Oscure Presenze: trama e finale del film di Kevin Greutert

Autore: Giulia Vitellaro ,

Kevin Greutert aveva già dato prova della sua professionalità in Saw VI e Saw 3D: The Final Chapter, per cui aveva fatto sia da regista che da editor. Pur rimanendo sul genere horror, in Oscure Presenze ci propone qualcosa di completamente diverso: riesce a combinare le atmosfere terrificanti dei suoi film con un’atmosfera da Bayou americano, tinteggiando la trama con alcune nuance thriller.

Il film è anche la prima prova dello sceneggiatore Robert Ben Garant (Hell Baby, Notte al museo) col genere horror, e non delude. Il film si svolge quasi interamente in una vecchia casa in Louisiana e la protagonista è bloccata per tutta la durata della storia su una sedia a rotelle; la sua difficoltà nei movimenti contribuisce a creare tensione per tutta la durata della storia; a tutto questo, si aggiunge la presenza di una spiritualità aborigena che strizza l'occhio al voodoo, riguardo alla quale Greuter spiega:

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È da un po’ che non vedo un bel film che parli di voodoo. E quando ho visto Last Wave ero molto intrigato dalla storia dell’avvocato che viene risucchiato in un mondo di misticismo aborigeno. C’era qualcosa in Jessabelle che mi ha fatto finire in un mondo strano e mistico che vive qui, in America, e che guarda al mondo dello spirito, qualcosa oltre alla nostra esperienza. Sono cose che mi stimolano.

La trama

Jessie (Sarah Snook) e il suo ragazzo non potrebbero essere più felici: lei è incinta e stanno andando a convivere. Mentre i due stanno portando le proprie cose verso il nuovo nido a bordo di un furgoncino, tuttavia, hanno un terribile incidente. Mark (Brian Hallisay), il suo innamorato, muore nel violentissimo impatto. Jessie sopravvive, ma perde il bambino ed è costretta sulla sedia a rotelle, almeno per qualche mese. 

Si ritrova, d'improvviso, sola al mondo: sua madre, Kate, è morta di cancro e la giovane si ritrova costretta a dover ricontattare il padre che da bambina l’aveva abbandonata alle cure dell’anziana zia, anche lei deceduta. Il padre, Leon  (David Andrews), è un uomo tormentato e taciturno. La porta nella casa di famiglia e le dà una sistemazione nella camera da letto un tempo appartenuta alla madre. Nella stanza, trova la videocassetta di una registrazione fatta proprio dalla madre per lei, da consegnarle al compimento dei diciotto anni, in previsione del fatto che sarebbe morta di cancro di lì a breve. Nella prima registrazione, la donna decide di fare i tarocchi alla figlia, ricavandone una previsione a dir poco nefasta. La visione della cassetta viene interrotta dal padre, che entra nella camera di Jessie, prende la cassetta e la distrugge. Nella foga dell’ira, decide anche di buttare nel lago la sua sedia a rotelle per evitare che continui a ficcare il naso. La stessa notte, una presenza che dice di chiamarsi Jessabelle fa una terrificante apparizione in quello che sembra un sogno, o in una visione.

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Kate legge le carte in un video per la figlia

L’indomani Leon si scusa con la figlia: era ubriaco. Per scusarsi, le ha procurato la vecchia sedia a rotelle della madre, e le domanda se per caso abbia trovato altre cassette. Jessie nega, ma una volta appreso che potrebbero essercene altre, approfitta di un momento di assenza del padre per cercarle. Le trova. È Kate (Joelle Carter) che attraverso i video la avvisa che in casa si trova un’oscura presenza che vuole mandarla via. La presenza non attende a mostrarsi di nuovo, aggredendola durante un bagno; solo l’intervento del padre riesce a salvarla.

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Leon afferma con decisione che Jessie si stia lasciando suggestionare dalle cassette e la mette in guardia: la madre le ha girate quando era incinta ma anche quando il cancro al cervello, non trattato con chemioterapia o farmaci, stava già consumando la sanità mentale della moglie. Prova a bruciarle, ma nel farlo, muore in un’incidente con la benzina nel fienile, tra le fiamme. 

Lionsgate
Jessie e Preston si aggirano per la palude su una barchetta

Al funerale del padre, un amico della primissima infanzia di Jessie, Preston (Mark Webber), le offre il proprio aiuto; lei gli racconta tutto e lui decide di aiutarla. Attirati da una serie di strane luci dalla boscaglia e dalla palude che si affacciano sulla casa, i due esplorano la zona, trovando una pietra tombale che riporta nome e compleanno di Jessabelle. Scavano, e nella piccola bara trovano uno scheletro di neonato. Jessie aveva una sorella? La protagonista e Preston chiamano la polizia, che verifica facendole un test del DNA. Quella notte, Jessie dorme a casa di Preston, tra le rimostranze e l’ostilità della moglie di lui, che sembra essere gelosa. Aspettando i risultati del test, i due scoprono nel bosco una piccola chiesa distrutta da un incendio, sulle cui rovine sorge un altare commemorativo voodoo con la foto di un giovane uomo di colore, Moses Harper. Questo ritrovamento viene accompagnato dall’incontro di alcune scontrose figure che li aggrediscono e li riempiono di domande; li lasceranno andare solo dopo aver visto il bracciale di Jessie, un tempo appartenuto alla madre.

