Come insabbiare uno scandalo stupefacente, il trailer della nuova serie true crime di Netflix

Autore: Alessandro Zoppo ,

Neanche il tempo di gustare Tiger King che Netflix propone un'altra serie true crime che terrà gli utenti della piattaforma incollati allo schermo. Si tratta di Come insabbiare uno scandalo stupefacente (in originale How to Fix a Drug Scandal) e l'ha realizzata Erin Lee Carr, la documentarista che ha già diretto, tra gli altri, Thought Crimes: The Case of the Cannibal Cop (sul caso del poliziotto serial killer Gilberto Valle), #Mommy Dead and Dearest (sull'omicidio di Dee Dee Blanchard) e I Love You, Now Die: The Commonwealth Vs. Michelle Carter, sul suicidio del 18enne Conrad Roy.

Come insabbiare uno scandalo stupefacente Come insabbiare uno scandalo stupefacente Gli sconcertanti crimini in un laboratorio di analisi narcotici bloccano un sistema giudiziario, sconvolgendo il corso della legge per avvocati, funzionari e detenuti. Apri scheda

Divisa in quattro episodi, Come insabbiare uno scandalo stupefacente si basa sull'inchiesta "And Justice For None: Inside Biggest Law Enforcement Scandal in Massachusetts History", scritta dal reporter Paul Solotaroff per Rolling Stone. Come recita il titolo dell'articolo e come potete vedere dal trailer ufficiale qui sotto, la docu-serie ricostruisce il caso giudiziario di Sonja Farak, definito dalla stampa statunitense il più grande scandalo che ha coinvolto le forze dell'ordine nella storia del Massachusetts.

Farak è una donna di 35 anni. Vive ad Amherst e fa un lavoro molto particolare: è la meticolosa chimica di laboratorio della Massachusetts State Police. Esegue le analisi forensi delle droghe che i poliziotti sequestrano e portano in centrale, analizza i campioni per determinare la composizione chimica di ogni sostanza.

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Da qualche tempo, però, è depressa e ha tentato più volte il suicidio. Il motivo? Sin dal primo giorno in quel laboratorio, Sonja è diventata dipendente dalle droghe che avrebbe dovuto testare e che ha iniziato a rubare dal posto di lavoro. La metamfetamina liquida, il crack e l'LSD sono le sue preferite: la prima volta le ha prese quasi per scherzo, ora arriva addirittura a sintetizzarle usando i suoi sofisticati strumenti.

Nel 2013, viene arrestata e la sua "addiction" esce allo scoperto. Per farsi, Farak ha messo a punto un piano perfetto: ha falsificato per anni migliaia di referti, sgraffignando le sostanze e compromettendo centinaia di condanne penali. Sono state due squadre di avvocati d'assalto a scoprire le sue gesta degne di Walter White, e a scoperchiare la punta di un iceberg quando un'altra chimica, Annie Dookhan, finisce in manette a Boston per aver falsificato tantissimi test nel suo laboratorio.

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Lo stile di Erin Lee Carr è quello tipico del true crime e del non-fiction novel: con la consulenza di Solotaroff e di un team di esperti, testimoni, legali e agenti delle forze dell'ordine, la regista non si limita ad una ricostruzione cronachistica dei fatti, ma intorno ad essi imbastisce una narrazione che si interroga sulle inquietanti falle all'interno del sistema.

Come ha potuto un intero dipartimento coprire decine di migliaia di test antidroga falsificati per anni? Perché migliaia di persone, anche dopo che le prove sono venute alla luce, sono rimaste in carcere?

Le risposte nei quattro episodi della serie, su Netflix a partire dall'1 aprile 2020.

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