15 film e serie da vedere che parlano di violenza sulle donne

Autore: Alice Grisa ,

I film e le serie che raccontano la violenza sulle donne si collocano una scacchiera ibrida che crossa generi come il thriller, l’horror, il noir, la fantascienza, il road movie e persino la commedia.

Si può parlare di sottogenere strutturale, di alcuni elementi ricorrenti come la donna vessata, la fuga hitcockiana (spesso la donna vittima di violenza punta alla strategia passiva, far perdere le proprie tracce o fingersi morta), il confronto e l’empowerment finale.

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Nei film in cui si parla, in modo centrale o tangente, della violenza sulle donne la soggettiva è quella femminile e l’arco della storia porta a un risveglio dal torpore e dall’inclinazione a subire che proietta il confronto (di solito violento) tra vittima e carnefice.

È proprio il ribaltamento di questa endiade a innescare il motore narrativo: la donna, nei film, assume coscienza del proprio status e si scrolla di dosso il ruolo di vittima, intraprendendo la strada della vendetta. La maggior parte dei film che trattano questo tema sono revenge movie in cui, a volte (The Nightingale) si arriva al parossismo della violenza come unica risposta ai soprusi, come se la donna, per salvarsi, debba inevitabilmente parlare lo stesso linguaggio del suo assalitore. 

20th Century Studios
Julia Roberts con una pistola in mano in A letto con il nemico
A letto con il nemico

In altri casi (A letto con il nemico, Velluto blu) è la provincia a interagire con la storia di violenza, diventandone odioso complice o finto steccato con una vernice immacolata da grattare via per scoprire quello che non è mai il paese delle meraviglie, ma il tunnel degli orrori. La posta in gioco finale è la morte o la libertà, ma la protagonista dovrà lottare duramente per conquistarla. E a volte non riesce nemmeno: preferisce (o è condannata) a soccombere.

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In questi film o serie spesso la presenza di una macchina assume un simbolo di emancipazione, cambiamento e trasformazione: basti pensare alle elettrizzanti scene della Sposa di Kill Bill o di Thelma e Louise.

Da North Country a Kill Bill, da Thelma e Louise a L’uomo invisibile, da Big Little Lies a You, ecco i film e le serie più significativi a tema violenza sulle donne. 

The Nightingale (Jennifer Kent, 2018)

Revenge movie ambientato nel 1820 in Australia. Clare subisce una violenza terribile dall’ufficiale dell’esercito presso cui sta scontando una pena: l’uomo la stupra, uccide suo marito e sua figlia.

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Sopravvissuta per miracolo, ha solo un modo per risorgere dalle sue ceneri: fare giustizia e chiudere con l’odio il cerchio dell’odio. La donna si fa aiutare da un aborigeno per colpire il tenente Hawkins, colpevole di averle strappato la vita.

Violenza estrema, fango e sangue si mescolano in questo horror di rivalsa dove, in assenza di un equilibrio, sono le minoranze a doverselo conquistare, aggredendo con crudeltà per difendersi dalla crudeltà.

Non è un film soft, ed è stato criticato aspramente per il massiccio uso della violenza, ma in un contesto così netto e tragico c’erano poche alternative.

Enough – Via dall’incubo (Michael Apted, 2002)

Jennifer Lopez interpreta la giovane e single cameriera Slim, che viene difesa da un uomo quando un altro la importuna e, colpita, s’innamora di lui e lo sposa.

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Dalla loro unione nasce una bambina ma Slim si accorge troppo tardi di condividere la sua vita con un uomo violento e possessivo, che la tradisce e allo stesso tempo attua nei suoi confronti comportamenti folli di gelosia. Dopo aver fatto perdere le proprie tracce, Slim si rende conto di non avere altra scelta che affrontare il marito, e per prepararsi allo scontro apprende il Krav Maga.

L’amore rubato (Irish Braschi, 2016)

Film a episodi uscito nella Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza di genere, il 25 novembre 2016.

