Homeland: la stagione 8 sarà davvero la fine della storia? Forse no

Autore: Chiara Poli ,

Dopo aver svelato tutti i suoi segreti di produzione, che includevano previsioni su Trump e conversazioni con Edward Snowden, #Homeland - a poco dal debutto sul piccolo schermo USA e in arrivo in prima visione su FOX anche in Italia - torna a far parlare di sé per le dichiarazioni dei suoi creatori, che lasciano spazio a un futuro, possibile sequel della storia.

Ma andiamo con ordine. Come ha rivelato durante un'intervista a TvLine, l'ottava stagione di Homeland, conclusiva per la serie con Claire Danes, era stata prevista già da tempo. Il produttore esecutivo e co-creatore della serie, Alex Gansa, lo racconta parlando anche delle motivazioni che hanno causato ritardi nella produzione.

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La decisione di concluderla dopo l'ottava stagione è stata presa dopo la quinta stagione, quando Showtime l'ha rinnovata per più stagioni. C'è stato un enorme incentivo finanziario per far andare avanti la serie. La serie è stata incredibilmente redditizia per tutti. Ma non volevamo che fosse troppo esaltata per la sua accoglienza.

I lunghi ritardi nelle riprese della stagione numero 8, che hanno lasciato il pubblico per quasi due anni senza nuovi episodi di Homeland, sono stati dovuti a diversi fattori.

In parte alla gravidanza della protagonista, Claire Danes, in parte alla decisione di realizzare le riprese in Marocco:

Girare in Marocco ha richiesto molto più tempo di quanto pensassimo, e non siamo stati in grado di realizzare tutto ciò che volevamo in Marocco, quindi siamo dovuti tornare negli Stati Uniti Stati, e ciò ha richiesto la creazione di un altro team di produzione qui, e questo ci ha ritardato di alcuni mesi. È letteralmente la stagione che non finirà mai.

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La scelta di collegare quest'ultima stagione con la prima, in cui Carrie (Danes) era convinta che Brody (Damian Lewis) fosse diventato una spia, è stata presa quasi subito: ora tutti sospetteranno che sia Carrie ad aver cambiato bandiera.

C'è una simmetria in questa stagione in quanto si riconduce alla premessa essenziale della prima stagione, che era il patriottismo di Brody, ed è un traditore? E quest'anno, è Carrie che, dopo la sua lunga prigionia e la privazione delle sue medicine, finisce per tornare indietro, e la gente pensa che non sia certamente quella che era, e potrebbe anche avere alleanze basate sul tempo trascorso in Russia.

Da agente incaricata di fugare i sospetti a sospettata, insomma. Sappiamo come finì con Brody, sicuramente non bene, e questo rende l'attesa dei nuovi episodi ancora più spasmodica.

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Il vero fulcro di questi ultimi episodi della storia, però, sarà il rapporto fra Carrie e Saul (Mandy Patinkin), fra il mentore e la sua protetta, che negli anni è diventato un punto di riferimento sempre più importante ma anche discontinuo. Del resto, è la stessa Carrie - affetta da bipolarismo - ad averci abituati alla discontinuità, e forse questo è stato uno dei segreti della longevità di Homeland.

E sulle voci che vorrebbero la chiusura della storia di Carrie e di Homeland non esattamente definitiva, Gansa non ha dubbi:

La vedo certamente come la chiusura del libro, e una volta per tutte risolvendo questa relazione di protégé-mentore, e dicendo qualcosa di definitivo sulle attività antiterrorismo d'America negli ultimi vent'anni, dall'11 settembre. Quindi la storia, per me, finisce qui.

Showtime
Homeland: uno dei poster della serie
Homeland: Carrie in uno dei poster della serie

Ma è il co-creatore della serie, Howard Gordon, a non essere così definitivo, anche sull'idea di Gansa rispetto al finale. Infatti ha dichiarato che secondo lui Gansa potrebbe

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cambiare idea a un certo punto. Siamo tutti drogati della storia e, se arrivasse la storia giusta, non escluderebbe più avventure per Carrie...

Gordon, dietro le quinte di 24 e del suo sequel con un protagonista diverso dal Jack Bauer (Kiefer Sutherland) che l'aveva reso un cult del piccolo schermo, ha le idee chiare stavolta.

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Se mai dovesse pensare a un sequel di Homeland, la presenza di Claire Danes - fra l'altro premiata con 4 Golden Globes e 2 Emmy Awards proprio per il ruolo di Carrie Mathison - sarebbe imprescindibile.

Penso che Carrie sia la patria. Non è l'Enterprise.

Come dargli torto?

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