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La presenza terrificante si fa più reale. Aggredisce Preston, che finisce in ospedale. Nel mentre, arrivano notizie dal test del DNA: la bambina nella tomba era afroamericana. A risolvere tutti questi misteri è la madre di Jessie, che dopo averle fatto vedere un ultimo video si presenta a lei come apparizione: in passato, già da sposata con Leon, aveva avuto una relazione con Moses (Vaughan Wilson), il vescovo di paese. Dalla relazione era nata una bambina, Jessabelle. Leon, scoperto il tradimento, aveva bruciato vivo Moses dentro la propria chiesa, e aveva buttato nel lago la figlia illegittima. Per coprire l’omicidio, aveva adottato un’altra neonata: Jessie. Kate non era morta di cancro, ma si era suicidata giurando vendetta.

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La chiesa del reverendo Moses data alle fiamme come vendetta di Leon
 

I video trovati da Jessie non erano per lei, ma per la bambina uccisa. Acquisiscono così senso alcune previsioni scorrette nelle registrazioni della madre, dove vaticinava che Jessabelle non avrebbe mai lasciato casa e sarebbe stata sempre vicino all’acqua.

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Ora gli spiriti della casa chiedono vendetta. Kate e Moses uniscono le forze, legano Jessie alla carrozzina e la spingono nel lago di fronte la casa. In quel momento arrivano Preston e lo sceriffo, ma è tardi: Jessie è finita nel lago. Sul fondo, la aspetta una splendida ragazza nera, che nuota verso lei, le sfila il bracciale un tempo appartenuto a Kate, e risale in superficie. A risalire in superficie però, non è la ragazza afroamericana, ma Jessie. Preston la prende tra le proprie braccia e la riporta a casa. Quando lo sceriffo, prima che i due richiudano la porta alle proprie spalle, chiama Jessie e le chiede se va tutto bene, la ragazza risponde: “Mi chiamo Jessabelle”. 

Il finale e le sue possibili interpretazioni

Il finale di Jessabelle può essere letto in più modi. 

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Preston riporta Jessie/Jessabelle in casa dopo averla salvata dalle profondità del lago

Nelle ultime scene, capiamo che Jessie non è la figlia di Leon e Kate: è stata adottata per rimediare e celare l’assassinio di Jessabelle, la neonata prova dell’amore clandestino tra il reverendo Moses e la bella moglie di Leon. Lo spirito di Jessabelle non si limita a chiedere solo vendetta: chiede riscatto, chiede una nuova vita al posto di quella che gli era stata negata dal suo empio assassino. E tutta la comunità afroamericana del villaggio sembra sostenere questa ferma volontà. Un assassino bianco ha tolto la vita alla guida religiosa della loro comunità e ad una neonata appena venuta al mondo. Il riscatto di Jessabelle non coinvolge esclusivamente le esistenze isolate di Moses, Kate, Leon e Jessie, ma anche un’intera comunità, che coltiva la memoria del tremendo crimine (il sacrificio animale sulla tomba di Moses è fresco) e medita giustizia. Capiamo che lo spirito indesiderato per cui Kate nei video redarguiva Jessabelle è in realtà Jessie. 

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Nelle ultime scene, avendo ormai capito tutto, Jessie chiede agli spiriti di Kate e Moses come può aiutarli: i due la marchiano con del sangue e la spingono con tutta la sedia a rotelle nel lago, offrendola alla loro figlia uccisa.

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Lo spirito di Jessabelle raggiunge Jessie sul fondo del lago

La dinamica dei fatti, a questo punto, appare chiara: la giovane ragazza che va incontro a Jessie sul fondo del lago è lo spirito di Jessabelle. Lo spirito s’impossessa del corpo di Jessie e risale in superficie, pronta a rivivere la vita che le era stata ingiustamente sottratta.

Questa, tuttavia, non è la sola interpretazione.

La prospettiva cambia quando, un attimo prima che Jessie cada nel lago, assistiamo all’arrivo di Preston. Il giovane guarda la protagonista spingere la propria sedia a rotelle a tutta velocità verso il lago, da sola. Nessuna misteriosa forza esterna sospinge la carrozzina: è la stessa Jessie a muoverne le ruote con foga, verso la fine del ponticello. 

A questo punto del film, le scene iniziali sembrano distantissime. L’atmosfera estraniante della casa di Leon fa sembrare la terribile vicenda dell'incidente automobilistico lontana, remota. Eppure, l'incidente si è verificato, e ha ucciso l'uomo da lei amato e il loro bambino. In molti, compreso Leon, le suggeriscono che le sue visioni potrebbero essere frutto di un esaurimento nervoso: un demone interno che la divora. 

Jessabelle si è ripresa il corpo di Jessie, ma chi è davvero Jessabelle? Può darsi "uccidere" la vecchia se stessa rappresenti l’unico modo della giovane di andare avanti, di lasciarsi alle spalle il passato e abbandonarsi a una nuova vita, a un nuovo amore? La vecchia Jessie, che all’inizio del film andava incontro entusiasta alla propria nuova vita, non c’è più, è morta e seppellita nella palude. Ora, in senso quasi jodorowskiano, una nuova versione di se stessa è pronta ad affrontare la vita. Una versione più istintuale e assertiva, che sembra aver abbandonato e rimosso totalmente i vecchi dolori e i terrori. Tutto ha ancora più senso se inserito nel contesto voodoo, che è conosciuto per i suoi riti apotropaici di rinascita.

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La tomba di Jessabelle in mezzo alla palude

D’altronde, come dice Kate stessa nelle inquietanti videocassette, la carta dei tarocchi che raffigura la morte ha significato di cambiamento e rinascita, no?

Scritto da Robert Ben Garant e diretto da Kevin Greutert, Oscure Presenze è un film con Sarah Snook, Joelle Carter, Mark Webber, Leon, Ana de la Reguera, Chris Ellis, Brian Hallisay e Vaughn Wilson. È uscito nel 2014 ed è stato distribuito da Lionsgate. 

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