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Tratte da una raccolta di Dacia Maraini, le storie presentano una schiera di figure femminili con sogni, ambizioni, progetti “ostacolati” dalla presenza maschile tossica, un deterrente dannoso per la realizzazione di sé.

Rai Cinema
Una scena de L'amore rubato
La possessività uccide l'amore

Dalla giovane Francesca, bullizzata e ricattata dai compagni di classe all’insegnante Angela, cinquantenne che finisce imprevedibilmente nella rete di un amante folle di gelosia: ognuna di queste donne ha una storia interrotta e un comprimario sulla scena, un uomo che le ha letteralmente rovinato la vita. Stefania Rocca, Elena Sofia Ricci, Gabriella Pession e Chiara Mastalli sono donne qualunque, non fragili, non forti, non colpevoli, donne normali, non vittime, che trovano un contraltare altrettanto efficace e credibile in Alessandro Preziosi, Emilio Solfrizzi, Massimo Poggio e Antonello Fassari.

North Country - Storia di Josey (Niki Caro. 2005)

Charlize Theron, un’attrice dal quid magnetico e allo stesso tempo una donna che ha convissuto con le violenze domestiche fin da quando era piccola, è un’intensa Josey, una donna che fugge dal marito violento, torna a casa dei genitori e ritrova una realtà parallela a quella che ha lasciato: quella della provincia americana stagnante nei propri pregiudizi e nel sessismo dilagante.

Show hidden content Per guadagnare più soldi e mantenere i figli, la protagonista comincia a lavorare in miniera, in mezzo a uomini che non perdono occasione per molestarla o umiliarla, e con Bobby Sharp, il suo fidanzatino dei tempi della scuola, ostile nei suoi confronti. Sarà questa discesa all’inferno che darà a Josey la forza per denunciare e ripartire con tenacia, ripescando dal passato l’episodio che ha innescato la catena di vessazioni: la violenza sessuale subita da un suo insegnante quando era adolescente, e l’inettutudine di Bobby, che aveva visto tutto e non aveva fatto nulla per aiutarla.Per Josey affrontare il passato sarà la catarsi per il futuro. La donna troverà in se stessa le risorse per ottenere giustizia in tribunale e riprendersi la propria vita. 

Warner Bros.
Una scena di North Country
La battaglia di Josey

A letto con il nemico (Joseph Ruben, 1991)

Thriller di sottogenere violenze domestiche in cui Julia Roberts è Laura, una donna dalla vita apparentemente invidiabile, che però vive in balia delle vessazioni di un marito possessivo e aggressivo. Sono gli anni ’90, un decennio potente per la modernizzazione dei costumi e della società, ma in cui talvolta le violenze domestiche si confondevano ancora con la febbre del consumismo: lui acquista, lei subisce.

Laura, esasperata dalla vita, arriva così a inscenare la propria morte per affogamento per liberarsi per sempre di suo marito. La sottovena hitcockiana del film si fonde con il tema principale, quello della donna maltrattata che s’ingegna per trovare una via di fuga. Eppure scappare non è mai la strada più efficace: Laura ritroverà il marito sulle proprie tracce e sarà trascinata in un terribile confronto finale, dove dovrà affrontarlo e agire.  

Big Little Lies (creata da David E. Kelley, 2017)

Miniserie mystery su un gruppo di mamme di Monterey che si destreggiano tra ville lussuose sull’oceano e un giallo introdotto dal primo episodio: chi ha ucciso chi, e soprattutto perché?

HBO
Celeste e il marito Perry in una scena di Big Little Lies
Celeste e il marito Perry

Sviscerando le loro storie, la narrazione metterà in luce la figura complessa e fragile di Celeste, stimato avvocato che per un meccanismo psicologico tossico, in famiglia non può sottrarsi alle violenze subite (e inflitte) dal marito Perry. 

You (creata da Greg Berlanti e Sara Gamble, 2018)

La violenza è contro le donne ma il punto di vista è quello dell’uomo, Joe, un libraio colto e (a suo modo) sensibile, che sviluppa un’ossessionante dipendenza per una ragazza, Beck, aspirante scrittrice.

