Si vive una volta sola, la recensione: un'operazione (comica) di pura routine

Autore: Elisa Giudici ,

Mentre Carlo Verdone opera a cuore aperto nel suo nuovo film, nel bel mezzo del crescendo narrativo e comico di Si vive una volta sola, viene da chiedersi: a che pro mettere insieme questa commedia italiana? Non è una reazione lusinghiera per la qualità del film, che vi confesso ho trovato tutto fuorché accattivante. A voler essere possibilisti lo si potrebbe definire un racconto scherzoso, che non ha grandi obiettivi se non mettere in scena una serie epica di scherzi davvero pesanti che una equipe di chirurghi, anestesisti e professionisti porta avanti giornalmente, tra un'operazione e l'altra in una clinica romana fittizia. Non ha grandi cose da dire Verdone in Si vive una volta sola, l'obiettivo principale è far divertire il pubblico. 

Quindi viene da chiedersi: si ride durante la visione del film? Moderatamente, forse non abbastanza. Un po' perché bisogna trovarsi sulla stessa lunghezza d'ondata comica del terribile trio formato da Carlo Verdone, Anna Foglietta e Massimiliano Tortora, capace di tirare bruttissimi tiri al povero Rocco Papaleo (che dà la miglior performance), vittima sacrificale e designata dei loro diabolici scherzi. Certo l'ironia è un fattore molto personale e quanto questi scherzi siano pesanti dipende un po' anche dalla goliardia insita in ciascuno spettatore. A tratti però quella messa in atto dal trio ai danni del collega sembra quasi un atto di bullismo un po' persecutorio. 

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Sfortunatamente per Verdone, non siamo nemmeno di fronte a quell'umorismo davvero stridente, talvolta feroce di grandi classici della commedia italiana. Pur infilando una serie di scherzi mica da ridere, questa commedia sembra procedere con il freno a mano tirato. Solo nella seconda metà del film mi ha strappato risate autentiche e gioiose.

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Rocco Papaleo e il resto del cast discutono dopo la partita a basket
Papaleo nei panni del dottore vessato ha per le mani l'unico personaggio con un minimo di umanità

La prima parte mi è sembrata invece ricca di una malcelata malinconia. Poteva essere uno spunto interessante e appropriato per la fase artistica e umana che sta attraversando il protagonista dell'operazione. Sono passati decenni infatti da quando Carlo Verdone ha scritto e interpretato i classici del suo repertorio, in TV e al cinema. Ora che ha qualche anno in più sulle spalle e qualche ruga in più sul volto, nessuno lo biasimerebbe se scegliesse di essere più riflessivo e malinconico, facendo film di una comicità più soffusa. 

Il vuoto glaciale di una vita perfetta

Il suo esimio chirurgo Castaldi a tratti sembra esattamente così: un uomo molto realizzato sul lavoro (tanto da prepararsi a operare il Santo Padre) ma dalla vita affettiva vuota e glaciale. La sua bella casa è sempre immersa nella penombra, popolata solo dalla figlia che sogna di sfondare nel mondo dello spettacolo e dal personale della servitù. Allo stesso modo le vite e le case degli amici Lucia e Corrado sembrano spuntate fuori da cataloghi di arredamento, finendo per risultare ugualmente prive di tocco umano. Si vive una volta sola racconta un contesto elitario ed esclusivo, un'isola felice professionale ed economica: quella dei chirurghi. Tra i protagonisti si fa un grande parlare di soldi e carte di credito, con un tenore di vita che si pone in una classe sociale lontana da buona parte del pubblico in sala. 

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Spesso mi trovo a lamentarmi di quanto il cinema italiano e statunitense abbia il vizio di verbalizzare continuamente i suoi messaggi. Si vive una volta sola è uno dei rari casi in cui mi è parso che non si facesse abbastanza, anzi nulla, per sottolineare con chiarezza l'ipocrisia e la meschinità dei protagonisti. Sulla carta è la storia di quattro amici e colleghi che intraprendono una vacanza in Puglia con uno scopo ben preciso, di cui sono al corrente solo tre di loro. Il film ci permette di osservarli abbastanza a lungo da scorgere la loro meschinità, senza però mai commentarla. Il personaggio di Tortora in particolare si dimostra cinico e meschino. Riesce a dichiararsi provato dalle mancanze della moglie nello stesso momento in cui le manca allo stesso modo di rispetto, ha un'ossessione da borghese piccolo piccolo per gli interni della sua autovettura di lusso. 

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Carlo Verdone parla con la sua equipe in una scena di Si vive una volta sola
Verdone sembra indeciso anche su come giudicare il suo stesso personaggio

Tuttavia non è ben chiaro come si posizioni il film rispetto a lui e gli altri protagonisti: sono un gruppo di amici che deve rimediare alle mancanze passate e costruire un nuovo equilibrio? Sono persone meschine per come trattano chi sta sotto e chi sta sopra di loro a livello gerarchico che dovremmo apertamente disprezzare? Oppure il film ci lascia liberi di farci una nostra idea a riguardo? Difficile a dirsi, perché la pellicola sembra quasi più attenta ad amalgamare una serie cospicua di product placement che capire davvero cosa fare dei suoi personaggi. 

