Delitto al ristorante cinese: le location e le frasi cult del film con Tomas Milian

Autore: Emanuele Zambon ,

Delitto al ristorante cinese è il secondo film della serie dei "delitti" che viene realizzato dopo i numerosi "Squadra anti-qualcosa" e l'unico "Assassinio" (sul Tevere). Come il precedente Delitto a Porta Romana, la pellicola del 1981 diretta - come tutti gli altri capitoli della saga su Nico Giraldi - dal regista Bruno Corbucci fa da ponte tra il decennio precedente caratterizzato dall'exploit del poliziottesco e la piega anni '80 del genere, ormai votato unicamente alla commedia, seppur gialla.

È una lenta ma inesorabile marcia di avvicinamento al tramonto di una serie fortunata e divenuta nel tempo (stra)cult, anche grazie ai numerosi passaggi televisivi. Dopo Delitto al ristorante cinese, arriveranno in sala solo altri due capitoli di successo, ambientati sulle autostrade e nel circus della Formula 1, mentre l'ultimo, Delitto al Blue Gay, sarà solo un tentativo fallito di replicare i risultati precedenti, con un Tomas Milian stanco ormai del personaggio e impaziente di volare via dall'Italia per lavorare a Hollywood.

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Quello al ristorante cinese è dunque uno dei capitoli più spassosi girati da Corbucci, un film che conserva un'anima trasteverina pur senza ricorrere alla solita dose extra di comicità sguaiata, anche grazie alla trovata di presentare un ispettore Giraldi ingessato e costretto a rispettare un voto religioso che gli proibisce di dire volgarità. Non solo, perché il film propone Milian in una doppia veste: accanto a quello del colorito poliziotto, l'attore cubano, sdoppiandosi nel ruolo, affianca uno stupido cuoco orientale, figura che ricorda da vicino un'altra interpretazione di Milian (in entrambe recita con la sua voce), quella di Sakura nella commedia western Il bianco, il giallo, il nero, film diretto dall'altro Corbucci, Sergio.

Una trama "collaudata"

Le vicende raccontate in Delitto al ristorante cinese sono le stesse degli altri film della serie. Un omicidio anche stavolta. Si tratta di un cliente del ristorante cinese Tai Tung, che l'autopsia dichiarerà morto per avvelenamento da ingestione di arsenico. Coinvolti nel delitto, loro malgrado, saranno anche i lavoranti del locale, tra cui il verace Bombolo, il napoletano Vincenzo Quagliarulo e il nuovo arrivato Ciu Ci Ciao. Le indagini, affidate all'ispettore Giraldi, porteranno quest'ultimo a smascherare una fitta rete di spie in cui è implicato proprio il viscido titolare del ristorante, Chan Zeng Piao.

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Una trama che è poco più di un canovaccio e una storia poco verosimile per una commedia che però diverte (anche se i momenti con Milian versione Ciu Ci Ciao potevano essere più ridotti) e che alterna gag spassose (così Giraldi quando deve esprimersi senza cedere al turpiloquio: "A cinesì, tu fatte li pocoti tua che io me ne vado quanno pocoto me pare") alle immancabili sequenze action, vedi il rocambolesco inseguimento in Alfa Romeo Giulietta 116 per i vicoli di Palombara Sabina.

Delitto al ristorante cinese, Tomas Milian e un cast da commedia

Cineriz
Bombolo e Tomas Milian in una scena di Delitto al ristorante cinese

Volti noti del cinema italiano e caratteristi prezzemolini aiutano di certo Delitto al ristorante cinese nel ritagliarsi un posticino nei cuori dei fan dei film pecorecci con Tomas Milian. La pellicola ritrova le storiche spalle Bombolo ed Enzo Cannavale, due che negli anni '80 lavorarono spesso insieme, dando vita a film trash di culto come È forte un casino! e affiancando Nino D'Angelo in alcune celebri sceneggiate napoletane. La particolarità di questo film sta nel fatto che sia il popolare attore romano che il collega partenopeo, pur figurando in altri titoli della serie, non riprendono i vecchi ruoli (Bombolo non è qui chiamato Venticello o Bertarelli Franco e Cannavale non impersona l'emigrato pizzaiolo Salvatore Esposito, al fianco di Giraldi in trasferta negli States per sgominare mafiosi e gangster).

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Oltre ai due comici, che come sempre dimostrano grande affiatamento in scena, il cast di Delitto al ristorante cinese annovera anche un grande interprete della commedia anni '40 e '50, vale a dire Giacomo Furia, che molti ricorderanno ad esempio come uno dei tre falsari da ridere de La banda degli onesti accanto agli immensi Totò e Peppino De Filippo.

