle saghe principali sarà possibile vivere dei momenti di intermezzo che ci permetteranno di visitare liberamente il mondo a nostro piacimento senza nessuna pressione, e in questi momenti che sono inserite alcune delle missioni secondarie più belle.

Bandai Namco
Goku Genkidama Vegeta

Dragon Ball Z: Kakarot è un gioco indirizzato ai fan in tutto e per tutto e lo si può capire dai tanti piccoli dettagli curati alla perfezione dagli sviluppatori di CyberConnect2, che hanno ad esempio inserito tra i collezionabili le diapositive originali della prima serie animata di Dragon Ball, oppure dalla mastodontica Enciclopedia Z: una vera e propria bibbia dedicata all’opera di Toriyama che avrà una voce per qualsiasi cosa presente all’interno del gioco. Starà poi ai fan più appassionati scoprire ogni minimo approfondimento dell’enciclopedia tra gli oltre 900 presenti.

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Una delle cose più riuscite del titolo sono i filmati d’intermezzo, splendidi e a volte anche più belli dell’anime originale, che mostrano le scene più importanti di Dragon Ball sotto una nuova luce, pur mantenendo sempre le inquadrature originali con grande fedeltà. D’altronde questo è il punto forte degli sviluppatori giapponesi, che avevano già dato prova della loro abilità nella saga videoludica dedicata a Naruto, e anche con l’opera di Toriyama non hanno sbagliato sotto questo aspetto.

Oltre il Super Saiyan

Molto importante all’interno del titolo è il sistema di combattimento, uno dei punti focali di tutto Dragon Ball. Questo si rifà alla sua base a meccaniche già viste in alcuni dei picchiaduro più famosi della saga, come il recente Xenoverse o i classici Budokai Tenkaichi. In pratica vedremo il nostro personaggio di spalle e potremo attaccare con combo corpo a corpo o lanciando rapidi colpi d’energia. Potremo poi parare e schivare gli attacchi scomparendo dalla vista con movimenti rapidi.

Attenzione però, perché Kakarot non è un picchiaduro, ma resta sempre un Action RPG, dove le statistiche contano molto per quanto riguarda i danni inflitti agli avversari e quelli subiti; inoltre, il combattimento è molto più semplice dei picchiaduro citati in precedenza e non presenta particolari tecnicismi, come combo elaborate o complessi sistemi di difesa e attacco. Bisogna dire che avremmo in effetti gradito qualche meccanica che variasse maggiormente le azioni che potremo eseguire in battaglia.

Oltre gli attacchi base infatti, avremo la possibilità di lanciare mosse speciali come la classica Kamehameha o il Makankosappo di Piccolo equipaggiando la mossa (fino a un massimo di 4) e premendo L1 insieme al relativo tasto selezionato tra i dorsali. Queste consumeranno l’aura che potrà poi essere ricaricata tenendo premuto un pulsante. Oltre a queste mosse potremo anche utilizzare gli attacchi di supporto di altri due personaggi al massimo, premendo invece R1 e sempre uno dei quattro dorsali. Caricando le barre di entrambi i nostri aiutanti potremo scatenare una combo potentissima dove tutti e tre i nostri combattenti attaccheranno all’unisono.

Bandai Namco
Dragon Ball Z: Kakaroth Kamehameha

Potremo poi utilizzare le trasformazioni, come quelle in Super Saiyan che daranno un importante boost alle nostre statistiche. Differente dalle trasformazioni sarà un potenziamento ottenibile una volta che una barra a forma di fiamma sarà carica. Una volta attivato questa renderà tutti i nostri attacchi più forti, e soprattutto ci consentirà, per un limitato periodo di tempo, di concatenare attacchi normalmente non possibili come più onde di energia una dietro l’altra.

Il gioco ci consentirà di utilizzare diversi personaggi oltre a Goku, come Piccolo, Gohan, Vegeta e Trunks e alcuni altri. In realtà non saranno poi tantissimi quelli giocabili, e tanti altri come Crilin, Tenshinhan e Yamcha saranno soltanto utilizzabili come supporto.

Il sistema di combattimento ha anche dei vantaggi dovuti alla sua natura single player che non deve bilanciare la potenza dei personaggi come succederebbe in un normale picchiaduro. Se gli scontri con i nemici comuni potrebbero venire a noia prima o poi per la mancanza di sfida e di varietà, gli scontri con i boss sono un altro paio di maniche. Questi sono molto più impegnativi del normale e rappresenteranno un discreto ostacolo alla nostra progressione, ma soprattutto gli sviluppatori hanno reso questi scontri più vari e intensi.

Bandai Namco
Gohan contro Cell

In combattimento i boss utilizzeranno attacchi particolari, che spesso sfoceranno quasi in dei minigiochi a parte, come quando dovremo schivare le raffiche d’energia di Vegeta, in cui il titolo diventerà quasi uno di quei sparatutto vecchio stile ripresi dall’alto dove bisognava evitare una moltitudine di proiettili. Tante di queste trovate rendono queste battaglie molto più varie e avvincenti diventando il fiore all’occhiello dell’intera produzione.

A sostegno dell’aspetto RPG avremo anche diverse meccaniche per lo sviluppo dei personaggi. Sconfiggendo nemici il nostro livello salirà e con esso le diverse statistiche quali potenza d’attacco, vita, ecc. Oltre ciò ogni personaggio avrà anche una griglia di abilità dove poter potenziare le mosse già acquisite e ottenerne di nuove spendendo le sfere Z, che verranno ottenute dopo ogni combattimento vinto, oppure semplicemente volando per la mappa di gioco e raccogliendo quelle sospese in aria. Alcune mosse invece andranno sbloccate facendo degli allenamenti speciali in dei punti specifici della mappa. Di solito basterà vincere un combattimento per ottenerle.

