Il finale di Harry Potter e la Bacchetta di Sambuco, spiegati

Autore: Paola Pirotti ,

C'è qualcosa di potente nello scontro finale tra Harry Potter e Lord Voldemort. Forse tutto è dovuto alla lunga attesa, durata anni, sia per i personaggi che per i fan. Oppure forte tutto è dovuto agli incredibili meccanismi ideati da J.K. Rowling per raccontare come sono andate le cose e quali colpi di scena hanno aiutato il maghetto inglese più famoso del mondo a vincere la sua personale battaglia contro il Signore Oscuro.

Proprio per questo, però, non è mai facile ricordare tutti i dettagli, tutti i come e i perché. Eppure, sebbene la storia sia intricata, è tutto più semplice di quello che sembra.

La bacchetta più potente del mondo

Warner Bros. Pictures
Harry Potter e la Pietra Filosofale
Harry Potter con la sua prima bacchetta magica

Quella di Silente, la bacchetta di Sambuco, è nota come la bacchetta più potente del mondo. L'unica, quindi, in grado di poter fronteggiare e sconfiggere Voldemort. Ma per far sì che la bacchetta funzioni, c'è bisogno che quest'ultima venga usata da colui che la possiede davvero. Il passaggio di proprietà della bacchetta può, infatti, creare qualche fraintendimento. Quando Piton uccide Silente ne diventa il nuovo possessore, dovendo decidere poi se farsi uccidere da Harry Potter e passare a lui la proprietà della bacchetta. Tutto sta nel disarmo. Chi disarma un mago, diventa il proprietario della sua bacchetta. 

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In tutto questo, però, Voldemort crede che ad uccidere Silente sia stato Draco Malfoy, e che dunque la proprietà della bacchetta di Sambuco sia sua. Quando scopre invece che è stato Piton ad uccidere Silente, Voldemort lo uccide, ma è troppo tardi: non può sapere che è stato Harry a disarmare l'ultimo legittimo proprietario (Draco Malfoy) e che dunque la lealtà della bacchetta va a lui.

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Grazie a questo piccolo stratagemma, il passaggio da Silente a Piton e da Piton a Harry, il nostro protagonista è stato in grado di ingannare Voldemort e possedere la bacchetta più potente del mondo. 

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Lo scontro tra Harry e Voldemort

Per uccidere Voldemort, Harry deve prima trovare tutti gli Horcrux che il potente mago ha creato – ovvero tutti gli oggetti dove ha nascosto frammenti della sua anima. Voldemort crede di averne creati solo sei, non sapendo invece che quando tentò di uccidere Harry nel 1981, in realtà non gli ha lasciato solo una cicatrice, ma anche un pezzo della sua anima.

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Ecco perché ogni qual volta Voldemort prova ad uccidere Harry Potter, fallisce. Perché Harry ha un frammento del Signore Oscuro dentro di sé. È per questo, quindi, che durante la Battaglia di Hogwarts, quando Voldemort scaglia la maledizione Avada Kedavra con la bacchetta di Sambuco, il giovane Potter "muore" temporaneamente per rendere inconsapevolmente debole anche il Signore Oscuro.

Prima di affrontare il suo più grande nemico, Harry scopre dai ricordi di Piton di essere il settimo Horcrux e della necessità che lui muoia per distruggere anche Voldemort. La morte di Harry è temporanea perché la bacchetta non può uccidere il proprio padrone. Dunque l'Avada Kedavra uccide solo la parte di Harry che non è sua: ovvero l'anima di Voldemort. In poche parole, quindi, Voldemort ha inconsapevolmente ucciso se stesso.

Che le dinamiche dello scontro finale siano complesse o no, il momento più atteso tra Harry e Voldemort è cartamente anche tra i più iconici dell'intera saga.

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