Nel film recitano poi, oltre a Olimpia Di Nardo - qui alla sua terza apparizione nella serie - nel ruolo della moglie di Giraldi, Angelina, anche i caratteristi Sergio Di Pinto (figurerà nel successivo Delitto in Formula 1 come cognato dell'ispettore finito nei guai per un furto d'auto), nei panni di Oscaretto il fotografo, Mimmo Poli, recordman del cinema italiano che appare brevemente all'inizio nel ruolo di Gasparotto, amico di Bombolo, e il veterano Alfredo Rizzo. Ritornano poi i volti storici della serie, dall'attore e stuntman Massimo Vanni (il brigadiere Gargiulo) a Marcello Martana (il commissario Trentini).

Delitto al ristorante cinese, le location del film

  • Quando si tratta di radarizzare le location del cinema italiano, Il Davinotti resta uno dei siti di riferimento più accreditati. Nel caso di Delitto al ristorante cinese, alcuni dei luoghi del film sono facilmente identificabili, su tutti il ristorante dove avviene l'omicidio, situato in Vicolo del forno, nelle vicinanze della Fontana di Trevi (immortalata nella scena iniziale). Forse non tutti sanno che un ristorante in quella via non c'è mai stato. L'esterno del locale che si vede in Delitto al ristorante cinese altro non è che una scenografia realizzata appositamente per il film.
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  • Il lungo inseguimento dell'ispettore Giraldi al fotografo Oscaretto venne girato a Palombara Sabina, vicino Roma.
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  • L'epilogo delle vicende raccontate, vale a dire l'incontro fra il titolare/spia del ristorante, che ha preso in ostaggio moglie e figlio di Giraldi, e l'ispettore, accompagnato da un Cannavale travestito da donna, venne girato al Faro Vecchio di Fiumicino.

  • La villa dove abita la donna amante della vittima - e moglie dell'appassionato di "cornucopie" - una villa situata all'Olgiata, location assai sfruttata del cinema italiano. Elemento riconoscibile dell’edificio è larga porta bianca d'ingresso caratterizzata da una griglia di rettangoli in vetro di eguale misura. La villa all'Olgiata fece da set anche al successivo Delitto in Formula Uno, oltre che a commedie di successo come Quelle strane occasioni, Abbronzatissimi, Sono un fenomeno paranormale e Vacanze di Natale '90.

  • La casa di Nico Giraldi (Tomas Milian) è il Palazzo della chiesa metodista sito in Piazza di Ponte Sant'Angelo a Roma, lo stesso che si vedeva anche in Delitto sull'autostrada. Di fronte allo stabile è chiaramente visibile Castel Sant'Angelo.

  • La piazza dove Nico Giraldi (Tomas Milian) si reca insieme alla moglie a comprare il pesce è Piazza delle Coppelle a Roma.

  • La casa dove viveva Giovanni Papetti (Peter Boom), la vittima del ristorante cinese, non è il Viale Carso 35 citato nel film da Ciu Ci Ciao e Bombolo, bensì Via Monte Zebio incrocio Via Col di Lana a Roma.

Le frasi cult di Delitto al ristorante cinese

CG Entertainment
Una scena di Delitto al ristorante cinese

Vabbè, allora te lo spiego in un'altra maniera eh. Se a noi ce viè voja d'annà, come se dice, a evacuà, no... se er bagno nun c'avemo, do' annamo, ar prato? (Nico, rivolto alla moglie)
  • "Tu sai che potresti fa? Te dovresti fa un bel clistere de ceramica, così diventi un ber cesso de lusso. N'ho detto manco 'na parolaccia eh" (Nico al vigile)
  • "Tu fai la collezione de francobolli e io te do 'na collezione de schiaffi se nun me dici la verità" (Nico a Bombolo)
  • "Io tengo mia moglie che è incinta da due anni" (Vincenzo Quagliarulo)
  • "Perché me porti ar ristorante cinese, che dovemo festeggià?"; "Le nozze d'argento"; "Ma quali nozze d'argento, noi semo sposati da 3 anni"; "Davero? A me me parono 25" (dialogo fra Nico e   Angelina)

Noi condire tutto con soia"; "Li mortacci soia (dialogo fra Ciu Ci Ciao e Bombolo)

  • "Ahia ispettò, io da quanno so uscito dar gabbio nun me so mosso mai da qui" (Bombolo)
  • "Io nun posso continuà a lavorà così, senza dì parolacce, cor voto, co' questo, co' quell'artro. Annamo dar papa, a Lourde(se), a Loreto, 'ndo te pare, ma io nun posso lavorà così" (un esasperato Nico al telefono con la moglie)
  • "Sai che ce devi fa, te ce pulisci er cu*o, ha' capito?" (Nico nel finale, sempre al vigile zelante)
  • "Gli ho chiesto se aveva visto mi' zio che è morto affogato tre mesi fa e m'ha detto che non 'o sa perché è 'n'anno che manca dar mare (così Nico rivolgendosi al pescivendolo mentre tiene in mano un merluzzo) 
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