Come un gatto in tangenziale: significato di titolo e finale del film

Autore: Giacinta Carnevale ,

Come un gatto in tangenziale è la pellicola del 2017 diretta da Riccardo Milani e vincitrice di ben 3 Nastri d'Argento. Protagonisti della commedia sono Antonio Albanese e Paola Cortellesi che vestono i panni di Giovanni e Monica: lui un intellettuale impegnato che vive nel centro storico di Roma, lei tatuata ed ex cassiera di un supermercato che abita in periferia. 

Le loro vite non potrebbero essere più diverse ma si incrociano quando i loro rispettivi figli adolescenti, Agnese e Alessio, decidono di fidanzarsi. Dopo una serie di equivoci e assurde peripezie, ben presto Giovanni e Monica impareranno a conoscersi e capiranno di non poter far a meno l'uno dell'altra. 

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Nel cast, oltre ai due protagonisti, troviamo anche Claudio Amendola, nel ruolo del padre galeotto di Alessio, Sonia Bergamasco nei panni della madre di Agnese, e le gemelle Valentina e Alessandra Giudicessa, che interpretano le zie ladre di Alessio. Presente poi nei panni di se stessa Franca Leosini, la nota giornalista e conduttrice italiana. 

Distribuita da Vision Distribution, Come un gatto in tangenziale è stata un successo sia di critica che di pubblico tanto da riuscire ad incassare più di 10 milioni di euro in Italia ed ha inoltre ricevuto 3 candidature ai David di Donatello 2018.

La trama e il finale del film

Giovanni (Antonio Albanese) è un impiegato che lavora presso un'organizzazione che si occupa di destinare fondi europei per attuare un piano di riqualificazione delle periferie delle città italiane. Insieme alla sua ex moglie Luce (Sonia Bergamasco), che si è trasferita in Francia per coltivare lavanda, hanno cresciuto la loro unica figlia 13enne Agnese secondo i principi dell'uguaglianza sociale. 

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Tuttavia quando la giovane rivela a suo padre di essere innamorata di Alessio, adolescente che vive nella degradata borgata romana di Bastogi, Giovanni si fa prendere dal panico e decide di seguire sua figlia fin sotto casa del suo fidanzato, che vive insieme a sua madre Monica (Paola Cortellesi) e le sue due zie Pamela e Sue Ellen. Durante il tragitto l'uomo si scontra con una donna, che poi scoprirà essere proprio la madre di Alessio, che gli frantuma il parabrezza della macchina.

Una volta arrivato davanti le palazzine dove vive il ragazzo, Giovanni prova invano a convincere Agnese a non frenquentarlo, visto che proviene da una zona malfamata di Roma. Ben presto però scopre che neanche Monica è felice che suo figlio stia con una ragazza così altolocata e i due genitori decidono di allearsi per riuscire a dividerli. I loro tentativi si rivelano inutili in quanto sembra proprio che la relazione tra i due adolescenti sia destinata a durare. 

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Giovanni e Monica sono così costretti a frequentarsi e le famiglie iniziano a conoscersi meglio. Un giorno Monica decide di invitare Agnese e suo padre a trascorrere una giornata insieme al mare nella confusionaria Coccia di morto, un noto lido di Fiumicino. La domenica successiva poi è Giovanni a ricambiare il favore, portando Alessio e sua madre nella rinomata Capalbio, ma i due genitori proprio non riescono a familiarizzare con realtà così lontane e diverse dal loro stile di vita quotidiano. 

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Quando Luce rientra dalla Francia, Monica invita tutta la famiglia a pranzo a casa sua. Ma all'improvviso fa ritorno Sergio (Claudio Amendola), l'ex marito di Monica appena uscito di prigione grazie ad un indulto. L'uomo inizia fin da subito a mostrare tutto il suo disprezzo nei confronti dei genitori di Agnese e delle loro vite da privilegiati. Inizia così un'accesa discussione con Giovanni che accusa Sergio di sapersi solo lamentare ma che alla fine non è altro che un assassino.

A quel punto interviene Monica a prendere le parti del suo ex marito e manda via di casa i genitori di Agnese. I due giovani alla fine si lasciano e tornano, ognuno con la propria famiglia, alle loro rispettive vite. Nel frattempo però Monica comprende che le parole di Giovanni sono in parte vere e, quando Sergio viene arrestato per l'ennesima volta, decide di chiedere informazioni sui fondi europei di cui le aveva parlato il padre di Alessio. 

Show hidden content Giovanni, volato a Bruxelles, durante il suo discorso racconta ai parlamentari quanto sia davvero complicato vivere nelle periferie delle città e riesce ad ottenere l'erogazione dei fondi. In questo modo Monica, insieme al suo vicino di casa bengalese, può finalmente aprire una pizzeria con quale effettua anche consegne a domicilio e a farle sono Pamela e Sue Ellen, ormai riabilitate. Nel finale del film però vediamo Monica prepararsi per fare personalmente una consegna in centro e scopriamo che l'ordine è destinato proprio a Giovanni. I due, seduti su una panchina a piazza Cavour, si fermano a mangiare insieme la pizza, consapevoli che la loro relazione potrà durare quanto un gatto in tangenziale.

La pellicola di Riccardo Milani, ricca di gag esilaranti, ci offre la possibilità di riflettere su una tematica già affrontata in altri film in passato ma ancora molto attuale: la quasi totale mancanza di dialogo tra quartieri altolocati e una periferia degradata e abbandonata a se stessa. Ma alla fine, come scoprono anche i due protagonisti, questi due mondi hanno molto più cose in comune di quanto si potesse immaginare. 

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Perché il film si chiama "Come un gatto in tangenziale"?

Il titolo della commedia di Riccardo Milani prende ispirazione dal modo di dire tipicamente romano "come un gatto sull'Aurelia". Questo detto si usa solitamente quando si vuole indicare qualcosa che non è destinato a durare a lungo, proprio come durerebbe un micio in una strada molto trafficata dove le macchine sfrecciano velocemente nelle corsie. 

A spiegare il significato del nome del film è stata la stessa Paola Cortellesi. Durante un'intervista rilasciata a Sky TG24 per la promozione della pellicola, l'attrice ha dichiarato:

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Devo dire che “Come un gatto in tangenziale” è una rivisitazione di un modo di dire propriamente romano "Come un gatto sull’Aurelia”. Si riferisce a qualcosa che avrà una durata breve, proprio come se dovessimo immaginare un felino (mal)capitato che deve resistere su una strada a scorrimento veloce. Poi per farlo comprendere a tutto il resto d’Italia abbiamo sostituito Aurelia con tangenziale, visto che in ogni città c’è una tangenziale. 

Nel film, a livello di metafora, questo concetto fa riferimento al rapporto che si instaura inizialmente tra Agnese e Alessio, due giovani adolescenti che provengono da due contesti sociali molto diversi e distanti. E poi tra i loro genitori Giovanni e Monica che, dopo gli scontri iniziali, alla fine imparano a comprendersi con la consapevolezza che la loro storia potrebbe non durare così a lungo. 

E voi cosa ne pensate? Vi è piaciuta la commedia con Paola Cortellesi e Antonio Albanese?

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