I due iniziano una storia d’amore, ma Beck non sa molte cose su Joe. La vicenda dello stalker-assassino prosegue nella seconda stagione, con un colpo di scena dietro l’angolo.

Uomini che odiano le donne/Quello che non uccide (Niels Arden Oplev, 2009, David Fincher 2011, Fede Alvarez 2018)

La saga Millennium dello scrittore svedese Stieg Larsson, ritenuta il capostipite del fiorire del genere nordic noir, ha ispirato tre film svedesi e due hollywoodiani. I protagonisti, il giornalista Mikael Blomkvist e l’hacker-punk Lisbeth Salander, combattono contro la scomparsa di una ragazza, nipote di un ricco industriale che vuole sapere, 40 anni dopo, cosa le sia successo. Mikael e Lisbeth si scontreranno non solo con la violenza sulle donne ma anche contro meccanismi sociali malsani e complicati rapporti familiari.

L’iconica Lisbeth è la fortuna dei romanzi e dei film: personaggio dolorosamente cyberpunk, con un’intelligenza informatica fuori dal comune, è la risposta potente ai massacri della storia, pronta a ristabilire un ordine pulito e cristallino.

Uomini che odiano le donne continua a essere fonte di ispirazione con Quello che uccide, film del 2018. Lisbeth e Mikael si ritrovano di nuovo in una fitta rete di intrighi e giochi di potere. La hacker più amata dal grande schermo è interpretata in questo caso da Claire Foy.

Primo amore (Matteo Garrone, 2004)

Tratto da una storia vera, quella di Mario Mariolini, e dal suo libro Il cacciatore di anoressiche, Primo amore racconta una discesa agli inferi dettata da un’ossessione ossessivo-compulsiva.

Vitaliano Trevisan è Vittorio, mostro e psicopatico celato sotto le sembianze pseudorassicuranti di un piccolo imprenditore veneto. Michela Cescon è Sonia, una ragazza fragile e sola che incontra l’uomo grazie a un annuncio e s’innamora di lui, accettando un terribile compromesso: Vittorio è fissato con le donne magre, scheletriche, anoressiche, e non può accettare un grammo in più dalla sua fidanzata.

Fandango
Una scena di Primo amore
L'inferno di Primo amore

Sonia si sottoporrà a un crudele regime alimentare per accontentarlo, facendosi risucchiare da un abisso senza fine.

The Handmaid's Tale (Bruce Miller, 2017)

Serie claustrofobica e distopica su un inquietante futuro alternativo, in mano a un governo preda del fanatismo religioso. June viene strappata alla sua famiglia e costretta a diventare un'Ancella, una schiava che vivrà all'interno di una famiglia di classe superiore per sottoporsi regolarmente alla "cerimonia" con il Comandante, allo scopo di rimanere incinta, partorire, cedere il figlio alla moglie sterile del Comandante ed essere trasferita presso un'altra famiglia.

Le conseguenze per chi si ribella sono degne di un film dell'orrore. Ma June non si arrende e vuole trovare una via d'uscita dall'incubo istituzionalizzato che è diventato la sua vita.

La serie, tratta dal romanzo di Margaret Atwood, schiera Elisabeth Moss come intensa protagonista.

L’uomo invisibile (Leigh Whannell, 2020)

Elisabeth Moss, dopo le atmosfere soffocanti e claustrofobiche di The Handmaid’s Tale, tra cappucci rossi e cerimonie grottesche e disturbanti, scivola in un thriller-horror fantascientifico non meno surreale e distopico, un autentico monster movie. Ne L’uomo invisibile è Cecilia Kass, una donna che decide di fuggire facendo perdere le sue tracce per allontanarsi dal marito violento e dispotico, uno scienziato tanto geniale quanto delirante. Il marito, persa per sempre la sua vittima, si suicida e le lascia 5 milioni di dollari in eredità, a patto che lei non sia dichiarata mentalmente disturbata. Come mai?