Le donne non sono uno scherzo

Un aspetto su cui persistono invece pochissimi dubbi circa la condotta del film sono i personaggi femminili. Non si può nemmeno dire che sia una mancanza storica di Verdone, anzi: in molti suoi cult accanto ai suoi personaggi ci sono donne e compagne altrettanto carismatiche, con battute e situazioni divenute iconiche. Al contrario il panorama femminile di Si vive una volta sola è desolato e desolante, a partire dalla procace Albertina, cruccio costante del protagonista. 

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Quando la figlia di Verdone entra in scena è difficile non scambiarla per una prostituta, date la mise inguinali che indossa. Se il Verdone personaggio soffre per come la giovane donna esponga le sue terga in TV nella speranza di fare successo nel mondo dello spettacolo, il Verdone regista non è abbastanza interessato a lei da fornirle battute a sufficienza da sviluppare il personaggio.

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Anna Foglietta nel film
Il personaggio di Anna Foglietta non è all'altezza di altre figure femminili del cinema di Verdone

In un momento di collera il padre rinfaccia alla figlia il fatto che durante il programma in cui fa da valletta si vede per la maggior parte del tempo il suo lato B rispetto al suo volo, inquadrato di raro. Peccato che si possa girare questa lamentela anche al film, che liquida l'intera questione dell'ottimo professionista ma cattivo padre con un messaggio via chat (di cui il chirurgo non è autore) e una veloce videochiamata che ha lo scopo di far uscire in fretta di scena la ragazza. Rimane poi il dubbio di fondo: quanto è staccato dalla realtà un film in cui una ragazza per farsi strada esibisce il suo lato B in TV (dove la stagione simil Bagaglino è tramontata da un pezzo quasi in ogni programma) e non con sapienti foto sui social?

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Allo stesso modo, tutte le altre donne presenti nel film - dalla pianista al personaggio di Foglietta - sono raccontate soprattutto attraverso il sesso. Si vive una volta sola in effetti ha due poli d'attrazione: i soldi e il sesso, di cui si parla ossessivamente ma che spesso vengono consumati senza gioia o trasporto. Parlando di sessualità fa poco ridere ed è anzi problematico l'inganno (chiamiamolo così) in cui cade due volte Foglietta. La donna viene indotta a concedersi per pietà e controvoglia. Possibile che non si potesse fare trovare di meglio come spunto comico al femminile? 

Si vive una volta sola è un film molto estivo che esce per una scelta bizzarra nel pieno dell'inverno. A differenza dell'altrettanto vacanziero e molto riuscito Odio l'estate di Aldo, Giovanni e Giacomo, è una pellicola che utilizza un certo privilegio economico e tutta una serie di scelte datate per non dover fare i conti con il presente. L'unico elemento che ci conferma che Si vive una volta sola è ambientato nel presente è che il Pontefice che dovrebbe finire sotto i ferri è Papa Francesco. Per il resto sembra un film fuori dal tempo, senza grandi cose da dire e senza nemmeno le idee troppo chiare su cosa fare. 

Si vive una volta sola Si vive una volta sola Il Professor Umberto Gastaldi (Carlo Verdone) guida una formidabile équipe medica composta dalla strumentista Lucia Santilli (Anna Foglietta), dall'anestesista Amedeo Lasalandra (Rocco Papaleo) e dal suo assistente Corrado Pezzella (Max ... Apri scheda

Quando sarà nelle sale Si vive una volta?

Si vive una volta sola uscirà nelle sale italiane il 27 febbraio 2020.

Il cast del film Si vive una volta sola

  • Carlo Verdone
  • Anna Foglietta
  • Rocco Papaleo
  • Max Tortora
  • Mariana Falace
  • Sergio Múñiz

La trama del film Si vive una volta sola

Il Professor Umberto Gastaldi guida una formidabile équipe medica composta dalla strumentista Lucia Santilli, dall'anestesista Amedeo Lasalandra e dal suo assistente Corrado Pezzella: un team di eccellenti professionisti della medicina ma anche e soprattutto un gruppo di insospettabili e implacabili maestri della beffa, sorprendenti nel gioco di squadra e insuperabili nel partorire scherzi spietati, specialmente se la vittima di turno è il loro amico Amedeo.

Ma la vita è piena di sorprese e durante uno sconclusionato viaggio on the road verso i mari del Sud d'Italia - fra incontri surreali, stupefacenti rivelazioni ed esilaranti avventure - i quattro amici inciamperanno in un' esperienza che non dimenticheranno mai, un colpo di scena che potrebbe cambiare per sempre le loro vite.

Perché tutto può succedere se sotto un camice bianco, dietro uno stetoscopio, batte un cuore da adolescente.

Commento

cpop.it

50

Un'operazione poco ispirata. Verdone sembra indeciso su cosa fare di questo film sin dall'inizio: tra uno scherzo e l'altro finisce per divertire poco e perdere il contatto con la realtà attuale.

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