Scoperto WASP-76b, l'esopianeta dove la pioggia è di ferro fuso

Autore: Danilo Abate ,

A quanto pare la Via Lattea, galassia a cui appartiene anche il nostro amato sistema solare, ha davvero una riserva infinita di sorprese, e ciò trova conferma nella recente scoperta di una squadra internazionale di astrofisici, che ha utilizzato il Very Large Telescope dell’ESO (European Southern Observatory) per scoprire un pianeta dove piove metallo.

Avete capito bene, sul pianeta WASP-76b situato a diversi anni luce dalla Terra, piove metallo, ma non è questa l’unica caratteristica di WASP-76b a stupirci.

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Il nuovo esopianeta presenta infatti due facce come la Luna, una sempre in ombra e l’altra sempre rivolta verso la propria stella, e la sua temperatura non è proprio adatta a una “vacanza interplanetaria”, attestandosi (senza mai abbassarsi) sui 1.500 gradi Celsius.

Dunque la scoperta di WASP-76b non costituisce un ulteriore passo in avanti verso la ricerca di un nuovo pianeta da colonizzare in futuro ma, senza ombra di dubbio, fornisce un contributo essenziale all’indagine sui processi che determinano il cambiamento del "tempo" di un esopianeta nel passaggio dal dì alla notte.

Da precisare però che siamo di fronte a un pianeta gassoso (ricordiamo che i pianeti gassosi del sistema solare sono Giove, Saturno, Urano e Nettuno), e normalmente il ferro si presenta in forma di gas a causa dell’elevata temperatura di WASP-76b.

Gli addetti ai lavori affermano però che le “nuvole di ferro” di WASP-76b, di notte, condensano formando una vera e propria pioggia di metallo. In poche parole, così come sulla Terra le nubi di vapore acqueo condensano a formare minute goccioline che poi si fondono a formare le più grandi gocce di pioggia, così accade su WASP-76b, solo che sull’esopianeta abbiamo nubi di ferro.

Ma com’è stato possibile per gli autori della sensazionale scoperta arrivare a comprendere tale fenomeno? Grazie allo spettrografo Espresso del Very Large Telescope, che ha permesso di stabilire non solo che la pioggia di ferro si forma e cade soltanto quando sull’esopianeta cala la notte, ma che ciò si verifica soltanto quando vengono raggiunte temperature comprese fra i 2.400 e i 1.500 gradi Celsius.

Miguel Claro
Uno scorcio del Very Large Telescope dell'ESO
Il Very Large Telescope dell'ESO in tutto il suo splendore

Importante specificare anche che allo studio che ha portato alla scoperta di WASP-76b hanno partecipato anche diverse università italiane.

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Tutto sommato però, considerando che anche su Venere ad esempio cadono delle piogge a dir poco atipiche, per la precisione piogge corrosive prodotte da nubi di acido solforico, un pianeta dove la pioggia è di ferro non costituisce di per sé una notizia sensazionale.

Diversamente si può dire dell’apporto che WASP-76b ha fornito per lo studio dei cambiamenti della composizione chimica dell’atmosfera degli esopianeti nel passaggio dal dì alla notte.

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E voi che ne pensate? Credete che la scoperta di nuovi pianeti situati al di fuori del nostro sistema solare possa, prima o poi, fornirci informazioni tali da poter trovare una “nuova Terra”?

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