Cecilia lo scoprirà presto e sospetterà che suo marito sia ancora vivo e pronto a vendicarsi infestando le sue giornate. Tratto dal romanzo di fantascienza di H. G. Wells, pubblicato nel 1897, L’uomo invisibile riscrive una storia di mostri e ossessioni, ma anche dell’inevitabile ricerca della libertà da parte di una donna che è chiamata a prendere in mano il proprio destino per non soccombere.

Tonya (Craig Gillespie, 2018)

Biopic e gioiellino di black humor, Tonya racconta il caso della pattinatrice, che aveva infuriato sugli anni ’90 (Tonya Harding era coinvolta nell’assalto alla rivale Nancy Kerrigan, per metterla fuori gioco durante il campionato), dal punto di vista originale della “colpevole”, una ragazza cresciuta in provincia con una madre cinica e autoritaria e fidanzati violenti.

Neon
Una scena del film Tonya
La controversa Tonya

I meccanismi di difesa della pattinatrice, interpretata da Margot Robbie, giustificano in parte la sua parabola discendente. 

Velluto blu (David Lynch, 1986)

Blu non è solo il colore Pantone del 2020, ma anche un sinonimo di malinconia e tristezza. Il velluto blu, la vestaglia della cantante Dorothy, rappresenta la palude di degrado in cui sprofonda la provincia americana, di cui il giovane Jeffrey pesca l’orrore attraverso un orecchio trovato per caso sull’erba.

Un feticcio dell’orrore che porterà il ragazzo, e la coetanea Sandy, in un mondo inesplorato e terribile, la routine di Dorothy, le perversioni e le violenze a cui la donna è sottoposta e a cui si sente morbosamente legata. Voyeurismo, sadismo, orrore: il recondito coinvolge tutti, dietro i pettirossi colorati della suburbia americana. Anche Jeffrey è coinvolto in questo gioco (al massacro?) dello spiare dietro la serratura, espiando la colpa con altra colpa, scoprendo Dorothy e la sua codependency. C’è chi definisce questo film l’anticamera propedeutica per I segreti di Twin Peaks.

Thelma & Louise (Ridley Scott, 1991)

Thelma e Louise sono due amiche della provincia americana, una cameriera frustrata e una moglie vessata. Le due, per gioco e per evadere dalla routine, decidono di partire per un weekend improvvisato, senza avvisare nessuno. Si ritroveranno sulle loro tracce il marito maschilista e autoritario di Thelma e la polizia, dopo che Louise avrà ucciso fuori da un locale country un uomo che ha tentato di approfittarsi dell’amica.

Sony Pictures
Una scena di Thelma & Louise
La libertà passa da una decapottabile

Il loro viaggio verso la libertà è più una corsa verso la fine che il primo passo per una nuova vita, ma in quella manciata di giorni Thelma e Louise assaporeranno un empowerment legato all’ebbrezza della libertà, di un’equità di gender ristabilita con regole folli e schizofreniche, ma che nel contesto sembrano estremamente corrette. Thelma e Louise è un film manifesto degli anni ’90, celebrativo dell’amicizia femminile come valore alternativo ai buddy movie, un road movie iconico e catartico.

Kill Bill – Volume 2 (Quentin Tarantino, 2004)

La giustiziera è La Sposa, Beatrix Kiddo, e guida una De Tomaso Mangusta. Dopo il massacro ai Due Pini, che le ha cambiato la vita, ha in mente solo una cosa: una scia di sangue per ripristinare la giustizia. Kill Bill 2 è un geniale revenge movie feticista e femminista, un film ad altissima velocità, un visionario mosaico di tutto il Tarantino del passato e del futuro.

Beatrix compie una vendetta muovendosi su una scacchiera metacinematografica e in un contesto visionario da spaghetti western. La Sposa, riportando l’ordine naturale delle cose, intercetta violenza e poesia.

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