Oltre a questo sistema potremo potenziare il nostro personaggio mangiando del cibo, di solito cucinato dall’amorevole Chichi, che sarà in grado di preparare anche dei menù completi con gli ingredienti che troveremo nel mondo di gioco. Una volta mangiati questi invitanti pasti potremo ottenere dei bonus permanenti alle statistiche e altri bonus temporanei più potenti.

Bandai Namco
Kakarot cibo power u

Altro sistema molto importante è quello delle Comunità: delle scacchiere divise in diverse categorie, come combattimento, cucina, divinità e molto altro, dove potremo piazzare degli Emblemi, ossia le rappresentazioni dei diversi personaggi di Dragon Ball. Mettendo i diversi Emblemi sul tabellone potremo aumentare il livello di quella specifica Comunità, inoltre mettendo vicino degli Emblemi che hanno dei rapporti fra loro, come ad esempio Goku e Gohan, avremo dei bonus di punti guadagnati maggiori. Ogni Comunità ha 10 livelli e ognuno di essi fornisce dei piccoli bonus, come ad esempio +5% di danni inflitti in battaglia o un lieve sconto sugli oggetti acquistabili nei negozi.

Nel complesso le battaglie divertono e danno il meglio nelle spettacolari boss fight, mentre la poca varietà di azioni eseguibili non riesce a rendere altrettanto divertenti gli scontri con i nemici comuni.

Vivere Dragon Ball

Bandai Namco
Kakarot esplorazione

Il tratto distintivo di Kakarot rispetto tutti gli altri videogiochi usciti ispirati dall’opera di Toriyama è il mondo di gioco, che per la prima volta è completamente esplorabile. Il titolo in realtà non è proprio un open world classico, infatti le diverse zone da cui è composto il mondo sono divise tra di loro, e per passare da una all’altra dovremo prima accedere alla Mappa del Mondo da cui potremo poi selezionare quella dove vorremo recarci.

Le aree sono ricostruite in maniera impeccabile: da West City dove risiede la Capsule Corporation, alla Kame House del Maestro Muten sperduta in mezzo al mare (visitabili anche i fondali marini che racchiudono qualche oggetto segreto tra l’altro), fino alle aree immerse nella natura in cui vive Goku con la sua famiglia, ogni area sarà ricostruita perfettamente dandoci l’idea di essere finalmente all’interno del mondo di Dragon Ball. Gli sviluppatori hanno poi aggiunto villaggi e città minori piene di PNG con cui scambiare qualche chiacchera per rendere l’immersione ancora più reale agli occhi del giocatore, e possiamo dire che ci sono riusciti benissimo.

Purtroppo, oltre alla gioia dell’esplorazione fine a sé stessa, non resterà troppo da fare all’interno di questo mondo così ben costruito. Le attività secondarie sono infatti non tantissime e piuttosto basilari. Oltre alle quest secondarie già citate in precedenza, potremo cacciare animali, semplicemente colpendoli, o dinosauri giganteschi attaccandoli con sfere d’energia stando a debita distanza. Potremo poi pescare tramite un semplice minigioco, ottenere oggetti e sfere Z volando in giro per le aree, recuperare minerali utili a fabbricare determinati oggetti e fare anche delle gare di velocità utilizzando i veicoli (volando saremmo imbattibili).

Bandai Namco
Kakarot mondo di gioco

Potremo poi, da un certo punto in poi, andare alla ricerca delle Sfere del Drago ed evocare Shenron per ottenere più soldi o Sfere Z, o per poter riaffrontare alcuni boss già sconfitti. Una volta utilizzate le sfere dovremo aspettare 20 minuti reali all'interno del gioco per poterle utilizzare nuovamente. Tutte queste sono attività semplici nello svolgimento e che dimenticherete molto velocemente. Un vero peccato dato il bellissimo mondo che CyberConnect è riuscita a costruire.

Graficamente Dragon Ball Z: Kakarot dà il massimo nella modellazione dei personaggi e nelle scene animate che mandano avanti la storia, queste sono davvero una gioia per gli occhi sia per la realizzazione tecnica, che per la spettacolarità con cui sono realizzate. Un po’ inferiori invece le texture dei paesaggi che sembrano leggermente meno definite rispetto ai modelli dei vari protagonisti. Nonostante questo non abbiamo mai incontrato, su una PS4 base, cali di frame rate o qualche bug. Il gioco è interamente doppiato in giapponese per la gioia dei fan più fedeli alla versione originale e ovviamente presenta tutti i testi in italiano.

Il Verdetto

Dragon Ball Z: Kakarot è un gioco fatto con in mente la voglia di soddisfare i fan più accaniti dell’epopea creata da Akira Toriyama, che ancora oggi è amata come venti e più anni fa. Il gioco riesce a mettere insieme la miglior versione videoludica della storia della serie Z, tra combattimenti con i boss spettacolari e scene d’intermezzo animate in maniera splendida, e ci presenta anche un mondo di gioco vasto e fedele all’originale.

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Purtroppo cade sulle attività secondarie, tra quest e altro, troppo semplici e poco incisive, e un sistema di combattimento piuttosto basilare che non spicca negli scontri con i nemici comuni. Il voto qui presente è una media bilanciata, ma se siete fan accaniti di Dragon Ball allora contate mezzo punto in più, mentre se siete interessati più al titolo per le sue qualità videoludiche, allora contate un mezzo punto in meno.

Commento

cpop.it

80

Dragon Ball Z: Kakarot soddisfarà i fan più accaniti dell’epopea creata da Akira Toriyama, che ancora oggi è amata come venti e più anni fa.

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